per l'audizione dei due bambini,
la Procura ha accusato gli avvocati
di aver tentato di parlare con la piccola
testimone chiave, di 6 anni
12 Dicembre 2009
Tratto dal Sito Internet
www.lecceprima.it
All’indomani dal rigetto del Tribunale dei Riesame che ha fatto rimanere in carcere Vittorio Colitti, agricoltore 69enne di Ugento, arrestato insieme a suo nipote con l’accusa di omicidio volontario per aver ucciso Peppino Basile, spunta un altro risvolto clamoroso nella vicenda. Nella richiesta di incidente probatorio per l’audizione dei due bambini depositata dai pubblici ministeri Giovanni de Palma e Simona Filoni si accusano i difensori dei Colitti di aver tentato di avvicinare la piccola testimone che sostiene di aver visto il volto degli assassini dell’ex consigliere dell’Italia dei valori. L’incidente probatorio è un meccanismo processuale tramite il quale si anticipa la formazione della prova rispetto al dibattimento: in questo modo l’accusa vuole cristallizzare le dichiarazioni che la piccola aveva reso al pm Filoni durante l’interrogatorio del 28 ottobre scorso, per evitare che il trascorrere del tempo pregiudichi i suoi ricordi.
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All’indomani dal rigetto del Tribunale dei Riesame che ha fatto rimanere in carcere Vittorio Colitti, agricoltore 69enne di Ugento, arrestato insieme a suo nipote con l’accusa di omicidio volontario per aver ucciso Peppino Basile, spunta un altro risvolto clamoroso nella vicenda. Nella richiesta di incidente probatorio per l’audizione dei due bambini depositata dai pubblici ministeri Giovanni de Palma e Simona Filoni si accusano i difensori dei Colitti di aver tentato di avvicinare la piccola testimone che sostiene di aver visto il volto degli assassini dell’ex consigliere dell’Italia dei valori. L’incidente probatorio è un meccanismo processuale tramite il quale si anticipa la formazione della prova rispetto al dibattimento: in questo modo l’accusa vuole cristallizzare le dichiarazioni che la piccola aveva reso al pm Filoni durante l’interrogatorio del 28 ottobre scorso, per evitare che il trascorrere del tempo pregiudichi i suoi ricordi.
Ma non solo: si vuole anche evitare che la piccola possa essere avvicinata da qualcuno. L’episodio a cui i sostituti procuratori fanno riferimento riguarderebbe una visita che l’avvocato Roberto Bray, difensore di Vittorio Colitti junior, ha fatto il 30 novembre scorso a casa della nonna della piccola per svolgere delle indagini difensive. La Procura ha condannato duramente il gesto del difensore, interpretato come un tentativo di influenzare la testimone chiave. Ma l’avvocato Bray, professionista serio ed affidabile al cui stile poco si addice un simile comportamento, ci tiene a precisare la sua versione.
Il legale fa sapere di non aver mai tentato di avvicinare la piccola, in alcun modo. Il 30 novembre scorso si è semplicemente recato a casa dei nonni della piccola per verificare l’altezza della finestra dalla quale la bimba avrebbe visto l’omicidio. La visita è stata autorizzata dai proprietari ed in quell’occasione era accompagnato da un collega e da un geometra che doveva effettuare i rilievi, senza che nessuno dei bambini fosse presente in casa. Dopo aver verificato l’altezza della finestra dal pavimento, circa un metro, è stato chiesto al nonno se aveva o se si fosse potuto procurare una foto della piccola accanto alla finestra. Inoltre, l’avvocato sottolinea che alla richiesta di una seconda visita si è visto opporre un fermo diniego dai proprietari, dovuto al fatto che la polizia gli avrebbe suggerito di non far entrare nessuno. Intanto c’è attesa per conoscere le motivazioni in base alle quali il Tribunale del Riesame ha deciso di far rimanere in carcere Vittorio Colitti: i difensori Francesca Conte e Roberto Bray le aspettano con ansia perché potrebbero avere indicazioni preziose in vista di mercoledì, quando torneranno davanti ai giudici per chiedere la scarcerazione di Vittorio Colitti junior.
Linda Cappello
Linda Cappello
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