giovedì 24 dicembre 2009

SPECIALE / LA SVOLTA DELL'OMICIDIO BASILE (23) - ECCO PERCHE' IL 19ENNE RESTA IN CARCERE

Il Riesame ha depositato le motivazioni.
Il ragazzo ha già mentito sull'orario
e potrebbe mettere in pericolo
la genuinità delle prove.
Ma gli amici lo difendono
e manifestano per lui e per il nonno
22 Dicembre 2009
Tratto dal Sito Internet
www.lecceprima.it
Vittorio Colitti junior resta in carcere perché potrebbe, come ha già cercato di fare, mettere in pericolo la genuinità delle prove. Ci sarebbe anche il pericolo di reiterazione del reato, commesso con uso di eventuali armi, poiché non si deve dimenticare che il coltello con cui è stato ucciso Peppino Basile non è ancora stato ritrovato. Per questo i giudici Ada Luzza e Patrizia Evangelista hanno respinto la richiesta di scarcerazione che gli avvocati Francesca Conte e Roberto Bray avevano proposto a favore del loro assistito, il 19enne Vittorio Luigi Colitti, arrestato lo scorso 25 novembre insieme a suo nonno per l’omicidio dell’ex consigliere comunale e provinciale dell’Italia dei valori.
I giudici del riesame della Procura minorile hanno concordato con quelli della Procura ordinaria che avevano deciso di far rimanere in carcere anche Vittorio Colitti senior. Nelle dieci pagine di motivazioni, spiegano come sia stato “gravoso e difficile il lavoro investigativo condotto dagli inquirenti, che hanno approfondito a 360° qualsiasi elemento indiziario”: il che equivale a dire che tutte le altre piste sono state indagate a sufficienza. La testimonianza della piccola è ritenuta attendibile oltre che coerente con tutto quanto emerso nel corso delle indagini. Non ha trovato accoglimento la tesi difensiva, supportata dalla perizia di un geometra, secondo la quale la piccola sarebbe stata troppo bassa per affacciarsi alla finestra e vedere con chiarezza la scena del delitto, considerando che la tapparella era sollevata di circa 30-40 centimetri.
Per il Tribunale la bimba può essersi facilmente abbassata per vedere, e la nonna non lo avrebbe impedito a causa dello shock iniziale dal quale è stata travolta alla vista di quella scena. Poi le versioni discordanti del giovane, a suo dire dettate solo dal timore di un rimprovero da parte dei genitori. Per i giudici è impensabile preferire una possibile condanna penale a qualche ceffone per aver disobbedito agli ordini impartiti: tanto più che sugli orari differenti sarebbero stati concordati anche con gli stessi familiari. Ci sarebbe solo un modo per allontanare da sé ogni sospetto, e cioè dire la verità. Cosa che secondo i giudici il 19enne non avrebbe fatto.
Intanto oggi si è svolto ad Ugento il corteo degli innocentisti, ossia di coloro che credono fermamente che i Colitti non possano essere i carnefici di Peppino Basile. Circa un centinaio di persone che per le vie del paese non si sono risparmiate in proclami di innocenza, che si sono radunate grazie ad un’iniziativa della neonata associazione “Vittorio Libero”, fondata dal cugino di Vittorio Luigi, Marco Colitti, da Andrea Cucci e Marco Chirivì. Manifestazione, quella di oggi, che ha visto la partecipazione anche di Angelo Minenna, consigliere comunale di Ugento nelle fila del Pdc.
Ma il pensiero di tutti ora è rivolto a domani, quando la piccola testimone sarà ascoltata nel corso dell’incidente probatorio. Dovrà dire quello che ha visto ed eventualmente riconoscere i Colitti, che saranno davanti ai suoi occhi. E così la prova più importante di tutta l’inchiesta torna di nuovo nelle mani di una piccola ed innocente bambina di soli sei anni.
Linda Cappello

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