"Il lavoro rende liberi"
è stata tagliata in tre pezzi.
Gli uomini fermati nel nord-Polonia
hanno tra i 20 e i 39 anni
Di Andrea Tarquini
Tratto dal Sito Internet
www.repubblica.it
Ancora una volta i polacchi ce l'hanno fatta, hanno mostrato al mondo di sapercela mettere tutta per affrontare le sfide del momento e della Storia. La targa di Auschwitz, quella con la sinistra scritta 'Arbeit macht frei' (il lavoro rende liberi), rubata nella notte tra giovedì e venerdì, è stata ritrovata e sarà restituita al museo-memoriale dell'ex lager nazista, la più grande e atroce fabbrica della morte dell'Olocausto, il più grande cimitero del mondo. Con un blitz notturno, la polizia polacca, agenti speciali della Guardia di frontiera, del servizio segreto e dei reparti scelti del ministero della Difesa hanno preso d'assalto un'abitazione privata nel nord del Paese.
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Ancora una volta i polacchi ce l'hanno fatta, hanno mostrato al mondo di sapercela mettere tutta per affrontare le sfide del momento e della Storia. La targa di Auschwitz, quella con la sinistra scritta 'Arbeit macht frei' (il lavoro rende liberi), rubata nella notte tra giovedì e venerdì, è stata ritrovata e sarà restituita al museo-memoriale dell'ex lager nazista, la più grande e atroce fabbrica della morte dell'Olocausto, il più grande cimitero del mondo. Con un blitz notturno, la polizia polacca, agenti speciali della Guardia di frontiera, del servizio segreto e dei reparti scelti del ministero della Difesa hanno preso d'assalto un'abitazione privata nel nord del Paese.
Là hanno ritrovato la targa, tagliata in tre parti per renderla trasportabile. Là, hanno detto i portavoce della polizia, hanno sorpreso e arrestato i cinque presunti ladri-profanatori, cinque uomini tra i 20 e i 39 anni. Nelle prossime ore le autorità forniranno nuovi dettagli.
L'impegno senza riserve e l'efficienza del più importante tra i Paesi entrati di recente nell'Unione europea e nella Nato hanno dunque risolto il caso criminale più clamoroso di questi giorni, cioè appunto il furto del massimo simbolo e oggetto della Memoria della Shoa, il genocidio del popolo ebraico che il regime nazista pianificò a tavolino alla conferenza di Wannsee e attuò con spaventosa precisione industriale.
Il campo di sterminio di Auschwitz, costruito dagli occupanti nazisti nella Polonia occupata e destinata anche lei all'annientamento etnico, fu edificato a circa 70 chilometri da Cracovia, la più bella città polacca, e prima capitale. Per sfregio al Paese che fu aggredito con l'attacco che dette inizio alla seconda guerra mondiale. E perché geograficamente Auschwitz era come il centro di una ragnatela, cuore di una rete di linee ferroviarie con cui arrivavano i treni della morte, e vicino alle industrie e miniere dove i deportati lavorarono trattati come bestie prima di finire torturati, vittime di criminali esperimenti "medico-scientifici", poi assassinati con il gas letale Zyklone-B e inceneriti nei forni crematori. Oltre un milione e centomila persone furono assassinate ad Auschwitz e Birkenau, i due campi di sterminio uniti, dai nazisti. In massima parte ebrei, poi resistenti polacchi, rom, prigionieri di guerra sovietici.
Il campo di sterminio di Auschwitz, costruito dagli occupanti nazisti nella Polonia occupata e destinata anche lei all'annientamento etnico, fu edificato a circa 70 chilometri da Cracovia, la più bella città polacca, e prima capitale. Per sfregio al Paese che fu aggredito con l'attacco che dette inizio alla seconda guerra mondiale. E perché geograficamente Auschwitz era come il centro di una ragnatela, cuore di una rete di linee ferroviarie con cui arrivavano i treni della morte, e vicino alle industrie e miniere dove i deportati lavorarono trattati come bestie prima di finire torturati, vittime di criminali esperimenti "medico-scientifici", poi assassinati con il gas letale Zyklone-B e inceneriti nei forni crematori. Oltre un milione e centomila persone furono assassinate ad Auschwitz e Birkenau, i due campi di sterminio uniti, dai nazisti. In massima parte ebrei, poi resistenti polacchi, rom, prigionieri di guerra sovietici.
Probabilmente, fanno capire i portavoce della polizia, non è casuale che i ladri abbiano portato al nord la targa dall'ex lager (che si trova nel sud della Polonia). Forse speravano di raggiungere un porto o un confine e trafugarla all'estero. Rimane da chiarire il movente del crimine e chi siano i mandanti. La polizia polacca, in contatto con l'Interpol e con i servizi segreti tedesco, britannico e israeliano, ha attuato la sua caccia all'uomo lavorando su due piste: neonazisti oppure collezionisti folli e ricchissimi.
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