lunedì 14 dicembre 2009

INCONTRO AL NATALE 2009 (13) - SIGNIFICATO TEOLOGICO-PASTORALE DEL TEMPO D'AVVENTO E DI NATALE / 3

Vademecum per il tempo di Avvento e di Natale
A cura dell’Ufficio Liturgico Diocesano
Diretto da Don Francesco Martignano
Tratto dal Sito Internet
diocesinardogallipoli.it
Terza Domenica di Avvento
dal Rito del Lucernario
"Nelle tenebre si è accesa una luce,
nel deserto si è levata una voce.
E’ annunciata la buona notizia:
il Signore viene!
Preparate le sue vie, perché ormai è vicino.
Ornate la vostra anima
come una sposa si adorna nel giorno delle nozze.
E’ arrivato il messaggero.
Giovanni Battista non è la luce,
ma uno che annuncia la luce.
Mentre accendiamo la terza candela
ognuno di noi vuole essere
tua torcia che brilla,
fiamma che riscalda.
Vieni, Signore, a salvarci,
avvolgici nella tua luce,
riscaldaci nel tuo amore!"

Significato teologico-pastorale
In concomitanza con tali celebrazioni, occorre fare spazio ad iniziative specifiche di catechesi e di preghiera che riguardino gli adulti, i giovani e le famiglie. Possono essere creati gruppi di ascolto in cui si coltiva la riflessione e la preghiera nelle case della gente, soprattutto là dove ci sono malati. Inoltre, si può introdurre la pratica, di origine nordica, della corona d’Avvento: in una corona di rami e fiori sono infissi quatto ceri da accendere uno per domenica secondo un rito lucernario descritto in questo sussidio. La medesima celebrazione si può tenere nelle case. L’importante è diffondere un segno che disponga tutti a prepararsi al Natale.
Anche il presepe rappresenta un segno religioso che stimola tutti al ricordo del Natale. “La sua preparazione (in cui saranno coinvolti particolarmente i bambini) diviene occasione perché i vari membri della famiglia si pongano in contatto con il mistero del Natale e si raccolgano talora per un momento di preghiera o di lettura delle pagine bibliche riguardanti la nascita di Gesù” (Direttorio su pietà popolare e liturgia, 104). In alcune parrocchie della Diocesi è invalsa la tradizione di organizzare un concorso di presepi con cui premiare quello artisticamente meglio riuscito. L’iniziativa è lodevole perché incentiva la creatività della fede, purchè escluda ogni finalità di tipo commerciale. Per quanto riguarda l’allestimento in chiesa, il presepe non deve essere collocato nel presbiterio, tanto più sotto l’altare, ma in un luogo adatto, lungo le navate laterali. E’, inoltre, proibito preparare scene di natività con attori figuranti dentro la chiesa a motivo del valore di segno a cui assolve il presepe. Il Direttorio su pietà popolare e liturgia afferma che «la pietà popolare propone alcune sue espressioni di preghiera, diverse, da paese a paese, che è opportuno valorizzare e, se è il caso, armonizzare con le celebrazioni stesse della Liturgia. Tali sono 1. lo svolgersi dei presepi viventi e l’inaugurazione del presepio domestico (…); 2. l’inaugurazione dell’albero di Natale» (n. 109). Per quanto riguarda quest’ultimo, la sua ornamentazione rispetti le tradizioni locali, ma è opportuno sensibilizzare che tra i doni posti sotto l’albero non manchino quelli per i poveri. Tuttavia, l’albero, pur essendo simbolo fortemente evocativo di Cristo vero albero della vita, non sia collocato in chiesa, ma nell’atrio d’ingresso, perché la sua origine resta pagana.
Nella messa di mezzanotte si valorizzi l’ufficio delle letture come preparazione immediata alla celebrazione dell’Eucaristia. Si canti l’annuncio della nascita del Signore secondo le indicazioni presenti nella Guida Liturgica Diocesana. Inoltre, la statuetta di Gesù Bambino sia collocata su un tronetto in prossimità del presbiterio sin dall’inizio della celebrazione e non venga coperta da alcun panno. Al termine della celebrazione, durante lo svolgimento della processione finale, al canto di Tu scendi dalle stelle o di un altro canto adatto il celebrante ripone la statuetta nel presepio e la incensa. A seguire, si ritorna processionalmente in sacrestia.

(3-Continua)

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