venerdì 4 settembre 2009

ZAZZERA (IDV): LETTERA APERTA AL PRESIDENTE VENDOLA


Comunicato del 11 Agosto 2009
Tratto dal Sito Internet
www.puglia.antoniodipietro.it
Ill.mo Presidente Vendola,
nel leggere la lettera indirizzata alla dr.ssa Desirèe Digeronimo ho avuto la sensazione che fosse stata scritta dall’avvocato personale di Berlusconi, Nicolò Ghedini, quando ha ricusato il giudice Nicoletta Gandus a Milano in merito alla competenza sul procedimento Mills. Mi sarei aspettato che di fronte all’inchiesta sulla sanità il centrosinistra avesse il coraggio di aprire una seria e profonda riflessione su come sono stati gestiti i soldi pubblici destinati alla salute dei pugliesi, sull’assenza di controlli, sugli interessi privati, sui legami con il malaffare e la malapolitica. Invece ad essere attaccato è un magistrato seriamente impegnato in delicatissime inchieste sulla mafia pugliese e minacciato dagli stessi clan. Mi sarei aspettato per esempio che lei chiarisse perchè tanti esponenti legati al mondo della sanità, che quattro anni fa hanno sostenuto Raffaele Fitto, oggi continuano a ricoprire ruoli di rilievo nella gestione della sanità pugliese. Quando parla di reti di amicizie che minerebbero l’indipendenza di giudizio di un magistrato o di esponenti della giustizia partecipi di festini dove sarebbe girata cocaina, a cosa si riferisce? Quando parla di servizi segreti deviati? Affermazioni irresponsabili che se non supportate da riscontri servono solo a destabilizzare poteri dello Stato o peggio sono sottili minacce in stile - mi consenta - “intimidatorio”. In caso contrario ha l’obbligo di presentarsi in Procura e chiarire nomi, fatti e circostanze. Vengono sollevate eccezioni sulla competenza dell’indagine sovrapponendosi al ruolo che spetta esclusivamente al Procuratore Generale. Bene ha fatto il vice presidente del CSM Nicola Mancino ad aprire un procedimento a tutela del magistrato. Eppure nessuno in passato ha mai sollevato eccezioni quando un sostituto procuratore antimafia di nome Michele Emiliano, oggi sindaco di Bari, era titolare dell’inchiesta Arcobaleno sulle tangenti intorno alla cooperazione con l’Albania. Quella inchiesta riguardava ancora una volta il centrosinistra ed è andata in prescrizione. Le leggi non sono atti insindacabili e possono essere sottomesse a controlli anche giudiziari. Nel caso specifico parliamo di leggi che riguardano l’ambito sanitario, laddove un assessore era allo stesso tempo controllore e controllato di sé stesso. Mi chiedo: può una legge di interesse pubblico essere sottomessa a interesse privato? Nel caso della Puglia questo è accaduto. Perché, Presidente, non ha presentato al CSM formale denuncia invece di ricorrere, questa volta si, alla spettacolarizzazione di una lettera pubblica? I magistrati baresi fino ad oggi invece non hanno rilasciato alcuna dichiarazione pubblica né fatto conferenze stampa. Le parole della sua lettera ricordano molto quelle del Presidente del Consiglio, che vive con fastidio la libertà dell’informazione e l’autonomia della magistratura. Presidente Vendola, il suo intervento è un grave attacco all’autonomia e all’indipendenza della magistratura, è un attacco a un principio sancito dalla Costituzione. Sono certo invece che da vice presidente dell’antimafia, voglio ricordarla così, oggi sarebbe stato con me da questa parte, davanti ai cancelli della procura di Bari per difendere il lavoro di magistrati liberi che semplicemente stanno facendo il loro dovere.
On. Pierfelice Zazzera

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