lunedì 28 settembre 2009

SPECIALE ENCICLICA "CARITAS IN VERITATE" - L'ENCICLICA E IL MONDO DEL LAVORO - IV (54.ESIMA PARTE)

L'Arcivescovo Crepaldi
presenta l’enciclica
al Comitato esecutivo
della CISL ROMA
17 settembre 2009
Tratto da ZENIT.org
9. Ritengo che il sindacato debba affrontare queste tematiche, uscendo lui per primo da queste dicotomie, di cui è espressione la contrapposizione pubblico / privato, interpretando il nuovo e trovando un significativo rapporto con tutte queste nuove realtà. Qui non si tratta più solo del vecchio “terzo settore”, espressione ormai obsoleta e figlia della medesima contrapposizione profit / non profit. Infatti la Caritas in veritate dice che indispensabili elementi di gratuità ci sono in tutti gli ambiti, senza dei quali niente può funzionare. Il sindacato ha una grande vocazione, quella di favorire la coesione sociale, facendosi portatore di rivendicazioni e di autentici valori, di richieste normative e salariali ma anche di spazi di espressione per la persona, spazi in cui le persone, soprattutto i giovani, i non ancora occupati (n. 64), possano rispondere alla loro chiamata e, così, dare il meglio di sé. Così facendo, il sindacato scoprirà nuovi importanti campi di intervento.
10. Tra questi campi nuovi di intervento vorrei richiamare qui i due principali: la famiglia e la vita. Come ho detto prima, la prospettiva proposta dalla Caritas in Veritate è di vedere nelle persone e nelle cose non una nostra produzione ma un dono di senso che ci responsabilizza all’esercizio di una libertà non arbitraria. Ora, questa esperienza si fa prima di tutto in famiglia, dove l’accoglienza reciproca nell’amore e l’accoglienza della vita insegnano la logica del dono. Questo ci rende fratelli. L’enciclica dice che la vicinanza può essere prodotta ma non la fraternità. Quest’ultima va accolta come un dono. Dove se non nella famiglia facciamo questa esperienza? La Caritas in Veritate spiega così cosa significhi che la famiglia è la cellula della società. Senza l’esperienza della gratuità non c’è fraternità. Se questa esperienza non si fa in famiglia - ossia se la famiglia viene indebolita - tutta la società ne risente. Lo stesso si deve dire della vita. L’enciclica ci ricorda che l’accoglienza della vita comporta una ricchezza economica e che ad essa è legato lo sviluppo.
Questi due grandi temi, unitamente ad altre tematiche particolarmente sensibili presenti nell’enciclica, dai drammi provocati dall’ingegneria bioetica a turismo a sfondo sessuale, mi inducono a fare un’ultima considerazione su una problematica di frontiera sulla quale il sindacato sarà fortemente chiamato in causa in futuro, ma su cui mi sembra non si rifletta a sufficienza. Mi riferisco al diritto all’obiezione di coscienza per tutti i lavoratori che entrano in contatto con disposizioni legislative che impongono loro di partecipare operativamente al non rispetto della vita e della famiglia. Non è il caso che io esemplifichi qui le tante situazioni che già oggi interessano moltissimi lavoratori non solo nel campo sanitario, ma anche in quello giuridico ed amministrativo. Né la carità né la verità possono essere un diritto. Infatti esse sono un dono e non si possono produrre, ma solo accogliere. Esiste però il diritto a cercare la verità e la carità e ad attenersi responsabilmente ad esse una volta scoperte. La Chiesa ha una “missione di verità”. Ma credo che anche il sindacato, nel suo ambito e con le sue modalità, abbia una missione di verità (n. 9). La Chiesa difende la verità dell’uomo e della famiglia perché altrimenti contraddirebbe la creazione. Anche il sindacato, nel suo ambito e con le sue modalità, deve difendere la verità dell’uomo e della famiglia, perché altrimenti diventano impossibili lo sviluppo e la giustizia. Tale difesa passa anche attraverso la difesa della libertà di coscienza del lavoratore.
NOTE
1) In senso stretto ne parlano i paragrafi 63 e 64.
2) «Ogni lavoratore è un creatore» (Caritas in veritate 41 che riprende la Laborem exercens).
3) E. Hadas, L’economia, la finanza e il bene: una crisi concettuale cit, p. 53.
4) S. Fontana, L’immateriale nell’economia. Crisi finanziaria e ripensamento di alcune categorie economiche, “Bollettino di Dottrina sociale della Chiesa” V (2009) 1, pp. 8-11.
(4-FINE)

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