sabato 26 settembre 2009

RITORNIAMO SUL CASO ELUANA (PRIMA PARTE) - OCCORRE UNA LEGGE PER EVITARE UN SECONDO CASO

Per il Cardinale Bagnasco,
l’etica evangelica è la via
della vera umanizzazione
Di Antonio Gaspari
21 settembre 2009
Tratto da ZENIT.org
Nel pomeriggio di lunedì, nel corso della prolusione al Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana (Cei), il Cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Cei, si è appellato al Parlamento italiano perchè si decida a varare una legge che scongiuri altre situazioni come quella di Eluana Englaro.
Il porporato ha spiegato che riguardo al dibattito sul fine-vita, “tema sul quale abbiamo dovuto purtroppo registrare in questi ultimi giorni un pronunciamento quanto meno ambiguo, attendiamo una legge che possa scongiurare nel nostro Paese altre situazioni tragiche come quella di Eluana”.
“Nel rispetto delle prerogative del Parlamento - ha poi rilevato il porporato - ci limitiamo ad auspicare che un provvedimento, il migliore possibile, possa essere quanto prima varato a protezione e garanzia di una categoria di soggetti tra i più deboli della nostra società, senza lasciarsi fuorviare da pronunciamenti discutibili”.
In questo senso, secondo il Cardinale Bagnasco, il lavoro già compiuto al Senato è prezioso, perché “dice la volontà di assicurare l’indispensabile nutrimento vitale a chiunque, quale che sia la condizione di consapevolezza soggettiva”.
L’Arcivescovo di Genova ha quindi sottolineato che “nell’agenda della vita socio-politica nazionale, sono in evidenza questioni importanti, alcune delle quali non possono - per la valenza etico-umanistica che racchiudono - non interessare il nostro ministero”.
Circa le critiche di una eventuale ingerenza della Chiesa nelle questioni che riguardano lo Stato, il Presidente della Cei ha affermato che “niente ci è più estraneo della volontà di far da padroni”.
Come “cittadini di questo Paese - ha aggiunto -, conosciamo bene i principi e le regole che reggono una democrazia pluralista, nella quale tuttavia le religioni sono presenze né abusive né sconvenienti, puntando esse in tutta trasparenza, e fuori da ogni logica mercantile, al colloquio con le coscienze e alla lievitazione della riflessione comune”.
Il Cardinale Bagnasco ha precisato che “l’etica evangelica non è una gabbia che si vuole imporre alla libertà, ma la via della vera umanizzazione”.
“Essa - ha continuato - è intrinseca alla fede proprio perché una fede che non diventi pratica coerente resta fuori dalla vita. La Chiesa offre questo servizio con la passione che nasce dall’amore verso Dio e verso l’umanità, senza arroganza o pregiudizio”.
Parlando del ruolo dei sacerdoti nella società, il porporato ha quindi ribadito: “siamo ben coscienti che gli altri, guardandoci, hanno il diritto di ricevere da noi, dal tessuto della nostra vita comunitaria, una testimonianza genuinamente cristiana”.
E anche quando i punti di vista possono essere legittimamente diversi, “non possiamo comportarci in maniera triste, come quelli che non hanno speranza”.
“La Chiesa, quando parla di temi antropologici - ha concluso il Presidente della Cei - lo fa non per invadere campi di competenza altrui, o ancor meno per distogliersi dal proprio Signore, ma per il dovere di trarre le conseguenze necessarie dal mistero di Cristo, che rivela all’uomo le sue reali dimensioni, esattamente come insegna il Concilio Vaticano II”.

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