giovedì 2 luglio 2009

PROCESSO DELL'UTRI - INTERCETTAZIONI IRRILEVANTI


Tratto dal Sito Internet

www.antoniodipietro.it
Terza udienza del processo d’appello a Marcello Dell’Utri. Di questo processo non troverete traccia nei Tg e nella stampa. Non ne sentirete parlare per bocca dei politicanti. C’è un codice d’onore, oramai condiviso, tra i partiti: non accusarsi a vicenda di malaffare, ognuno si tiene il suo senza denunciare l’altro. Inutile attaccarsi a vicenda, quando non puoi avere alcun vincitore!
La terza via, tra la denuncia ed il silenzio, è la “questione etica” a cui i partiti hanno rinunciato poichè non fa parte dei cromosomi della politica. Io non ci rinuncio.
La gravità dei reati, per cui è stato condannato in primo grado il senatore del Pdl, allora Forza Italia, avrebbe squassato qualsiasi partito. Come è possibile che ciò non sia avvenuto nel caso Dell'Utri? Perchè l’informazione istituzionale non ne ha parlato?
L’opposizione governativa tace mentre Italia dei Valori è stata oscurata, e la Rete rimane l’unica alternativa per continuare ad informarsi su trame di Stato.
Svegliatevi.
[da pagina 782-783 del
testo della sentenza primo grado]
Il P.M. ha ricordato che sulla vicenda sono state espletate indagini nell’ambito del procedimento penale 6031/94 R.G.N.R. in cui Marcello Dell’Utri e Silvio Berlusconi sono stati indagati in ordine al reato di concorso in riciclaggio continuato con Bontate Stefano, Teresi Girolamo ed ignoti, commesso in Palermo, Milano ed altrove dal 1980-1981 in poi.
L’input alle indagini era stato fornito da alcune dichiarazioni rese da Rapisarda Filippo Alberto, il 5 maggio 1987, al giudice istruttore del Tribunale di Milano, aventi ad oggetto il reinvestimento di notevoli flussi di denaro di origine illecita nelle società del gruppo facente capo a Silvio Berlusconi.
In quella occasione, il Rapisarda aveva riferito di avere incontrato, nel 1978 in Piazza Castello a Milano, il Bontate ed il Teresi e di avere appreso da quest’ultimo che stava per entrare in società con Silvio Berlusconi in una azienda televisiva per la quale occorrevano 10 miliardi.
Al riguardo, gli aveva chiesto, tra il serio ed il faceto, il suo parere sulla “bontà” dell’affare.
Lo stesso Rapisarda era tornato sull’argomento, il 7 novembre ed il 12 dicembre 1997, nel corso di spontanee dichiarazioni rese alla Procura della Repubblica presso il locale Tribunale, riferendo che, nel 1980-1981, Marcello dell’Utri aveva chiesto ed ottenuto dal Bontate e dal Teresi un finanziamento di 20 miliardi da utilizzare per l’acquisto di “pacchetti-film”.
Nel corso delle indagini erano state, anche, acquisite le dichiarazioni, aventi ad oggetto avvenuti contatti tra Dell’Utri, Bontate e Teresi in relazione alla nascita delle televisioni del gruppo FININVEST, rese dai collaboratori di giustizia Pennino Gioacchino.

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