Tratto dal Sito Internet
www.antoniodipietro.it
Un articolo di oggi de "The Indipendent" si interroga su come mai gli italiani passino "in cavalleria" il comportamento di un erotomane alla Presidenza del Consiglio.
Prima di spiegare il motivo del perché gli italiani se “lo tengono”, vorrei ribadire che ci sono alcuni milioni di cittadini invisibili che sono “obbligati a tenerselo” poiché, ogni volta che Silvio Berlusconi è sull’orlo di una condanna che lo spedirebbe a San Vittore, il Madoff nostrano promulga una legge che depenalizza i reati o lo immunizza dai processi.
Torniamo ai motivi per cui il Belpaese sembra indifferente allo squallore che avvolge una delle più importanti cariche istituzionali: le distorsioni del sistema che spiegano questo “perdonismo nazionale” sono principalmente tre.
La prima distorsione è il conflitto di interessi che da una parte consente a Berlusconi un utilizzo improprio delle istituzioni per fini personali, dall’altra gli offre un fiume di denaro per la sua propaganda becera. Il suo impero economico e la posizione che ricopre nelle istituzioni gli consentono di bombardare i cittadini con una continua propaganda mediatica e di favorire economicamente le lobby che ne mantengono la permanenza al potere. Chi non è sotto il suo diretto controllo tende comunque a compiacerlo per trarre possibili vantaggi ed entrare in un meccanismo che offre garanzie di sopravvivenza esclusivamente grazie a fiumi di denaro pubblico.
La seconda distorsione consiste nel meccanismo del voto di scambio che mette sotto scacco la penisola soprattutto al Sud dove larga parte dell’elettorato, stretto dalla morsa dell’occupazione, si affida alla struttura parastatale della criminalità organizzata che, a sua volta, ha relazioni molto strette con il partito di Marcello Dell’Utri. La guerra scissionista tra l’ex-Forza Italia e il Partito del Sud, di cui sentiamo parlare in queste settimane, non è altro che una rinegoziazione intestina per delineare nuovi equilibri di potere per la gestione delle risorse economiche del Meridione. Il Partito del Sud, se nascerà, sarà in realtà il primo partito del centrodestra, ma Berlusconi non può permetterselo. Per questa ragione non ci sarà nessun Partito del Sud.
La terza distorsione è stata la mancanza, fino ad ora, di un’opposizione vera e forte che risolvesse le prime due questioni, avendone avuta l’occasione nei precedenti governi. Sostanzialmente gli attuali partiti, fino ad oggi, sono stati in competizione politica con il solo obiettivo di andare al potere più che pensare allo sviluppo del Paese. Per questo hanno definito una serie di regole volte a garantire la loro permanenza in politica e senza sostanziali cambiamenti.
Ora il Paese ha un’opportunità per rompere questo schema attraverso l’Italia dei Valori, una forza che ha acquisito un consenso importante per cambiare il Paese. I continui attacchi che l’IdV riceve da ogni parte sono la prova che questo ecosistema politico è in pericolo e che i partiti lo stanno disperatamente difendendo.
Quindi, cara Europa, non siamo tutti dei berluscones e, a chi lo è, potremmo concedere l’attenuante del plagio.
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Un articolo di oggi de "The Indipendent" si interroga su come mai gli italiani passino "in cavalleria" il comportamento di un erotomane alla Presidenza del Consiglio.
Prima di spiegare il motivo del perché gli italiani se “lo tengono”, vorrei ribadire che ci sono alcuni milioni di cittadini invisibili che sono “obbligati a tenerselo” poiché, ogni volta che Silvio Berlusconi è sull’orlo di una condanna che lo spedirebbe a San Vittore, il Madoff nostrano promulga una legge che depenalizza i reati o lo immunizza dai processi.
Torniamo ai motivi per cui il Belpaese sembra indifferente allo squallore che avvolge una delle più importanti cariche istituzionali: le distorsioni del sistema che spiegano questo “perdonismo nazionale” sono principalmente tre.
La prima distorsione è il conflitto di interessi che da una parte consente a Berlusconi un utilizzo improprio delle istituzioni per fini personali, dall’altra gli offre un fiume di denaro per la sua propaganda becera. Il suo impero economico e la posizione che ricopre nelle istituzioni gli consentono di bombardare i cittadini con una continua propaganda mediatica e di favorire economicamente le lobby che ne mantengono la permanenza al potere. Chi non è sotto il suo diretto controllo tende comunque a compiacerlo per trarre possibili vantaggi ed entrare in un meccanismo che offre garanzie di sopravvivenza esclusivamente grazie a fiumi di denaro pubblico.
La seconda distorsione consiste nel meccanismo del voto di scambio che mette sotto scacco la penisola soprattutto al Sud dove larga parte dell’elettorato, stretto dalla morsa dell’occupazione, si affida alla struttura parastatale della criminalità organizzata che, a sua volta, ha relazioni molto strette con il partito di Marcello Dell’Utri. La guerra scissionista tra l’ex-Forza Italia e il Partito del Sud, di cui sentiamo parlare in queste settimane, non è altro che una rinegoziazione intestina per delineare nuovi equilibri di potere per la gestione delle risorse economiche del Meridione. Il Partito del Sud, se nascerà, sarà in realtà il primo partito del centrodestra, ma Berlusconi non può permetterselo. Per questa ragione non ci sarà nessun Partito del Sud.
La terza distorsione è stata la mancanza, fino ad ora, di un’opposizione vera e forte che risolvesse le prime due questioni, avendone avuta l’occasione nei precedenti governi. Sostanzialmente gli attuali partiti, fino ad oggi, sono stati in competizione politica con il solo obiettivo di andare al potere più che pensare allo sviluppo del Paese. Per questo hanno definito una serie di regole volte a garantire la loro permanenza in politica e senza sostanziali cambiamenti.
Ora il Paese ha un’opportunità per rompere questo schema attraverso l’Italia dei Valori, una forza che ha acquisito un consenso importante per cambiare il Paese. I continui attacchi che l’IdV riceve da ogni parte sono la prova che questo ecosistema politico è in pericolo e che i partiti lo stanno disperatamente difendendo.
Quindi, cara Europa, non siamo tutti dei berluscones e, a chi lo è, potremmo concedere l’attenuante del plagio.
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