Tratto dal Sito Internet
www.antoniodipietro.it
La Costituzione della Repubblica Italiana e' la legge fondamentale e fondativa dello Stato italiano.
Quando fu scritta e approvata nel 1948 la storia d’Italia era fatta da uomini di tutt'altra integrità e da politici di tutt'altra levatura rispetto a quelli che attualmente ci ritroviamo nelle istituzioni. Allora le leggi si scrivevano leggendo la Costituzione per ricalcarne i principi, oggi si consulta per trovare zone d’ombra in cui poter incuneare un decreto porcata che la violi nello spirito, magari salvaguardando la forma.
Pensare all’azzeccagarbugli Niccolò Ghedini che studia la Costituzione per infilarci il Lodo Alfano, la legge sulla sicurezza e quella sulle intercettazioni è uno spettacolo che un’opposizione seria non può tollerare, e l’Italia dei Valori non lo tollera.
Luigi Einaudi non avrebbe mai immaginato un governo come il "Berlusconi IV", né avrebbe firmato e promulgato una legge come il Lodo Alfano.
I giudici della Consulta nel 1955, anno della nascita dell’organismo, non avrebbero mai immaginato di poter cenare con Mario Scelba, allora Presidente del Consiglio, se costui fosse stato interessato qualche mese dopo da un giudizio della Consulta. E se lo avessero fatto, Einaudi, in qualità di Capo dello Stato, si sarebbe sicuramente espresso con toni tutt’altro che concilianti.
La Costituzione va difesa perché è il fondamento della democrazia e ove questa dovesse presentare zone d’ombra, e non è il caso delle leggi sulla sicurezza, sulle intercettazioni e Lodo Alfano, che sono palesemente anticostituzionali, ci si deve affidare non agli azzeccagarbugli di palazzo, ma al senso delle istituzioni e al volere popolare.
Gli italiani vogliono il Lodo Alfano? No.
Hanno dovuto subirlo per decreto. E’ accettabile estenderlo anche a reati compiuti prima del mandato su cui insiste? No.
Gli italiani vorrebbero che a vigilare sulla loro sicurezza siano comuni cittadini, a loro spese e a loro rischio, piuttosto che forze di polizia dello Stato che, comunque, già pagano? No.
Gli italiani vorrebbero eliminare le intercettazioni, come strumento di indagine dei giudici, per lasciar delinquere criminali e politici corrotti? No.
La prova di questo sta nel fatto che coloro che hanno proposto queste leggi non ne hanno parlato in campagna elettorale, salvo poi raggirare i cittadini dopo il voto, così come accadde per l’indulto bipartisan del governo Prodi. Magari il “rotear di scimitarra sarà vano” per ora, ma quando il vento cambierà, e cambierà, non voglio essere tra coloro che avrebbero potuto scegliere tra una piuma ed una spada, ed hanno scelto la piuma.
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La Costituzione della Repubblica Italiana e' la legge fondamentale e fondativa dello Stato italiano.
Quando fu scritta e approvata nel 1948 la storia d’Italia era fatta da uomini di tutt'altra integrità e da politici di tutt'altra levatura rispetto a quelli che attualmente ci ritroviamo nelle istituzioni. Allora le leggi si scrivevano leggendo la Costituzione per ricalcarne i principi, oggi si consulta per trovare zone d’ombra in cui poter incuneare un decreto porcata che la violi nello spirito, magari salvaguardando la forma.
Pensare all’azzeccagarbugli Niccolò Ghedini che studia la Costituzione per infilarci il Lodo Alfano, la legge sulla sicurezza e quella sulle intercettazioni è uno spettacolo che un’opposizione seria non può tollerare, e l’Italia dei Valori non lo tollera.
Luigi Einaudi non avrebbe mai immaginato un governo come il "Berlusconi IV", né avrebbe firmato e promulgato una legge come il Lodo Alfano.
I giudici della Consulta nel 1955, anno della nascita dell’organismo, non avrebbero mai immaginato di poter cenare con Mario Scelba, allora Presidente del Consiglio, se costui fosse stato interessato qualche mese dopo da un giudizio della Consulta. E se lo avessero fatto, Einaudi, in qualità di Capo dello Stato, si sarebbe sicuramente espresso con toni tutt’altro che concilianti.
La Costituzione va difesa perché è il fondamento della democrazia e ove questa dovesse presentare zone d’ombra, e non è il caso delle leggi sulla sicurezza, sulle intercettazioni e Lodo Alfano, che sono palesemente anticostituzionali, ci si deve affidare non agli azzeccagarbugli di palazzo, ma al senso delle istituzioni e al volere popolare.
Gli italiani vogliono il Lodo Alfano? No.
Hanno dovuto subirlo per decreto. E’ accettabile estenderlo anche a reati compiuti prima del mandato su cui insiste? No.
Gli italiani vorrebbero che a vigilare sulla loro sicurezza siano comuni cittadini, a loro spese e a loro rischio, piuttosto che forze di polizia dello Stato che, comunque, già pagano? No.
Gli italiani vorrebbero eliminare le intercettazioni, come strumento di indagine dei giudici, per lasciar delinquere criminali e politici corrotti? No.
La prova di questo sta nel fatto che coloro che hanno proposto queste leggi non ne hanno parlato in campagna elettorale, salvo poi raggirare i cittadini dopo il voto, così come accadde per l’indulto bipartisan del governo Prodi. Magari il “rotear di scimitarra sarà vano” per ora, ma quando il vento cambierà, e cambierà, non voglio essere tra coloro che avrebbero potuto scegliere tra una piuma ed una spada, ed hanno scelto la piuma.
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