lunedì 20 luglio 2009

PROCESSO DELL'UTRI: LA LETTERA CIANCIMINO


18 Luglio 2009
Tratto dal Sito Internet
www.antoniodipietro.it
Domani 19 luglio del 1992 e' la data tristemente nota per la strage di via D'Amelio in cui persero la vita
Paolo Borsellino, gli agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. L'unico sopravvissuto è Antonino Vullo. Ora le indagini per le stragi di Palermo, dei giudici Falcone e Borsellino, ma anche per gli attentati di Milano e Firenze, sono state riaperte. In questi giorni è spuntato un documento di Massimo Ciancimino, figlio del boss Vito Ciancimino morto nel 2002 che dovrebbe confermare l’ipotesi di una «trattativa» che vedeva sul piatto da una parte la consegna del boss mafioso Totò Riina allo Stato, cosa effettivamente avvenuta, in cambio dell'abolizione del carcere duro. Oggi la mafia non ha bisogno di stragi eclatanti, né di omicidi eccellenti, si limita a qualche assassinio nelle amministrazioni locali. Le stragi di Stato non ne vediamo da quegli anni ’90 e costarono l'arresto ed il carcere ai vertici del clan dei Corleonesi.
Il motivo ritengo sia semplice, non penso ad accordi tra Stato e criminalità oggi, né ad armistizi prolungati per una ragione: un accordo o una tregua si stipulano tra entità completamente distinte. Nel nuovo millennio queste due entità non sono “distinte” si sono anzi mescolate inestricabilmente in un gioco di potere ed infiltrazioni che hanno reso le stragi un mezzo superato e non più necessario e per cui si paga un prezzo troppo alto: Corleonesi docent.
Pubblico l’udienza del processo d’appello a Marcello Dell’Utri che oggi rappresenta l’esempio di come la mafia e le relazioni mafiose siano fortemente compenetrate con i poteri delle istituzioni.
Di seguito il testo del servizio del nostro inviato:
"Venerdì 10 luglio 2009, un cordiale saluto dal tribunale di Palermo, udienza del processo d'appello per il senatore berlusconiano Marcello Dell'Utri, imputato di concorso esterno in associazione mafiosa, già condannato a 9 anni in primo grado, oggi era attesa la requisitoria del procuratore generale Antonino Gatto, ma una lettera ritrovata qualche giorno fa tra le carte dimenticate relativa al processo contro Massimo Ciancimino, il figlio dell'ex sindaco di Palermo Vito, ha ha indotto lo stesso procuratore a chiederne l'acquisizione agli atti...".

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