mercoledì 24 giugno 2009

PROCESSO DELL'UTRI: SICILIA IN OSTAGGIO


22 Giugno 2009
Tratto dal Sito Internet
www.antoniodipietro.it

Venerdi 19 giugno si e' svolta la terza udienza del processo d’appello a Marcello Dell'Utri per concorso esterno in associazione mafiosa. Il processo di primo grado, lo ricordo, si e' concluso con la sentenza dell'11 dicembre 2004 e la condanna del senatore a nove anni di reclusione e a due anni di libertà vigilata, oltre all'interdizione perpetua dai pubblici uffici e il risarcimento dei danni alle parti civili.
Marcello Dell’Utri è il fondatore di Forza Italia, partito nato nel 1994 per colmare il vuoto lasciato dalla Democrazia Cristiana, e divenuta la prima forza politica dell’isola grazie agli accordi con gli uomini di Cosa Nostra.
Nel testo della sentenza di condanna del signor Dell’Utri si legge:
"Vi è la prova che Dell’Utri aveva promesso alla mafia precisi vantaggi in campo politico e, di contro, vi è la prova che la mafia, in esecuzione di quella promessa, si era vieppiù orientata a votare per Forza Italia nella prima competizione elettorale utile e, ancora dopo, si era impegnata a sostenere elettoralmente l’imputato in occasione della sua candidatura al Parlamento Europeo nelle fila dello stesso partito, mentre aveva grossi problemi da risolvere con la giustizia perchè era in corso il dibattimento di questo processo penale."
L’accordo tra uomini d’onore viene rispettato: dal 1994 il primo partito in Sicilia, senza rivali, sarà Forza Italia. I risultati delle elezioni regionali in Sicilia, del 1996, 2001, 2006 e 2008, dove Forza Italia è stata sempre il primo partito, ne sono una prova:
- anno 1996, 456.127 voti, 17,1%, 17 seggi,
- anno 2001, 628.028, 25,1%, 20 seggi,
- anno 2006, 471.634 voti, 19,2% con 17 seggi,
- anno 2008, il serpente cambia pelle, ma non veleno, si chiama Popolo delle libertà e fagocita Alleanza Nazionale, raggiungendo i 900.149 voti, 33,42% dei votanti e 34 seggi.
Un patto col diavolo onorato dal Presidente del Consiglio da ben tredici anni, un patto di sangue che tiene la Sicilia in ostaggio da quel 16 giugno 1996.
Testo dell'intervento
Venerdì 19 giugno 2009, un cordiale saluto dal tribunale di Palermo, udienza del processo d'appello per il senatore berlusconiano Marcello Dell'Utri, imputato di concorso esterno in associazione mafiosa, oggi doveva essere la giornata dell'acquisizione di 2 intercettazioni in cui Dell'Utri viene nominato da alcuni indagati per mafia come figura delle istituzioni, da non nominare da un lato, e come assegnatore di appalti dall'altro, il pm Antonino Gatto, come richiesto dai giudici, ha depositato i verbali con le trascrizioni dei colloqui telefonici oggetto del capo di imputazione, mentre ci vorrà ancora qualche giorno per l'acquisizione delle bobine con le conversazioni.
Le difese hanno chiesto il rinvio dell'udienza per poter esaminare i verbali ed eventualmente chiedere ai giudici di respingere l'acquisizione con le loro motivazioni sulla loro eventuale inutilità. Saranno poi i giudici, con ordinanza attesa presumibilmente per venerdì prossimo, a stabilire se quelle intercettazioni sono necessarie ai fini del processo.
Ora un'intervista al difensore di Marcello Dell'Utri.
Avv. G.Di Peri: Bè oggi è stata un'udienza di routine perché il procuratore generale ha reiterato una richiesta che aveva già formulato all'udienza scorsa e che gli era già stata rigettata. L'ha integrata con del materiale cartaceo noi abbiamo chiesto termine per poter esaminare questo materiale.
Inviato Idv: si trattava di due colloqui no?
Avv. G.Di Peri: si tratta di due conversazioni telefoniche intercettate nell'ambito di due diversi procedimenti che riguarderebbero,secondo la prospettazione dell'accusa, anche il senatore Dell'Utri. Le dirò che noi riteniamo assolutamente insufficienti e anche un po' insignificanti queste conversazioni, però esprimeremo le nostre valutazioni quando compiutamente avremo potuto vedere gli atti.
Inviato Idv: prossima udienza?
Avv. G.Di Peri: prossima udienza è fra una settimana. Il presidente dà una forte accelerazione, com'è giusto che sia, a questo processo.

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