mercoledì 24 giugno 2009

PALERMO COME NAPOLI


23 Giugno 2009
Tratto dal Sito Internet
www.italiadeivalori.it
Pubblichiamo un servizio del nostro inviato a Palermo. In Sicilia il copione "monnezza" è lo stesso della Campania.
I rifiuti per le strade, ed il loro smaltimento, sono oramai emergenza nazionale, come lo furono, e lo sono tutt'ora, nella città partenopea. Anche a Palermo la sensazione è quella di un "volontario abbandono" per ottenere obiettivi trasversali come il finanziamento e la costruzione di nuovi inceneritori, che faranno la fortuna di pochi affaristi e comprometteranno la salute di molti cittadini.
Nel servizio ascolterete Gabriele Dulcetta Presidente Apas (Associazione Protezione Ambiente Servizi), ciancialiolo. I cianciaioli si definiscono eco-volontari, e lo sono. L'attività del cianciaiolo la descriverà Gabriele nell'intervista. Dulcetta lanciò, mesi fa, un appello al sindaco forzista Diego Cammarata, appello che cadde nel vuoto. Una risposta mancata che lascia senza lavoro qualche centinaia di cianciaioli e senza pane le rispettive famiglie. Dopo tutto, quando l'obiettivo è creare l'emergenza rifiuto, chi per lavoro la risolve, va fermato...
Testo intervista
G.Dulcetta: Mi chiamo Gabriele Dulcetta, sono amministratore unico della Cooperativa dei cianciaioli. I cianciaioli erano coloro che all'interno della discarica, già dagli anni '50, differenziavano i rifiuti e i materiali recuperabili a partire dal ferro, dal cartone, dalla plastica, gli indumenti, levando le lattine di Coca Cola, le bottiglie di vetro, le lattine di metallo... tutto quello che era un rifiuto che conteneva un suo commercio economico.
Dal 1996 i cianciaioli sono stati buttati fuori dalla discarica di Bellolampo perché non potevano stare secondo le norme di sicurezza. Quindi i cianciaioli si sono trasferiti dalla discarica alla città, andando a fare la cernita del rifiuto presso i cassonetti posti in strada, togliendo tutti i materiali in esubero ai cassonetti, perché a Palermo i cassonetti sono sempre stati in numero inferiore rispetto alla popolazione, perciò i cittadini hanno sempre buttato i sacchetti dell'immondizia agli angoli dei pali, nei cestini da turista, li accantonavano a cumuli. Il cianciaiolo arrivava, scartava tutto quello che era recuperabile e si portava via tutto con la sua moto Ape. Quindi andava a conferire il tutto presso le piattaforme che gli pagavano il materiale come materia prima.
Dal 19 gennaio 2009 il cianciaiolo non può più svolgere l'attività perché con l'emergenza rifiuti a Palermo e provincia con lo stesso decreto applicato in Campania. Il cianciaiolo è ritenuto totalmente abusivo, non può più effettuare la raccolta e il trasporto di tale materiale perché non è più ritenuto materia prima, ma rifiuto.
A questo punto ci vogliono le autorizzazioni per il trasporto dei rifiuti, che i cianciaioli non hanno perché tutti loro hanno sempre lavorato con una semplice partita Iva come ditta individuale. Una buona parte ha preso la denuncia penale con tre anni e mezzo di condanna, che come primo reato viene accantonata con l'affidamento ai servizi sociali. Come secondo reato la condanna viene espletata con l'obbligo di firma e una pena direttamente all'Ucciardone col sequestro del mezzo.
E qua cade il paradosso delle famiglie: solo a Palermo sono in 400 a vivere di questo lavoro. 400 famiglie che si ritrovano con problemi sociali veramente gravi. Ho visto famiglie in cui marito e moglie si lasciano, oppure il marito picchia la moglie perché non riesce a portare il pane a casa, i figli che non riescono ad andare a scuola e vengono richiamati dai servizi sociali. E' accaduto proprio un fenomeno così grave che nessun Ente ancora, sia la parte istituzionale sia comunale che regionale, ha preso il caso come una gravità vera e propria. La prendono in maniera superficiale, dicendo va bè prima o poi i cianciaioli si leveranno dalla testa quello che vogliono fare. Ma non è così perché noi siamo nati con questo mestiere. E' questo che noi facciamo e non sappiamo fare altro al di fuori che scartare immondizia perché noi con l'immondizia vediamo solamente soldi. Per noi è ORO l'immondizia!
Inviato Idv: Per cui secondo lei questo divieto ha a che vedere con il cumulo di rifiuti a Palermo?
G.Dulcetta: Certo, per buona parte ha a che vedere. Del resto la gente non riesce ancora a percepire bene che il cartone va spacchettato, va impilato e che va messo per bene. No, a Palermo c'è una situazione di inciviltà vera e propria, o di una mancata informazione corretta da parte dell'Ente, che tutti i materiali vanno sistemati per bene e separati. Questo non è mai accaduto.Dal 5 marzo 2009 il sindaco di Palermo, Diego Cammarata, ha fatto un'ordinanza, la numero 86, che diceva che mandava in deroga per sei mesi tutte le norme previste sul trasporto e raccolta dei rifiuti per coloro che avviavano una procedura di raccolta ambulante, che è prevista nel Testo unico di igiene ambientale all'articolo 266, che come ambulantato si possono raccogliere tutti i rifiuti recuperabili e che concorrono al loro commercio. Bastava che il cianciaiolo avviava la procedura di regolarizzazione.
La procedura l'hanno fatta 320 cianciaioli su 400, ma oggi il sindaco di Palermo ha revocato l'ordinanza. Il cianciaiolo pur avendo fatto questo passaggio che gli hanno chiesto, cioè quello di mettersi come ditta individuale in ambulantato, è stata revocata l'ordinanza per cui decade il permesso di ambulantato.
Inviato Idv: Perché?
G.Dulcetta: Perché pare non sia appropriata al tipo di settore. Tra l'altro l'ordinanza doveva scadere il 5 settembre perché era in deroga per 6 mesi. L'ha ritirata proprio ora, al 18 di giugno.Il cianciaiolo da oggi rischia di essere arrestato, di aver sequestrato il mezzo, non può più portare da mangiare alla famiglia, i cianciaioli si ritroveranno di nuovo sicuramente per strada, scenderanno nuovamente in piazza.Dall'altra parte c'è un'altra categoria di cianciaioli, sono 80, che non avendo i requisiti morali per mettersi in regola come ambulanti, perché avevano precedenti penali e senza titolo di studio, hanno aperto una Cooperativa sociale Onlus basata sulla Legge 381/91 per il reinserimento nel mondo del lavoro. Io sono il presidente, siamo 80 persone che dovrebbero andare a lavorare ma è da un bel po' di tempo che attendiamo la convenzione a titolo gratuito, perché noi svolgiamo servizio pure per il Comune, se loro lo vogliono, di andare a prelevare i rifiuti recuperabili che concorrono al loro commercio, perché a noi interessa ricavare il rifiuto e il denaro per auto finanziare la Cooperativa e i dipendenti della Cooperativa, lo estraiamo col ricavato della vendita attraverso i consorzi della raccolta differenziata.
Non abbiamo mai chiesto un euro al Comune o alla Regione in quanto noi vogliamo solamente che ci aiutino in una fase di start-up.
Ora ci chiedono almeno i mezzi euro tre, noi abbiamo i mezzi un po' vecchi di trent'anni di vita, stiamo chiedendo se ci danno dei mezzi in comodato d'uso dal Comune o dalla Regione chiunque esso sia, stiamo aspettando una risposta. Stiamo chiedendo alcune cose essenziali. Visto che c'è la norma sulla sicurezza prevista sui luoghi di lavoro stiamo chiedendo il necessario perché abbiamo bisogno del vestiario: scarpe, guanti perché dobbiamo rendere questo lavoro a norma di legge, dobbiamo mettere in sicurezza il lavoratore. Se non ci danno aiuto saremo costretti a chiedere il finanziamento a qualche banca. Noi 80 siamo disposti a farlo se ci dessero la possibilità, e lo paghiamo ogni mese, basta che ci mettano in condizioni di andare a lavorare perché noi crediamo ciecamente ai rifiuti, come hanno creduto i nostri nonni, i nostri padri, ci crediamo pure noi. E vogliamo continuare a crederlo noi e farlo credere ai nostri figli perché ad oggi mio figlio mi chiede che cosa debbo fare, io gli rispondo che il lavoro che ha fatto tuo padre lo potrai fare pure tu se ci sarà uno sbocco futuro.

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