lunedì 29 giugno 2009

RICOSTRUIRE IL CENTRO-SINISTRA AFFOSSATO A MELISSANO DA POLITICHE SBAGLIATE SI PUO' - ORA E' NECESSARIO RIPARTIRE DA UNA SALUTARE SCONFITTA

Inutile nascondere il volto dietro l’indice.
Se c’è un perdente, a Melissano, è proprio il centro-sinistra che, nel complesso e nei vari orientamenti di lista, ha raggranellato solo 1.507 voti contro i 1.131 del centro-destra, con una differenza di soli 376 voti.
E’ ormai un dato di fatto che, la scelta del sindaco di Melissano, Roberto Falconieri, quale candidato consigliere del collegio, non è stata la scelta giusta e felice del Pd provinciale e se Loredana Capone ha perso, questo è successo soprattutto perché la piazzaforte della sinistra, ovvero Melissano, ha espresso oltre 1.000 voti in meno e perché qualcosa non ha funzionato nel nostro comune.
Ci troviamo di fronte ad una sinistra locale schiaffeggiata: con tanti voti in meno e con centinaia di cittadini che hanno preferito non votare affatto perché scoraggiati da personaggi bisognosi soltanto di poltrone assessorili.
Dall’altra parte, invece, tutto si fortifica, si riassetta e si consolida sempre più.
Sarebbe stato necessario evitare una sconfitta. Oggi, invece, si rende necessario ripartire da una salutare sconfitta.
E’ giunto il momento di fare il punto, così come il capitano di una nave corregge la direzione di marcia.
E’ giunto il momento di creare occasioni di incontro e di dialogo tra i partiti minori della sinistra, sforzandoci di buttare a mare le uova di struzzo marce.
E’ questo il forte appello che mi sento di fare alla segreteria melissanese del Partito Democratico, maggiore partito locale della sinistra.
Da parte mia, tutta la forza necessaria per un sereno dialogo e confronto, per intraprendere un percorso comune, per stilare nuovi obiettivi e programmi che mettano a fuoco e al primo posto Melissano e i cittadini.
Ovviamente, tutto questo avverrà nelle diversità (che non sempre sono un maleficio, anzi!) e nel percorso da me intrapreso con il partito dell’Italia dei Valori che si va a costruire nei prossimi mesi anche nella nostra realtà locale e che, nelle ultime consultazioni elettorali, ha ottenuto buoni e sorprendenti risultati.
Melissano e il suo centro-sinistra hanno fortemente bisogno di rinnovamento, di idee nuove da mettere in comune, di progetti sicuri e garantiti, di alternative valide di governo che vedano fuori personaggi-fanghiglia della politica di casa nostra. Energie e potenzialità ci sono, e vanno sfruttate prima che sia ancor più notte e più triste.
Melissano, 29 Giugno 2009
Stefano Giuseppe SCARCELLA
Referente Italia dei Valori - Melissano

30 GIUGNO 2009 ORE 12.00 - NUOVO CONSIGLIO COMUNALE

Convocato per domani a mezzogiorno, la seduta straordinaria d’urgenza di prima convocazione del Consiglio Comunale, per trattare l’unico argomento all’Ordine del Giorno:
1. CONVENZIONE PER IL SERVIZIO DI SEGRETERIA COMUNALE TRA IL COMUNE DI MELISSANO ED IL COMUNE DI TAVIANO - APPROVAZIONE SCHEMA DI CONVENZIONE.

PARTITA DELLA SOLIDARIETA' (MINI-TORNEO DI CALCETTO) ORGANIZZATA DALLE FIDAS DI MELISSANO E DI ALLISTE

Un’emoteca straordinaria prima di tutto, ed un mini-torneo di calcetto presso il campo sportivo di Posto Rosso.
Il tutto è organizzato per il 26 luglio secondo il seguente programma:
Ore 20.00 - Ritrovo presso il Campo Sportivo
Ore 20.30 - Fischio d’inizio delle sfide
FIDAS MELISSANO - FIDAS ALLISTE
AMMINISTRAZIONE MELISSANO - AMMINISTRAZIONE ALLISTE
Finale tra le due squadre vincitrici delle precedenti sfide
Premiazioni varie

DISSERVIZI POSTALI A MELISSANO - RISOLVONO (LE POSTE), DURERANNO A LUNGO INVECE I DISAGI CAUSATI DALLA MANCANZA DI NUMERI CIVICI IN MOLTE STRADE

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STORIE DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE / QUARTA PARTE - FERRUCCIO CAPUTO: FRA I 335 INNOCENTI TRUCIDATI ALLE FOSSE ARDEATINE






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LA GIUSTIZIA E' MORTA

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NON LASCIARMI MORIRE

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EMERGENZA RIFIUTI - INCONTRO IN PREFETTURA

Tratto dal Sito Internet
www.prefettura.lecce.it
Nel pomeriggio odierno ha avuto luogo, in Prefettura, una riunione, richiesta dalla Regione Puglia, in vista della chiusura dell’impianto in oggetto indicato, programmata, in attuazione degli accordi raggiunti nell’incontro del 7 gennaio scorso, per la fine del mese di giugno.
Nel corso dell’incontro è stato confermato che la discarica di Burgesi chiuderà il prossimo 30 giugno, atteso che, allo stato, sono state raggiunte le volumetrie massime di capienza.
Al contempo, si è preso atto che l’impiantistica prevista a servizio del bacino di utenza dell’ATO LE 3 sarà completata, presumibilmente, per il prossimo 30 settembre. Pertanto, si è resa necessaria l’individuazione di una soluzione transitoria per il conferimento dei rifiuti solidi urbani afferenti al bacino dell’ATO LE 3, per tutta la stagione estiva.
A tale riguardo, la Regione ha prospettato l’ipotesi di conferire i rifiuti presso la discarica di servizio/soccorso di Cavallino, posta a servizio del bacino di utenza dell’ATO LE 1, recentemente ultimata e non ancora in funzione.
In merito, il Presidente della Provincia e gli altri Enti coinvolti (ATO LE 1 e Sindaco del Comune di Cavallino) hanno evidenziato la presenza di difficoltà tecnico-funzionali per la definitiva entrata in esercizio della citata discarica.
Dopo ampia discussione si è, pertanto, concordato di procedere, d’intesa tra tutte le istituzioni interessate, all’individuazione di un sito di conferimento posto fuori la provincia di Lecce, previa conferma, a seguito di un sopralluogo tecnico che si terrà nella giornata di domani presso la discarica di servizio/soccorso di Cavallino, della non superabilità, allo stato, delle difficoltà sopra evidenziate.
27 Giugno 2009

VAI SUL SITO WWW.ANTONIODIPIETRO.IT ED INVITALI A DIMETTERSI DOPO LA VERGOGNOSA CENA

Tratto dal Sito Internet
www.antoniodipietro.it
A: Francesco Amirante, Presidente Corte Costituzionale
Oggetto: Cena vergognosa: si dimettano
Testo: "La invito a chiedere le dimissioni dalla Consulta dei giudici Paolo Maria Napolitano e Luigi Mazzella per salvaguardare la credibilità dell'istituzione che rappresentano, ed il giudizio che la Corte è chiamata ad esprimere il 6 ottobre sulla costituzionalita' del Lodo Alfano."
Poi clicca invia...
TROVERAI LA SCHERMATA
ALL'INTERNO DEL SITO
www.antoniodipietro.it

DIMETTETEVI: COMMENSALI INTERESSATI (PRIMA PARTE)

27 Giugno 2009
Tratto dal Sito Internet
www.antoniodipietro.com

Nessuna polemica, non vogliamo zuffe mediatiche sulla cenetta "tra vecchi amici", ma gli italiani hanno un dubbio.Cosa ci facevano a cena insieme un corruttore improcessabile, il suo scagnozzo al Ministero della Giustizia nonché firmatario del Lodo Alfano, un indagato per corruzione aggravata dal favoreggiamento a Cosa Nostra e presidente della commissione Affari Costituzionali del Senato, il fedele sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e due componenti della Corte Costituzionale, che il 6 ottobre saranno chiamati a pronunciarsi sulla costituzionalità della legge 128 del 2008, più nota come Lodo Alfano?
Solo lo scemo del villaggio potrebbe escludere che abbiano parlato del “problemaccio” incostituzionalità. Specie se il “problemaccio”, qualora dovesse verificarsi, equivarrebbe al rientro in scena di Silvio Berlusconi nel processo a David Mills con finale scontato di condanna per corruzione.I giudici Paolo Maria Napolitano e Luigi Mazzella hanno il dovere di non presentarsi all’udienza del 6 ottobre e di dimettersi dalla Consulta. Lo devono, non tanto agli italiani, verso cui mancano di rispetto con le ridicole spiegazioni su quei commensali così ben assortiti, ma ai loro colleghi per non compromettere la credibilità dell’istituzione che loro rappresentano.
Gli italiani non sono beoti, anche se il Presidente del Consiglio li sta facendo passare come tali, e non hanno bisogno di ascoltare le intercettazioni di quel tavolo di per capire che l’argomento più gettonato, tra un flut di Veuve Clicquot e un’aragosta, con ottime probabilità è stato il lodo della vergogna.
Su questo argomento Italia dei Valori avvierà una campagna di informazione senza scontifino al 6 ottobre.

DIMETTETEVI: IL "NON FATTO" DEL GIORNO (SECONDA PARTE)

28 Giugno 2009
Tratto dal Sito Internet
www.antoniodipietro.it
Il ‘minzolinismo’ è un cancro in metastasi nel Paese. Si è diffuso da Mediaset alla RAI ed ha contagiato la stampa. Ieri infettava il Tg1 sulle escort di Palazzo Grazioli, oggi i sintomi si manifestano su La Repubblica, su Il Corriere della Sera e su altre testate giornalistiche semilibere.
Eugenio Scalfari ha tracciato un interessante quadro, che condivido, sull’evanescenza delle misure adottate contro la recessione dal Consiglio dei Ministri. La sua analisi degli eventi importanti non può però limitarsi a questo spunto di riflessione né, tantomeno, il suo giornale può condurre una campagna serrata per la moralizzazione del Paese, indottrinandolo su escort, telefonate, sospetti, festicciole ed ogni minimo dettaglio sull’indecenza del Presidente del Consiglio, trasformando poi il fatto del giorno, la cena vergognosa tra governo e giudici di ieri, in un "non fatto". Un Premier, un sottosegretario, un ministro della Giustizia, due giudici della Consulta ed un Presidente della commissione Affari Costituzionali che ripassano a tavolino la lezione sul Lodo Alfano, non è un fatto rilevante?
Che c’è di male, avranno pensato nelle rispettive redazioni i direttori “indipendenti” Scalfari e De Bortoli. Poco importa se, guarda caso, il 6 ottobre la Corte si pronuncerà sulla costituzionalità del Lodo. Poco importa se tutti i commensali sono fortemente interessati all’esito di quel parere.
Perché tanto accanimento su scenari di desolazione morale e tanto ‘minzolinismo’ su questioni di rilevanza costituzionale? Qual è l’interesse di un oscuramento bipartisan?
Perché il Pd, a caccia di bave di vento per il rinnovamento, ha evitato anche questa tempesta, così come evitò quella della raccolta delle firme per il referendum contro il Lodo Alfano? Pesa di più un’escort o il sospetto di un inciucio per uno scacco matto alla Costituzione?
Chiedetelo ai capitani coraggiosi di cui sopra, mediatici e politici.

MINZOLINI, COME RENDERE PRIVATO IL SERVIZIO PUBBLICO


27 Giugno 2009
Di Pancho Pardi
Tratto dal Sito Internet
www.italiadeivalori.it
Rendere privato il servizio pubblico. Questo obbiettivo domina la scena quando il monopolista della televisione privata può controllare la televisione pubblica dal vertice del potere politico. C'è chi si adatta alla servitù volontaria, e chi no.
Quando Minzolini così scriveva in un suo articolo su Repubblica del 29 ottobre 1994: "Oggi penso che, se noi avessimo raccontato di più la vita privata dei leader politici, forse non saremmo arrivati a tangentopoli, forse li avremmo costretti a cambiare oppure andarsene. Non è stato un buon servizio il nostro fair play: abbiamo semplicemente peccato di ipocrisia...
La distinzione fra pubblico e privato è manichea: ripeto, un politico deve sapere che ogni aspetto della sua vita è pubblico. Se non accetta questa regola rinunci a fare il politico."Da bravo dialettico, nei suoi primi giorni di esperienza alla direzione del Tg1, si cimenta ora nella confutazione pratica della regola allora enunciata. Di più: con la scusa di non invadere la vita privata del presidente del consiglio ha nascosto la notizia sul giro di donne a pagamento nelle abitazioni del capo del governo, che tutti gli organi di stampa italiani e internazionali davano con grande rilievo, e su cui perfino il Tg5 di Mediaset rinunciava a esercitare una completa censura.
Poi, non contento, ha risposto ai rilievi del presidente Rai, usando in modo improprio lo spazio del telegiornale da lui stesso diretto, per ribadire la necessità del suo silenzio stampa.
Incurante della contraddizione logica: sosteneva trattarsi solo di chiacchiericcio ma dava largo spazio alla polemica nata dal chiacchiericcio perché questa permetteva di coinvolgere nel polverone altri politici.
Così la polemica nata sulla base della notizia vera ma nascosta diventava a sua volta notizia principale. Ha poi toccato il colmo quando ha dato larghissimo spazio alla smentita che Berlusconi ha messo in scena sul suo settimanale "Chi".
Per gli ascoltatori del solo Tg1 del tutto incomprensibile perché smentiva una notizia che il Tg1 non aveva voluto mai dare.A tanto porta l'abnegazione della servitù volontaria: rendere privato il servizio pubblico, a vantaggio di una sola persona.

L'OMBRA DI UN NUOVO INDULTO


28 Giugno 2009

Di Luigi Li Gotti
Tratto dal Sito Internet
www.italiadeivalori.it
In Commissione Giustizia, nella qualità di capogruppo Italia dei Valori, ho posto un problema fondamentale per la democrazia e per i lavori parlamentari. I disegni di legge presentati dall'intero gruppo Italia dei Valori, che a termine di regolamento dovrebbero essere fissati nel calendario dei lavori della commissione entro due mesi, a distanza di circa un anno non sono stati ancora fissati, e le nostre numerose interrogazioni parlamentari, atti ispettivi formulati al governo, non hanno ancora ricevuto risposta.
In Commissione Giustizia ho posto delle richieste di informativa, termine di regolamento al governo e al ministro della Giustizia, sul problema dell'edilizia penitenziaria e sul problema delle risorse finanziarie. Questo sistema di ignorare il lavoro dei parlamentare, di impedire che i disegni di legge vadano avanti e che vengano esaminati, ci ha veramente stancato. Ecco perché ho voluto porre il problema. Abbiamo dei disegni di legge di estrema importanza, come il testo unico sulle misure di prevenzione antimafia, presentato il 16 maggio dello scorso anno, tredici mesi fa, dove è stato nominato il relatore che dal mese di ottobre non ha ancora iniziato a svolgere la relazione.
Abbiamo il disegno di legge sull'ufficio per il processo e per la riqualificazione del personale giudiziario. E' iniziata la relazione nel settembre dello scorso anno e poi non se ne è più parlato. Non accettiamo che i regolamenti vengano calpestati in questo modo. La democrazia vive di istituzioni. Le istituzioni vivono di regolamenti e di diritti che possono essere esercitati.
Tra i diritti fondamentali del Parlamento e dei parlamentari c'è quello di formulare atti ispettivi e di presentare disegni di legge, ma la maggioranza ed il governo non vogliono che ciò accada, pretendono che sono i disegni di legge dello stesso governo vadano avanti.
A questo stato di cose ci siamo ribellati, e la nostra protesta è stata condivisa da tutta l'opposizione e anche da alcuni parlamentari della stessa maggioranza che ritengono assurdo il silenzio del governo su temi di cosi grande importanza. Non vorremo trovarci con un problema carcerario, che sta nuovamente esplodendo, e quindi con un nuovo indulto. Chiediamo al governo di sapere che cosa sta facendo in materia carceraria, considerando che alcune carceri appena costruite, che abbiamo visitato lo scorso giugno, che non sono state ancora aperte nonostante i lavori sono stati completati da anni, come il carcere di Reggio Calabria.

POSSO PALPARE LA SIGNORA?

GAFFE E FRASI STORICHE

sabato 27 giugno 2009

DISSERVIZI POSTALI A MELISSANO - 350 (???) FAMIGLIE CCHIU' FESSE TE L'ADDHE E CONDANNATE A RESTARE SENZA NUMERO PER 10 ANNI

"E' pur vero che su circa 3.000 abitazioni sono sprovviste di segnalazione solo in 350", parola di Roberto Falconieri, Sindaco della Città.
COME DIRE???
SU 3.000 AGNELLI, 350 CAPRE,
SU 3.000 FAMIGLIE
ECCO LE 350 CCHIU' FESSE
Ti pare poco sindaco della città?
E poi, porta in Consiglio Comunale la documentazione che, effettivamente, parliamo di sole 350 abitazioni, lo verifichino i Vigili Urbani nel frattempo...

DISSERVIZI POSTALI A MELISSANO - LA MAGGIORANZA HA FINITO PER PROTESTARE CONTRO SE STESSA E PUNTA L'INDICE PER NON ESSERE PUNTATA

Di Daniele Greco.
Tratto da "La Gazzetta del Mezzogiorno-Lecce"
del 26 Giugno 2009.
L'emergenza-poste in paese ha le ore contate. Ma intanto si apre un nuovo fronte di polemiche. Così come promesso da Poste Italiane nelle «concitate» fasi del sit-in di ieri l’altro, quando un intero paese, sindaco Roberto Falconieri in testa, ha occupato l’ufficio postale cittadino per protestare per la mancata consegna della corrispondenza a domicilio. Da ieri mattina è stato, infatti, riabilitato il postino a suo tempo trasferito in altra sede per «incompatibilità» ambientale.
L’operatore, incaricato della consegna nel rione Stazione, l’unico del paese interessato dal disservizio che ha scatenato la protesta dei residenti, resterà in carica fino al 30 giugno; poi fino al 30 settembre sarà assunto un nuovo trimestralista.
Tutto risolto, dunque? Non proprio perchè dai banchi dell’opposizione in consiglio comunale sale la voce di protesta del consigliere Stefano Scarcella, per il quale con l’azione di dissenso dell’altro giorno «la maggioranza ha finito per protestare contro se stessa».
Secondo Scarcella l’amministrazione comunale «punta l’indice per non essere puntata» dal momento che è giudicata corresponsabile del disagio procurato dalle Poste in quanto «non ha provveduto a portare a termine il progetto relativo alla sistemazione della nuova numerazione civica avviato da oltre sei anni».
Per questo, spiega ancora, «a tutt'oggi molte famiglie si trovano sprovviste del numero civico all’ester no della propria abitazione».
Pronta la reazione del sindaco Falconieri. «E' vero che quel progetto non è stato ancora completato, in attesa della sistemazione definitiva prevista entro il 2010 in funzione del censimento decennale del 2011, ma è pur vero che su circa 3.000 abitazioni sono sprovviste di segnalazione solo in 350. E nessuna di queste fa parte del rione Stazione dove la posta non arriva da mesi».

DISSERVIZI POSTALI A MELISSANO - I CITTADINI HANNO RAGIONE, MA GLI AMMINISTRATORI, PROMOTORI DELL'INIZIATIVA, PROTESTANO CONTRO SE STESSI

COMUNICATO STAMPA
I cittadini di Melissano reagiscono, con ragione e stanchi di tale assurda situazione, a questo problema che perdura oramai da molti mesi. Comprendo i cittadini, dunque, ma non comprendo l’assurda protesta degli amministratori che si fingono anche promotori della stessa.
La situazione è veramente paradossale poiché protestano contro se stessi perché il loro modo di amministrare contribuisce ad arrecare ulteriori danni e disagi ben più gravi alla cittadinanza e, mi riferisco alla numerazione civica che comporta anch’essa causa di disagio.
Dimentichiamo forse anche le colpe di questa Amministrazione Comunale per una numerazione civica incompleta da oltre 6 anni e con una convenzione ancora in piedi, firmata da Gianluca Mura, oggi Assessore al Bilancio!
Morale della storia: puntano l’indice per non essere puntati e lo scarica-barile funziona ancora.
Nella giornata di oggi ho formulato una interrogazione al sindaco di Melissano, Roberto Falconieri, ove si richiede l’interessamento immediato affinché si spieghino i motivi e, soprattutto, si risolva definitivamente il disagio arrecato a molte famiglie melissanesi che, a tutt’oggi, si trovano sprovviste del numero civico all’esterno della propria abitazione. Ho chiesto anche di elencare i motivi per cui si tiene in piedi una convenzione con una ditta che ha disatteso per lunghi anni i suoi impegni, soprattutto quello di dover completare l’opera entro 12 mesi, non entro 12 anni.
Melissano, 25 Giugno 2009
Stefano Giuseppe SCARCELLA
CONSIGLIERE COMUNALE

DISSERVIZI POSTALI A MELISSANO - INTERVIENE STEFANO SCARCELLA "DIMENTICHIAMO LE COLPE DI QUESTA AMMINISTRAZIONE COMUNALE"


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Tratto dal "Nuovo Quotidiano di Puglia-Lecce"
del 25 Giugno 2009.

DISSERVIZI POSTALI A MELISSANO - IL SINDACO GUIDA LA PROTESTA: "SIAMO AL PARADOSSO". MOROSITA' A CAUSA DEI RITARDI DELLE BOLLETTE

Di Daniele Greco.
Tratto da "La Gazzetta del Mezzogiorno-Lecce"
del 25 Giugno 2009.
«Ormai in paese la situazione è diventata insostenibile. Non si può far durare un’emerg enza così a lungo, esasperando i cittadini. E’ una storia assurda».
Il sindaco Roberto Falconieri si fa portavoce della protesta generale, dopo che da tempo molti cittadini non ricevono più la posta a domicilio. «La questione ormai si trascina da oltre un anno e mezzo - prosegue il primo cittadino di Melissano - Dapprima a scontare il disservizio è stato quasi metà paese, poi, con il potenziamento dell’organico dell’ufficio postale con un altro portalettere, è rimasto scoperto l’intero rione Stazione. Ma è mai possibile che non ci sia la disponibilità di un altro operatore? Eppure - dice Falconieri - risulta che Poste Italiane abbia liste di attesa costituite da 15mila tra giovani e meno giovani che hanno superato un concorso e che ora attendono di lavorare».
Oltre al danno, Melissano sconta anche la beffa. Perchè molti cittadini si vedono costretti a pagare multe salate per ritardati pagamenti, se non addirittura a dover richiedere la riattivazione di servizi ed utenze sospese per morosità.
«Ed è questo l’aspetto più grottesco della vicenda - dice Falconieri - e c'è di più, perché molte volte le giustificazioni del disservizio non sono tra le migliori. Spesso i cittadini sono invitati a tornare il giorno dopo, altre volte invece, al primo accenno di polemica e per tacitare lagnanze e reclami, arriva addirittura l’invito a recarsi presso l’ufficio comprensoriale di Casarano. Siamo al paradosso».

DISSERVIZI POSTALI A MELISSANO - NIENTE LETTERE, PAESE IN RIVOLTA. OCCUPATO L'UFFICIO POSTALE: "DISSERVIZI ASSURDI E PARADOSSALI"


I CITTADINI ESASPERATI
IN MASSA NELLA SEDE DEI DISAGI
"E' UN ANNO E MEZZO
CHE VA AVANTI COSI'"
Di Daniele Greco.
Tratto da "La Gazzetta del Mezzogiorno-Lecce"
del 25 Giugno 2009.

Tanto tuonò che piovve. La «bufera» scatenata dai continui e atavici disservizi dell’ufficio postale cittadino ha finito per coinvolgere in prima persona anche il sindaco del paese. Roberto Falconieri si è schierato in prima fila nel sit-in di protesta sfociato nell’occupazione dell’ufficio postale.
La giornata della rivolta popolare contro Poste italiane ha avuto avvio nella prima mattinata di ieri. Quando un gruppo di cittadini, esasperati come sempre da quando il problema della mancata consegna della corrispondenza al proprio domicilio è iniziato, più di un anno e mezzo fa, ha bussato nuovamente alla porta del primo cittadino.
Il sindaco ha ricevuto la delegazione di cittadini nell’aula consiliare, ma quando il termometro del malcontento ha raggiunto limiti inattesi, per dare dimostrazione dell’esasperazione collettiva, si è deciso di scendere in piazza, per manifestare nelle vicinanze ed all’inter no dell’unico ufficio postale cittadino, tra l’altro ubicato proprio di fronte al palazzo di città.
Moltissimi i dimostranti, qualche centinaio, tra i quali oltre al sindaco c'erano altri componenti della maggioranza ed alcuni esponenti dell’opposizione. Insomma è stata una protesta bipartisan, che ha interessato soprattutto i cittadini del rione Stazione, quello maggiormente danneggiato dalla mancata consegna della corrispondenza. Proprio i residenti di uno dei quartieri più popolosi del paese da molti mesi sono costretti a recarsi all’ufficio postale per richiedere e ritirare lettere e bollette. Ma i ritardi che ne derivano non evitano indesiderati tagli di servizi, interessi di mora ed intempestiva ricezione di pagamenti ed incassi.
Da quando è sorto il problema, il sindaco ha più volte interessato della vicenda la Prefettura, come anche le stesse Poste italiane, ma ai vari fax ed ai vari incontri non ha mai fatto seguito nulla di concreto. L’ultima azione era stata promossa proprio dalla Prefettura, il 17 giugno scorso, quando Mario Tafaro aveva convocato una riunione con i sindaci dei comuni più colpiti dal disservizio e le Poste italiane.
In quella circostanza il sindaco Falconieri aveva annunciato «iniziative necessarie per raggiungere l’obiettivo preposto» se l’emergenza non fosse rientrata entro la giornata di lunedì 22. Da qui la protesta di ieri mattina. Iniziata intorno alle 10 e conclusasi solo poco prima delle 13, quando dai vertici di Poste Italiane è arrivata la rassicurazione che entro oggi Melissano avrà un nuovo portalettere.

DISSERVIZI POSTALI A MELISSANO - LA CORRISPONDENZA LATITA DA UN ANNO E MEZZO E SCATTA LA PROTESTA DEI CITTADINI, GUIDATI DAL SINDACO

L'INTERO PAESE IN RIVOLTA:
OCCUPATO L'UFFICIO POSTALE
Tratto dalla Prima Pagina
de "La Gazzetta del Mezzogiorno-Lecce"
del 25 Giugno 2009.
Clamorosa protesta dei cittadini di Melissano, esasperati dai disservizi postali.
Dopo averle provate tutte, invano, per ottenere il ripristino della consegna a domicilio di lettere e bollette, ieri mattina la gente ha invaso il municipio.
Poi, sindaco in testa, ha occupato l’ufficio postale.
«È un anno e mezzo che conviviamo con disagi insostenibili - ha spiegato il primo cittadino Roberto Falconieri - ora basta».
Poste Italiane corre ai ripari: arriverà un nuovo portalettere.
Aggiungo io: "E' da oltre 3 anni che conviviamo con disagi insostenibili causati dal Sindaco Roberto Falconieri, dalla sua Amministrazione che non ha voglia di completare la numerazione civica a Melissano perchè la ditta interessata è quella di un suo Assessore. Ora basta con il finto chiacchiericcio, uscite allo scoperto."

DISSERVIZI POSTALI A MELISSANO - SI ERA ATTIVATA ANCHE LA SEGRETERIA PROVINCIALE DELL'ITALIA DEI VALORI PER I DISSERVIZI SU LECCE

Comunicato del 20-05-2009
DISSERVIZI POSTALI
CHI PAGA E' SEMPRE IL CITTADINO
Il componente del Dipartimento Tematico Nazionale di Italia dei Valori Giovanni D’AGATA recependo le proteste della cittadinanza denuncia disservizi nel recapito della posta
http://www.puglia.antoniodipietro.it/Organizzazione/lecce.htm
Il componente del Dipartimento Tematico Nazionale di Italia dei Valori Giovanni D’AGATA recependo le proteste della cittadinanza, denuncia disservizi nel recapito della posta. La denuncia non riguarda un semplice disguido temporaneo, bensì un costante ritardo nella consegna della corrispondenza a famiglie ed imprese a causa dei tagli imposti agli uffici postali sul territorio che determinano sovraccarichi e giacenze. Nel rione Castromediano, da oltre venti giorni il mancato recapito della corrispondenza da parte di Poste Italiane comporta enormi disagi ai cittadini. Nonostante il grande impegno degli operatori sul territorio e degli impiegati presso gli sportelli gli uffici postali sono letteralmente avviati al collasso con gravissimi disagi per tutta la cittadinanza, che riceve lettere, avvisi, bollette e quant’altro con ritardi che possono creare problemi legali e rischi di perdita della corrispondenza nella confusione che si va creando. Una confusione ed intasamento che non potranno assolutamente essere smaltiti se non in tempi lunghi e con disagi sempre più estesi. Di fronte ad un quadro così disastroso si rende urgente l’assunzione o l’invio, da parte della Direzione delle Poste, di personale (anche solo temporaneo ma in numero massiccio) che aiuti a smaltire la corrispondenza in eccesso che andrà ad aumentare inesorabilmente fino a dilatare i tempi di consegna della corrispondenza che già oggi porta nelle case bollette ed avvisi scaduti anche da tre settimane! Essendo un servizio che i contribuenti pagano non si riesce a capire per quale ragione il problema non dovrebbe essere affrontato e risolto in maniera decisa, evitando che il passare dei giorni produca danni sempre maggiori. La mancata consegna della corrispondenza comporta problemi. Infatti non è difficile immaginare cosa può comportare ad una bolletta dell’energia elettrica, del gas, dell’acqua, del telefono, una rata di un prestito o di mutuo che venga recapitata al cliente in ritardo, oltre alla scadenza prevista per il pagamento. A tal punto, l’utente vede addebitarsi gli interessi di mora per non aver rispettato la scadenza. Tra le lettere ricevute ne segnalo una per tutte per sintetizzare meglio il disagio: ” Ti scrivo per comunicarti un disservizio davvero incredibile delle Poste leccesi. Da più di tre settimane noi non riceviamo posta. E' sicuro che la posta non viene consegnata nella mia strada e in quelle vicine e credo che tale disservizio riguardi l'intero Rione Castromediano. Abbiamo contattato l'Ufficio Postale di Cavallino e (due settimane fa) ci hanno detto che il lunedì successivo (io ho chiamato di giovedì) il servizio si sarebbe normalizzato. Ad oggi ancora nulla. Richiamato oggi il suddetto Ufficio Postale, mi hanno detto che la posta del Rione viene ora smistata a Lecce dove una unica povera e sola postina sta proveddendo a gestirne la consegna. Mi comunicano il numero dell'Ufficio centrale a Lecce in cui mi dicono che il problema è stato risolto e che da due settimane la posta arriva regolarmente tranne nelle case dove non vi è la cassetta delle lettere o il nome sul campanello. Peccato che noi abbiamo entrambe le cose e che la posta comunque non arrivi. Il fatto è che le poste sono sotto organico e a Cavallino non c'è un postino che possa consegnare la nostra posta. Ritenendo che sia un atteggiamento inqualificabile non dare spiegazioni alla cosa e, soprattutto, che un servizio PRIVATO funzioni in questo modo, vorrei sapere in che modo possiamo agire per far valere i nostri diritti. Alla mia vicina che si è lamentata direttamente all'Ufficio Postale è stato anche detto che molta della posta da recapitare si è persa. Naturalmente senza che nessuno possa pretendere niente come risarcimento. Chi attendeva comunicazioni importanti non è a conoscenza di quando e se verranno recapitate. Il regolamento prevede che si possa fare un reclamo diretto alle Poste Italiane ma avendone fatti giuà altri, è certo che non risolveremmo nulla. Cosa possiamo fare? Io vorrei anche che se ne interessasse un giornalista e ho scritto al quotidiano. Puoi fornirmi ulteriori informazioni al riguardo? “Come può difendersi il consumatore in tali situazioni? In caso di addebito di interessi di mora può ricorrere alla conciliazione ma non è sempre l’esito è favorevole, può richiedere l’addebito delle utenze sul conto corrente o in prossimità della scadenza telefonare ai call center delle società erogatrici e farsi comunicare gli estremi della bolletta (numero, data, importo, scadenza) e pagare a mezzo bollettino postale non premarcato oppure, richiedere al postino (che può rifiutarsi) di farsi apporre sulla busta una attestazione della data di consegna della bolletta al fine, di poter richiedere alla società erogatrice un differimento del pagamento e quindi la cancellazione degli interessi di mora. L’utente, comunque ha il diritto di conoscere le date d’invio e di arrivo della corrispondenza al fine di poter risalire al responsabile del disguido - posta o emittente della fattura. In conclusione, trattandosi di una vera emergenza di carattere sociale, il componente del Dipartimento Tematico Nazionale di Italia dei Valori Giovanni D’AGATA spera che i vertici della società Poste Italiane intervengano per risolvere questo delicato argomento che ha creato notevoli problemi agli utenti.
Il Componente del Dipartimento Tematico Nazionale
“Tutela del Consumatore”
Giovanni D’AGATA

REGIONE PUGLIA, SERVIZI E SALUTE - QUARTA PARTE







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STORIE DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE / TERZA PARTE - FERRUCCIO CAPUTO: FRA I 335 INNOCENTI TRUCIDATI ALLE FOSSE ARDEATINE






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LA TASSA OCCULTA DELLA CORRUZIONE

25 Giugno 2009
Tratto dal Sito Internet
italiadeivalori.antoniodipietro.com

Il costo annuo della corruzione è pari a 50/60 miliardi di euro. La denunzia viene dalla requisitoria del Procuratore Generale presso la Corte dei Conti. Si tratta di una somma impressionante che, costituisce il livello, ormai insostenibile del degrado del paese.
Giustamente il Procuratore Generale presso la Corte dei Conti, ha definito il costo della corruzione una “tassa immorale e occulta pagata con i soldi prelevati dalle tasche dei cittadini”. L’analisi e il giudizio sulla corruzione, porta però oltre. Con la corruzione, si verifica l’alterazione del mercato, della libera concorrenza, della sana competitività. Le conseguenze della corruzione, non sono solo una “tassa immorale” diretta per il corruttore ed un lucro per il corrotto, ma elimina dal mercato le imprese oneste, oltraggia il sacrificio e il lavoro.
Dobbiamo liberarci di questa malattia che infetta l’intero paese, l’economia, la burocrazia, lo Stato. Servono valori morali alti, senso della giustizia, rispetto per le istituzioni. Tutto ciò, oggi, è pesantemente pregiudicato in Italia. L’immoralità e l’amoralità hanno preso il sopravvento.
In questa direzione si pone il recente Disegno di legge sulle intercettazioni presentato dal Governo e già approvato dalla Camera dei deputati ( al Senato verrà esaminato verso metà luglio). Infatti il Governo e la maggioranza escludono, nel loro disegno di legge, la possibilità di procedere ad intercettazioni per il reato di corruzione per atto d’ufficio ( art. 318 codice penale), ossia proprio il caso della “tassa immorale”. Sono ammesse le intercettazioni per il reato di corruzione per atto contrario dei doveri d’ufficio ( art.319 ) solo se esistono “evidenti indizi di colpevolezza” e per un massimo di 60 giorni. Insomma si potrà intercettare ( ma solo per il reato previsto dal 319 ) se esistono già prove di colpevolezza del corrotto, quando cioè le intercettazioni non servono più.
Possiamo dire che alla denunzia pesantissima fatta dal Procuratore Generale presso la Corte dei Conti, il Governo e la maggioranza rispondono con leggi per facilitare la corruzione e non per combatterla. Questa è la misura dell’immoralità e della amoralità della politica che ci governa.

FLASH - GENCHI ASSOLTO

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"Giustizia è fatta. Finalmente è stata smantellata la tesi dell’uso indebito da parte di Gioacchino Genchi per ciò che riguarda il suo archivio informatico. Non c’è stato alcun abuso. A questo punto ci chiediamo cosa farà il Csm nei confronti di quei magistrati che hanno bloccato il lavoro di Luigi de Magistris che aveva scoperchiato la pentola del malaffare di molti potenti. Espriamo solidarietà a Genchi."
Antonio Di Pietro

AZIONISTI ALITALIA: CORNUTI E MAZZIATI


26 Giugno 2009
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Riporto il video ed il resoconto stenografico della mia interrogazione parlamentare, di giovedi 25 alla Camera dei deputati, sulle iniziative per elevare il rimborso a favore degli obbligazionisti Alitalia e misure a favore degli azionisti Alitalia.
Quesito
Antonio Borghesi: Signor Presidente, signor sottosegretario, la nostra interpellanza riguarda gli obbligazionisti e gli azionisti Alitalia e la loro situazione.
In particolare, per quanto riguarda gli obbligazionisti ricordo che la recente legge 9 aprile 2009, n. 33, ha previsto un parziale rimborso delle loro ragioni di credito basato, peraltro, sul valore dei bond negli ultimi trenta giorni di scambio prima della sospensione, per il 50 per cento del valore: significa in pratica circa un terzo del loro valore nominale.Dobbiamo ricordare che più volte il Presidente del Consiglio dei ministri aveva dichiarato - cito in modo testuale - che non saranno abbandonati i piccoli risparmiatori che in Alitalia hanno creduto investendo in titoli azionari ed obbligazionari. La stessa dichiarazione è stata più volte ripetuta dal Ministro Tremonti. Più volte è stato ribadito questo concetto nel tempo.
Ora, il 3 luglio - sarebbe il 10 luglio, ma gli intermediari chiedono che il termine sia il 3 - gli obbligazionisti dovrebbero decidere se accettare questo minirimborso. Con l'accettazione del minirimborso rinunciano a qualunque altra pretesa nei confronti di Alitalia.
Per quanto riguarda gli azionisti, anche per questi è stata prevista la possibilità di accedere ad una sorta di risarcimento attraverso il Fondo per la tutela del risparmio alimentato dai cosiddetti conti bancari dormienti. Vi è da rilevare che, da un lato, questi fondi sono assai più limitati di quanto previsto dal Governo - sono 800 milioni di euro contro i 2 miliardi che erano stati stimati - e che inoltre questo fondo è stato già utilizzato a più riprese dal Governo attraverso vari provvedimenti nei riguardi dei risparmiatori, delle vittime delle frodi finanziarie, dei possessori di obbligazioni della Repubblica argentina, per la ricerca scientifica e persino per la social card e pertanto, di fatto, gli azionisti dell'Alitalia praticamente non hanno alcuna possibilità di venire rimborsati.
La nostra domanda al Governo è che cosa intende fare in particolare di fronte a questa scadenza molto ravvicinata che riguarda gli obbligazionisti.
Risposta del governo
Nicola Cosentino: Signor Presidente, con l'interpellanza urgente n. 2-00405 l'onorevole Borghesi ed altri chiedono se il Governo intenda elevare le misure di intervento statale già disposte a favore degli obbligazionisti Alitalia, per assicurare un rimborso almeno parziale per gli stessi azionisti anche in considerazione dell'esiguità dei fondi disponibili tramite il cosiddetto Fondo dei conti dormienti.Al riguardo, si fa presente che l'articolo 7-octies del decreto-legge 10 febbraio 2009, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 aprile 2009, n. 33, ha disposto un indennizzo in favore dei titolari di obbligazioni convertibili Alitalia 7,5 per cento 2002-2010, mediante assegnazione, agli stessi, di titoli di Stato per un controvalore di concambio calcolato sulla base del prezzo medio di borsa dell'ultimo mese di negoziazione delle obbligazioni convertibili Alitalia, ridotto del 50 per cento e con un limite massimo di 100 mila euro per ciascun obbligazionista.
Al fine di assicurare una maggiore tutela ai piccoli risparmiatori sono in corso di definizione ipotesi di modifica della normativa vigente.
Replica
Antonio Borghesi: Signor Presidente, considerato che il Governo non ha risposto, sono assolutamente e del tutto insoddisfatto.I giornali riferiscono le ipotesi che riguardano il prossimo Consiglio dei ministri, in cui si eleverebbe al 70 per cento la percentuale di rimborso. Se così fosse, saremmo di fronte ad un intervento assolutamente inaccettabile, perché si tratta di risparmiatori che spesso erano gli stessi dipendenti di Alitalia e spesso in questo modo sono state pagate le loro indennità di cessazione del rapporto di lavoro. In altri casi si tratta di pensionati che hanno investito i loro risparmi in un'azienda di proprietà dello Stato e che, dunque, ritenevano sicura e che ora si trovano, anche se venisse forse leggermente elevata questa percentuale, a ricevere in cambio una minima parte di quanto avevano investito mettendo da parte risparmi di anni di sacrifici.
Ancora peggio per gli azionisti: siamo di fronte, signor sottosegretario, me lo consenta, ad una truffa dello Stato ai danni dei creditori di Alitalia e, all'interno dei creditori, a danno dei risparmiatori, degli azionisti e degli obbligazionisti.
Lo dico perché con consapevolezza questo Governo ha creato una bad company, dove ha messo tutti i debiti e tutte le passività, per cedere la parte positiva a pochi azionisti, spesso molto chiacchierati, per salvare un azionista come quello di Air One, Toto, molto vicino al Governo e molto vicino al Presidente del Consiglio, che si trovava in gravissima difficoltà e che, tra l'altro, aveva una piccola medaglia anche lui, come altri azionisti della CAI, cioè quella di essere stato condannato per corruzione.Dunque, ci siamo trovati di fronte al fatto che per favorire questi pochi, questo pacchetto di azionisti, si sono andati a danneggiare tutti i creditori, i normali fornitori e in particolare gli obbligazionisti, oltre che gli azionisti, per effetto di questa sciagurata decisione del Governo, che non ha accolto l'offerta Air France, che garantiva a questi obbligazionisti più di quanto garantisca oggi il Governo.
Quindi, si tratta di creditori che sono stati truffati due volte: in primo luogo, sono stati truffati in quanto contribuenti, perché questa vicenda costerà ai contribuenti italiani qualcosa come tre o quattro miliardi di euro; inoltre costoro, questi piccoli risparmiatori, spesso dipendenti di Alitalia, che in molti casi hanno pure perso il loro posto di lavoro a causa di questa vicenda, oltre a partecipare in quanto contribuenti al salvataggio della parte buona di Alitalia, che è stata regalata ad alcuni speculatori (infatti non sono imprenditori del settore aereo), si troveranno a pagare doppiamente, perdendo di fatto il frutto dei loro risparmi, spesso conseguiti e realizzati in anni di attività. Infatti, ribadisco che molti di costoro erano pensionati, che oggi si trovano quasi sul lastrico di fronte a questo comportamento inaccettabile del Governo e dello Stato.

IL MIRAGGIO DEL PIL -5%


26 Giugno 2009
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E' inutile che Mario Draghi e Giulio Tremonti si accapiglino. Sono pronto a scommettere che a fine anno il Pil toccherà, nella migliore delle ipotesi, un -5%, perché le riforme strutturali ci sono state sì, ma non in economia. Questi governanti hanno seviziato la giustizia, violato la Costituzione, delegittimato il Parlamento, annientato l’etica, sdoganato l’evasione fiscale, alimentato la logica del "più furbo" e spaccato la società creando un divario sociale da Paese terzomondista.
Non soddisfatti, hanno annientato l’informazione, occupato le frequenze di Stato, instillato la paura del diverso, foraggiato la criminalità organizzata. Insomma, tutto hanno fatto, in tutti i campi, tranne che in economia.
Nessuna manovra importante è stata fatta per assistere le aziende nel contenere i licenziamenti, per sostenere i disoccupati e le famiglie monoreddito, almeno per tutto il 2009, per agevolare i nuclei familiari numerosi, per abbattere le imposte e gli anticipi sull’esercizio successivo in soccorso delle aziende, per versare l’Iva all’incasso e non anticipatamente.
Ma lo sa il governo che le banche hanno circa il 50% delle aziende con problemi d’insolvenza? Che chi lavora con la Pubblica Amministrazione è destinato a fallire poiché viene pagato a sei mesi?
Tornate con i piedi per terra, uscite dai baldacchini di Palazzo Grazioli e dalle tante Ville Certosa in cui vi rinchiudete a festeggiare e scendete nelle strade, tra la gente, per avere il polso del Paese.

FLASH - DELIRI NAZIONALI

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www.antoniodipietro.it
"La decenza è ampliamente superata. Il Silvio nazionale è uscito di senno dichiarando: “Io sono fatto così e non cambio. Se mi vogliono, sono così” e ha chiosato, trattando da beoti gli italiani: “E gli italiani mi vogliono: ho il 61%. Mi vogliono perché sentono che sono buono, generoso, sincero, leale, che mantengo le promesse.” . Signora Emma Marcegaglia, signor Mario Draghi, signori rappresentanti di sindacati e signori imprenditori e lavoratori, oggi il mio appello è tutti voi: un po’ di coraggio, scaricateli, non avete bisogno di loro. Con questa gentaglia arrogante non si tratta, si fa la guerra, prima che ci lascino in braghe di tela mentre loro brindano a champagne, caviale ed escort."
Antonio Di Pietro

giovedì 25 giugno 2009

ANTEPRIMA FESTA PATRONALE S. ANTONIO DI PADOVA - DADO A MELISSANO PER LA FESTA DEL 5/6/7 SETTEMBRE 2009

FENOMENO RANDAGISMO - MISURE DI PREVENZIONE E CONTRASTO

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www.prefettura.lecce.it
Si è tenuta, presso questa Prefettura, in data 24 giugno 2009, una riunione con i rappresentanti della Provincia, del Corpo Forestale dello Stato, dell’ASL di Lecce - Servizi Veterinari Aree Nord e Sud e dei comuni interessati al fine di individuare le iniziative di prevenzione e di migliore gestione della problematica del randagismo nella provincia.
Ciò anche a seguito delle segnalazioni pervenute e delle richieste dei Sindaci, i quali hanno evidenziato i rischi per l’incolumità e l’igiene connessi alla rilevante presenza di branchi nei rispettivi territori.
Nel corso dell’incontro, i presenti hanno chiesto al Prefetto un richiamo di attenzione rivolto a tutti i Sindaci della provincia e soprattutto ai Comuni costieri al fine dell’emanazione di ordinanze volte ad implementare il censimento, nonché l’ accalappiamento e la sterilizzazione dei randagi e dei cani vaganti nell’intento di fronteggiare il fenomeno.
I Sindaci hanno sollecitato l’Azienda sanitaria a potenziare i presidi veterinari locali in relazione alle specifiche esigenze del periodo estivo, connotato da massiccio incremento della popolazione.
L’Azienda Sanitaria ha assicurato ogni necessaria collaborazione ai comuni nella predisposizione delle iniziative di competenza ed ha comunicato che dal 15 giugno 2009 è stata avviata l’attuazione di un Progetto strategico regionale, che rafforza il numero di veterinari per distretto, volto alla sterilizzazione ed alla reimmissione dei randagi.
Da ultimo, è emerso che per una definitiva soluzione del problema, occorrerebbe l’istituzione di rifugi- aree parco per i randagi. Allo scopo, è stata evidenziata la necessità che la Regione supporti finanziariamente l’iniziativa, attesa l’esiguità dei fondi comunali.
A tal riguardo, si è chiesto l’intervento del Prefetto presso la Regione.
24 Giugno 2009

I NUOVI PONZIO PILATO


24 Giugno 2009
Tratto dal Sito Internet
www.antoniodipietro.it
E' passato un anno di governo Berlusconi. Sono state fatte le elezioni europee e le amministrative. Ora possiamo trarre una prima conclusione: e' stato un anno terribile!
Un anno terribile sul piano dell'economia, della giustizia, dell'informazione, dell'occupazione e del lavoro, sul piano della trasparenza degli atti della Pubblica Amministrazione.
Un anno terribile perche' questo governo e questa sua maggioranza parlamentare asservita, stanno pensando solo a emanare provvedimenti che servono a loro stessi, alla loro casta, tenendo come riferimento quel progetto di "rinascita" piduista.
"Noi ci prendiamo tutto e, quindi, utilizziamo le strutture statali per fini personali", anzi, "utilizziamo pure gli aerei di Stato, i Top gun di Stato, per portare nani, ballerine e menestrelli in residenze private per i nostri godimenti".
Insisto: L'italia dei Valori non vuol mettere "l'occhio nel buco della serratura" della camera da letto del presidente del Consiglio. Il problema, proseguendo la metafora, e' che non si tratta della camera da letto del presidente del Consiglio, ma della "sala da pranzo e della cucina" di tutti gli italiani, che, per lo piu', sono rimasti con il "frigorifero vuoto". Perche' questo Parlamento, dal quale io sto parlando, ancora oggi, alla Camera e al Senato, si sta occupando delle intercettazioni telefoniche, del testamento biologico, del "sesso degli angeli" e bavagli, ma non di economia e di lavoro.
E' questa la ragione per cui noi abbiamo chiesto la sfiducia di questo Presidente del Consiglio. Perche' ci sta ridicolizzando agli occhi del mondo, perche' sta impoverendo l'economia reale del Paese, perche' sta creando una giustizia a doppio binario: zero tolleranza per i comuni cittadini e tolleranza senza limiti per i potenti di Stato.
Il direttore del Tg1, Minzolini, e' una persona che io conosco bene perche' l'ho gia' querelata tre volte. La cause che ha perso non sono state pagate da lui, ma se le e' fatte pagare dalla Mondadori di Berlusconi! Oggi, Minzolini, e' direttore del Tg1.
Prima ci liberiamo di questo governo e meglio e'! Anche con riferimento a questa squallida legge, che stanno per emanare e che chiamano "legge sulle intercettazioni", quando in realta' e' una legge bavaglio all'informazione, e' stata pensata affinche' voi non possiate sapere piu' niente. Solo attraverso la Rete, fin quando sara' libera, potremo parlare liberamente. Le televisioni nazionali ufficiali non potranno neanche piu' farvi sapere le malefatte che combina questa casta politica. D'ora in poi, con la scusa delle intercettazioni, nessuno potra' piu' far passare le notizie sui giornali.
E come dovremmo liberarci da questa zavorra al governo? Con il voto di sfiducia. Lo sapete che per discutere in Parlamento il voto di sfiducia bisogna avere 63 firme? Solo l'iItalia dei Valori ha firmato, nessuno dell'opposizione lo ha fatto. Questi pavidi! Queste persone senza coraggio! Questi "Ponzio Pilato" che non hanno il coraggio di denunciare con i fatti, oltre che a parole, come stanno le cose. Ci dicono "ma non raggiungete la maggioranza dei parlamentari per votare la sfiducia". Ma da qualche parte bisognera' pur cominciare a parlarne, così l'opinione pubblica viene almeno a conoscenza di ciò che sta accadendo.
Ecco perche' noi dell'Italia dei Valori - e concludo - oltre al voto di sfiducia, ci accingiamo anche a raccogliere le firme per il referendum su questa "legge bavaglio" all'informazione. Perche' e' l'unico modo per parlare ad almeno un milione di cittadini che sottoscriveranno con noi questo referendum. Sara' un modo per parlarne, nelle citta', nelle piazze, un modo per far conoscere l'altra verita', rispetto a quella ufficiale e menzognera. Fate una scelta: o ci date forza per poter essere voce della liberta' in questo Paese o il regime ci travolgera' tutti.

SULTANATO A RETI UNIFICATE


24 Giugno 2009
Di Giuseppe Giulietti
Tratto dal Sito Internet
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Riporto una mia intervista, rilasciata a "Altronline.it", sul "caso Minzolini" e sul tema dell'informazione.
Altronline: Giulietti, i silenzi dei tg “amici” di Berlusconi diventano un caso politico. L'informazione, dice l'opposizione, è drogata dal potere del Cavaliere. Qual è la novità?
Beppe Giulietti: Nessuna, questo è il problema. Non c'è nessuna novità, si tratta della riproposizione integrale dello schema che Berlusconi prima e Dell'Utri avevano già messo a punto dettagliatamente. Il premier disse: “È ora di finirla con programmi e tg che mandano in onda notizie ansiogene”. Via i servizi e gli approfondimenti su povertà, crisi economica e sociale, tutto ciò che dimostra che la realtà è diversa dalla finzione...
Altronline: Negli ultimi giorni però si è passato il segno. Il direttore del Tg1 è apparso in prima serata davanti agli italiani per giustificare la scelta di “basso profilo” sul Bari-gate. Era mai successo prima?
Beppe Giulietti: No, a mia memoria mai. È la prima volta che il direttore di un telegiornale firma un editoriale per spiegare agli italiani perché non ha dato una notizia. È vero che ha il direttore ha il potere di decidere la linea editoriale e di valutare quali notizie dare e quali no, ma quando scoppia un caso che finisce su tutti i giornali nazionali e internazionali, questi margini di discrezionalità decadono. Si tratta di un giornalista che non ha mai fatto mistero della sua simpatia per l'uomo più potente d'Italia.
Altronline: Non è un mistero neppure che le nomine Rai siano politiche. Perché ci si scandalizza soltanto ora?
Beppe Giulietti: È un'obiezione giusta che però non regge di fronte alla vera anomalia. La scelta di piazzare Minzolini al Tg1 è il frutto di un accordo fatto direttamente nella casa del presidente del Consiglio, quel Palazzo Grazioli oggi noto per altre ragioni. Non si tratta di un uomo qualsiasi, ma del proprietario delle reti televisive concorrenti.
Altronline: Garimberti ha convocato Minzolini per chiedere chiarimenti. Ma a giudizio di molti il presidente della Rai sembra avere le mani legate. È così?
Beppe Giulietti: Bisogna innanzitutto che qualcuno ci spieghi cosa mai si siano detti, visto che dopo l'incontro Minzolini si è alzato e ha fatto quell'editoriale. Quello che manca sono proprio le voci degli organismi predisposti al corretto funzionamento del servizio pubblico. Sono il presidente della Rai Garimberti e il direttore generale Masi, in qualità di uomini di garanzia, che dovrebbero convocare una riunione e discutere di una violazione delle regole senza precedenti, editoriale e deontologica.
Altronline: È d'accordo con chi chiede la testa del direttore?
Beppe Giulietti: Non mi appassiona il coro di personaggi politici che invocano licenziamenti e provvedimenti disciplinari. A me interessa la lotta sociale, professionale, sindacale. Perché qui è in atto una mistificazione, si sta facendo finta di non vedere qual è il vero problema, altro che Minzolini...
Altronline: Qual è il vero problema?
Beppe Giulietti: In Italia si sta portando avanti la costruzione di un sultanato a reti unificate, si sta procedendo a sottrarre ai cittadini le informazioni quotidiane, non se so è chiaro. Il problema sono i silenzi dell'autorità di garanzia, il girarsi dall'altra parte di chi avrebbe il dovere di intervenire. Ma c'è dell'altro.
Altronline: Cosa?
Beppe Giulietti: Questi episodi avvengono in un momento in cui il parlamento sta per varare la legge bavaglio sulle intercettazioni. Nel nostro paese c'è un'emergenza democratica, mi preoccupa che su questo tema le opposizioni procedano in ordine sparso.
Altronline: Che può fare l'opposizione?
Beppe Giulietti: Bisogna chiamare a raccolta tutti, organizzare davanti al Senato un manifestazione nazionale durante le votazioni sulla legge bavaglio. Per lanciare questo allarme le opposizioni devono essere unite, parlare con una voce sola. Serve un incontro immediato di tutte le forze politiche e sociali per mettere in piedi un'iniziativa comune.

mercoledì 24 giugno 2009

RIMASTO FUORI DALLA PROVINCIA. ORA TOGLIETEGLI ANCHE IL GIOCATTOLO!!!

ANTEPRIMA DI UN'ALTRA PROTESTA A MELISSANO - IL PARADOSSO DI AMMINISTRATORI IPOCRITI, SCIOCCHI E BABBEI CHE PROTESTANO CONTRO SE STESSI (?)

Clicca sull'immagine
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Nella foto un articolo pubblicato recentemente
sul Nuovo Quotidiano di Puglia-Lecce
PROTESTANO CONTRO LE POSTE.
CHI PROTESTA
CONTRO DI LORO?
LA NUMERAZIONE CIVICA,
CAUSA DI ALTRI DISGUIDI,
DOPO 6 ANNI
NON E' STATA COMPLETATA.
ALLORA PROTESTANO
CONTRO SE STESSI!!!

ANTEPRIMA DI UN'ALTRA PROTESTA A MELISSANO - I CITTADINI DI FRONTE AL COMUNE CONTRO I DISSERVIZI POSTALI CHE PERDURANO DA TROPPI MESI

I cittadini di Melissano reagiscono, con ragione e stanchi di tale assurda situazione, a questo problema che perdura oramai da molti mesi.
Nelle settimane precedenti abbiamo assistito ad uno show di azioni ipocrite dell’Amministrazione Comunale nei confronti delle Poste Italiane.

E la numerazione civica che comporta anch’essa causa di disagio?
Dimentichiamo, forse, anche le colpe di questa Amministrazione Comunale e del sindaco di Melissano, Roberto Falconieri, per una numerazione civica incompleta da oltre 6 anni e con una convenzione ancora in piedi, firmata da Gianluca Mura, oggi Assessore al Bilancio!
Melissano, 24 Giugno 2009
Stefano Giuseppe SCARCELLA

CONSIGLIERE COMUNALE