lunedì 9 marzo 2009

TAVIANO - RIVOLTA DEI NETTURBINI SENZA STIPENDIO - IL COMUNE NON PAGA E L'AZIENDA DA DUE MESI NON CORRISPONDE IL SALARIO

SI INTERVENGA SUBITO,
O SPAZZATURA IN STRADA!
Tratto da "La Gazzetta del Mezzogiorno-Lecce"
del 08 Marzo 2009.
L’azienda vanta crediti con il Comune per mezzo milione di euro e gli operatori ecologici restano senza stipendio.
È iniziata l’altra sera l’agitazione del personale addetto alla raccolta dei rifiuti dipendente dalla Gial plast, che da due mesi è senza stipendio e si è visto rispondere picche dalla ditta affidataria alla richiesta delle mensilità arretrate.
La Gial plast infatti, dando risposta al sindacato Fiadel, che raggruppa molti dei lavoratori interessati, ha sottolineato la mancanza di denaro per il pagamento degli stipendi dal mese di gennaio, dovuta al fatto che il Comune non ha ancora pagato i dovuti canoni per il servizio.
«La situazione attuale dei nostri crediti nei confronti del Comune di Taviano - ha scritto l’azienda - è sempre ferma all’ultimo pagamento relativo al canone di settembre 2008, pertanto - secondo i conti della Gial plast - con il canone di febbraio 2009 ormai scaduto siamo già a oltre 500mila euro, oltre a crediti vari relativi alla gestione sino al 31 dicembre 2007».
Anche la ditta avrebbe bussato a denari in municipio, per poi tornare a casa a mani vuote.
«Stante tale situazione - ribadiscono gli amministratori dell’impresa addetta alla raccolta - e avendo già avuto come risposta dal responsabile dell’ufficio di ragioneria dello stesso Comune che avrebbe pagato solo quanto possibile, non possiamo che, nostro malgrado, comunicare l’impossibilità temporanea a pagare gli stipendi di gennaio e febbraio - concludono - per mancanza di liquidità».
La risposta ha provocato comprensibili malumori tra gli operatori ecologici, che ora minacciano di bloccare il cantiere di Taviano e lasciare la spazzatura per strada.
«A pagare sono sempre i lavoratori - è la protesta di Valerio Contaldo, della segreteria Fiadel - si tratta di padri di famiglia che già portano a casa un magro stipendio e ora si vedono privati dell’unica fonte di sostentamento. Chiediamo alle istituzioni di attivarsi - è l’appello - affinché si sblocchi una situazione dai risvolti sociali disastrosi».

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