venerdì 20 marzo 2009

"LA PROVINCIA DI PELLEGRINO? UN CARROZZONE CLIENTELARE"

Di Mauro Bortone
Tratto dal sito
www.lecceprima.it
il giorno 20 marzo 2009.
Continua la fase delicata di avvicinamento alle prossime provinciali di giugno: il centrodestra salentino si appresta ad affrontare giorni importanti a tutti i livelli, dalla nascita ufficiale del partito unico nazionale, alla definizione delle strategie elettorali, sino, infine, alla tanto attesa scelta del proprio candidato a Palazzo Celestini, che tanto sta animando il dibattito delle ultime ore. Molti temi, dunque, sul tavolo, affidati al pensiero del consigliere regionale, Saverio Congedo (più volte indicato, tra l’altro, come uno dei possibili candidati del centrodestra alle prossime provinciali) che, in un’intervista esclusiva rilasciata a LeccePrima, li affronta tutti, a partire proprio dalle prospettive del nascente partito unico e delle presunte incertezze della destra, senza, tuttavia, tralasciare una riflessione panoramica sulla politica locale: dal governo regionale pugliese all’amministrazione Pellegrino, dal “caso” Poli Bortone alle prossime mosse della coalizione in vista della corsa a Palazzo dei Celestini.
Consigliere Congedo, nei prossimi giorni si celebrerà il congresso che darà vita, dopo un lungo iter di preparazione, al partito unico del Pdl: che senso ha questa svolta e quali i vantaggi effettivi, che comporterà nella scena politica italiana?
- Si tratta di un evento di rilevanza epocale per la democrazia italiana, il compimento di un processo di modernizzazione del sistema politico italiano sul versante che rappresenta la maggioranza del nostro Popolo, i cui benefici effetti sono già evidenti nella rivoluzione virtuosa che stiamo vivendo con un Governo che risponde in tempo reale alle esigenze del Paese. Proviamo ad immaginare in quale condizione ci troveremmo se dovessimo affrontare la più grave crisi economica del dopo-guerra con i governi rissosi e le maggioranze composite e conflittuali che abbiamo conosciuto fino a pochi mesi fa.
È innegabile, però, una certa preoccupazione negli ambienti di Alleanza Nazionale rispetto a questo approdo: alla base, il timore che non siano pienamente tutelati i valori della “destra”. Ritiene che siano paure legittime?
- Questo è indubitabilmente un Governo molto di “destra”. Si pensi alle tematiche della sicurezza con provvedimenti di inusitato rigore e di crescente efficacia, alle politiche di Brunetta sulla pubblica amministrazione e della Gelmini che hanno finalmente archiviato il “68” nelle nostre scuole, alla tutela delle ragioni della vita nel caso-Englaro, all’abolizione dell’Ici ed alla detassazione dei premi di produzione che valorizzano proprietà privata e lavoro, alla “socialità” concreta dei “bonus” e del potenziamento degli ammortizzatori sociali, al coraggio della riproposizione del nucleare fino al “Piano-casa che restituirà slancio allo sviluppo senza danneggiare l’ambiente.
Quando si parla di “valori di destra”, a cosa pensa? Crede che siano elementi fatti propri dal nascente Pdl?
- Il nascente Pdl ha fatto propri tutti i valori di destra e li ha calati in coerenti politiche di governo. Esso è infatti il coronamento vincente dello storico progetto che già Almirante aveva in mente, quando dava vita alla “Destra Nazionale” prima ed alla “Costituente di Destra per la libertà” poi, e che Alleanza Nazionale si è proposto fin dalla sua nascita. Non a caso oggi Berlusconi è molto amato anche dagli elettori di Destra.
Lei è uno dei principali rappresentanti del centrodestra alla Regione e, per questo, può studiare da vicino il governo Vendola: qual è il suo giudizio sull’operato della giunta regionale? Su quali temi crede che più di tutti la coalizione di centrosinistra abbia mancato gli obiettivi?
- Il Governo Vendola sta governando perfino peggio delle peggiori previsioni. Ha dissestato i conti della Regione lasciando degradare i servizi resi ai cittadini, a cominciare da quelli socio-sanitari; non ha mai praticato una reale politica di sviluppo sotto il peso dei cascami della sua ideologia; vi è stata una totale assenza di politiche per il turismo e promozione del territorio, non saprei cosa ricordare oltre le Notti Bianche rivelatesi un spreco di 6 milioni di euro di fondi comunitari che potevano essere utilizzati meglio e diversamente; abbiamo assaporato la sorte della Campania in materia di rifiuti; in questa legislatura abbiano visto riproporsi questioni che sembravano appartenere al passato come la crisi idrica soprattutto nel Salento. E tutto questo in un arrembaggio spudorato ad ogni interstizio di potere. Se l’obiettivo era quello di far retrocedere la Puglia, Vendola e la sinistra ci stanno, purtroppo, riuscendo in pieno.
Riconosce qualche merito al governo regionale?
- Faccio fatica.
Dal governo regionale, ci spostiamo geograficamente a quello provinciale di Palazzo Celestini, che si prepara al rinnovo della giunta. Giovanni Pellegrino non si ricandiderà: che idea si è fatto della sua gestione amministrativa? Gli riconosce qualche merito?
- Da una personalità della levatura del Sen. Pellegrino era lecito aspettarsi qualcosa di più, anche nel tenere a bada l’utilizzo disinvolto della macchina amministrativa da parte della sua maggioranza. La Provincia che ci lascia appare oggi un onerosissimo carrozzone clientelare che sarà molto duro rimettere in sesto. Ciò detto, credo che la mancata Sua ricandidatura sia anche una sorta di tacito auto-riconoscimento di limiti nell’azione di governo della sua maggioranza.
Da mesi ormai si discute delle candidature in vista delle prossime provinciali. Il centrosinistra ha sciolto il nodo, dopo un ampio dibattito, scegliendo Loredana Capone. Il centrodestra, invece, resta ancora senza candidato: come giudica la situazione, soprattutto in virtù di quanto accaduto nel 2004, dove i ritardi della scelta del candidato influenzarono il responso finale?
- Indubbiamente bisognerebbe accelerare, ma il vantaggio elettorale di cui dispone il centrodestra, accumulato grazie alla sua cultura del fare e alla capacità di buon governo dimostrata a vari livelli assommato ai demeriti dei nostri avversari, credo costituisca una sufficiente garanzia di vittoria.
Tanti nomi nel centrodestra, ma nessun candidato: c’è una difficoltà a rintracciare la disponibilità di qualcuno a guidare la coalizione? C’è qualche paura che frena i possibili candidati?
- Le dinamiche interne al centrodestra non vi è dubbio che abbiano condizionato e rallentato le nostre scelte. Ma i tempi sono maturi e sono convinto che fra qualche giorno la situazione si sbloccherà.
Sa che anche il suo nome è stato spesso tirato in ballo nel toto-candidature: lo ha proposto qualche mese fa lo stesso Raffaele Baldassarre, portavoce dell’opposizione a Palazzo Celestini. Si sentirebbe pronto a guidare il centrodestra se ce ne fosse la necessità? Chi, a suo avviso, potrebbe in alternativa condurre il Pdl in questa complessa campagna elettorale provinciale?
- Il PdL in questa provincia dispone di diversi nomi spendibili sia con riferimento a personalità politiche che a esponenti di area della cosiddetta società civile. Comunque sono convinto che il candidato del PdL sarà il prossimo Presidente della Provincia di Lecce.
Risulta inevitabile un passaggio sul “caso Poli”: che giudizio si è fatto di questa situazione? Rimanendo sui temi proposti dall’ex coordinatrice di An, lei pensa che esista una “questione meridionale”, da trattarsi come unica priorità della politica locale?
- Il governo che sta onorando i suoi impegni anche su questo fronte: vicenda rifiuti, sicurezza, decisioni del Cipe in materia di investimenti infrastrutturali fra cui anche il finanziamento per 136 milioni di euro per la Maglie-Leuca ne sono la dimostrazione. A ciò aggiunga che le aspettative e le ambizioni del Salento e della Puglia sono ampiamente tutelate dalla presenza di ben due esponenti di governo del calibro di Mantovano e Fitto. Mi limito a questo.

Nessun commento: