Gli amministratori dei nostri paesini si comportano spesso come ragazzini. Dicono cose che poi smentiscono di avere detto (o non le dicono affatto); partecipano a Consigli Comunali e pubblicano manifesti che poi li danneggiano; tengono atteggiamenti che chiunque capirebbe che sono sbagliati e controproducenti.
E’ chiaro che, come uomini, hanno delle fragilità e delle strane incertezze. Sta di fatto che, non dovrebbero comportarsi come ragazzini. Capisco che le fragilità non si possono tenere sotto controllo, ma questi uomini non hanno buoni consiglieri? Non ci sono persone intorno a loro con il compito di aiutarli a vedere la realtà, quando loro hanno gli occhi un po’ appannati?
“C’era una volta un imperatore che aveva l’ambizione di indossare sempre abiti nuovi: a ogni ora del giorno si cambiava ed era sempre davanti allo specchio a pavoneggiarsi con un nuovo vestito.
Un giorno si presentarono a corte due imbroglioni che dissero di saper tessere una stoffa meravigliosa, la quale aveva il potere di rimanere invisibile a tutte le persone stupide.
“Bene”, pensò l’imperatore. “Così potrò distinguere i miei sudditi intelligenti da quelli scemi”.
E ordinò subito ai due viaggiatori un abito da cerimonia con la stoffa miracolosa.
Allora i due si misero davanti un telaio vuoto, fingendo di tessere, e vi passavano tutte le ore del giorno. Intanto chiedevano continuamente al credulo imperatore oro e sete preziose, dicendo che servivano per l’abito, mentre si tenevano tutto per loro.
I dignitari, che il re spediva di tanto in tanto per vedere come procedesse il lavoro, si mostravano entusiasti della stoffa e l’imperatore stesso, essendo venuto con tutta la corte nel laboratorio, non faceva che ripetere: “Magnifica, magnifica!”.
E in cuor suo era desolato di non vedere niente, proprio niente.
Infine, una mattina, i due impostori vollero essi stessi mettere al re l’abito finito e il povero monarca fingeva di ammirarsi dinanzi al grande specchio, mentre i cortigiani si profondevano in lodi e in meraviglie.
L’imperatore allora decise di presentarsi al popolo.
Quando il sovrano avanzò per le vie della città sotto il suo baldacchino, tutti i sudditi fecero a gara nel tessere le lodi del suo meraviglioso abito, ma a un tratto un innocente bambino esclamò: “Ma a me sembra che non abbia nessun vestito!”.
La frase temeraria fu ripetuta sommessamente tra la folla e giunse fino all’imperatore che rimase mortificatissimo, perché gli sembrò che il bambino in fondo avesse ragione. Ma continuò ad avanzare fra ali di popolo, mentre i ciambellani reggevano con sussiego lo strascico che non esisteva”.
MORALE DELLA FAVOLA
Spesso i consiglieri non sono buoni consiglieri, ma solo adulatori; e spesso gli amministratori delle nostre realtà locali preferiscono essere adulati.
Chissà quanti, senza rendersene conto, sono “imperatori” che continuano a non prestare l’orecchio a bambini innocenti che in fondo in fondo, hanno solo ragione…
E’ chiaro che, come uomini, hanno delle fragilità e delle strane incertezze. Sta di fatto che, non dovrebbero comportarsi come ragazzini. Capisco che le fragilità non si possono tenere sotto controllo, ma questi uomini non hanno buoni consiglieri? Non ci sono persone intorno a loro con il compito di aiutarli a vedere la realtà, quando loro hanno gli occhi un po’ appannati?
“C’era una volta un imperatore che aveva l’ambizione di indossare sempre abiti nuovi: a ogni ora del giorno si cambiava ed era sempre davanti allo specchio a pavoneggiarsi con un nuovo vestito.
Un giorno si presentarono a corte due imbroglioni che dissero di saper tessere una stoffa meravigliosa, la quale aveva il potere di rimanere invisibile a tutte le persone stupide.
“Bene”, pensò l’imperatore. “Così potrò distinguere i miei sudditi intelligenti da quelli scemi”.
E ordinò subito ai due viaggiatori un abito da cerimonia con la stoffa miracolosa.
Allora i due si misero davanti un telaio vuoto, fingendo di tessere, e vi passavano tutte le ore del giorno. Intanto chiedevano continuamente al credulo imperatore oro e sete preziose, dicendo che servivano per l’abito, mentre si tenevano tutto per loro.
I dignitari, che il re spediva di tanto in tanto per vedere come procedesse il lavoro, si mostravano entusiasti della stoffa e l’imperatore stesso, essendo venuto con tutta la corte nel laboratorio, non faceva che ripetere: “Magnifica, magnifica!”.
E in cuor suo era desolato di non vedere niente, proprio niente.
Infine, una mattina, i due impostori vollero essi stessi mettere al re l’abito finito e il povero monarca fingeva di ammirarsi dinanzi al grande specchio, mentre i cortigiani si profondevano in lodi e in meraviglie.
L’imperatore allora decise di presentarsi al popolo.
Quando il sovrano avanzò per le vie della città sotto il suo baldacchino, tutti i sudditi fecero a gara nel tessere le lodi del suo meraviglioso abito, ma a un tratto un innocente bambino esclamò: “Ma a me sembra che non abbia nessun vestito!”.
La frase temeraria fu ripetuta sommessamente tra la folla e giunse fino all’imperatore che rimase mortificatissimo, perché gli sembrò che il bambino in fondo avesse ragione. Ma continuò ad avanzare fra ali di popolo, mentre i ciambellani reggevano con sussiego lo strascico che non esisteva”.
MORALE DELLA FAVOLA
Spesso i consiglieri non sono buoni consiglieri, ma solo adulatori; e spesso gli amministratori delle nostre realtà locali preferiscono essere adulati.
Chissà quanti, senza rendersene conto, sono “imperatori” che continuano a non prestare l’orecchio a bambini innocenti che in fondo in fondo, hanno solo ragione…
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