MA I COMUNI CHE NON PAGANO
DANNEGGIANO QUELLI IN REGOLA
E’ ASSURDO CHE UN COMUNE
RISCUOTA UNA TASSA DAI CITTADINI
PER EFFETTUARE UN SERVIZIO
E POI NON LA VERSI PER COPRIRE I COSTI
DI RACCOLTA, TRASPORTO
DANNEGGIANO QUELLI IN REGOLA
E’ ASSURDO CHE UN COMUNE
RISCUOTA UNA TASSA DAI CITTADINI
PER EFFETTUARE UN SERVIZIO
E POI NON LA VERSI PER COPRIRE I COSTI
DI RACCOLTA, TRASPORTO
E SMALTIMENTO DEI RIFIUTI.
E’ EVIDENTE CHE NON C’E’ UN USO CORRETTO
DI QUESTE RISORSE.
OLTRE AL RECUPERO COATTIVO DI QUESTE SOMME,
LA PREFETTURA STA VALUTANDO IL CASO
DI NOMINARE COMMISSARI AD ACTA.
Tratto da “La Gazzetta del Mezzogiorno-Lecce”
del 21 Febbraio 2009
Commissariamento dei Comuni e recupero coattivo delle somme. Sono le due soluzioni prospettate dai presidenti della Ato al tavolo tecnico di mercoledì. Anche se c'è chi non è d’accordo, come Gianni Garrisi, presidente della Lecce 1 e assessore all’Ambiente del capoluogo, che commenta così la situazione del proprio ambito: «L'Ato Lecce 1 non è ancora costituito come consorzio, per cui non è in possesso di dati dettagliati sulla situazione debitoria dei Comuni. Qui le situazioni vanno viste comune per comune. Posso dire con sicurezza che Lecce paga regolarmente nei termini previsti dalla legge».
Se l’Ato non è ancora consorzio lo si deve ad un contenzioso pendente innanzi al Consiglio di Stato proposto dal Comune di Cavallino. Sul commissariamento dei Comuni inadempienti Garrisi è critico: «Secondo me non sussistono gli estremi. Il prefetto potrebbe convocare i singoli Comuni non in regola, alla presenza anche dei revisori dei conti, e valutare le singole situazioni. Se un Comune non paga, evidentemente non è una questione di volontà, ci saranno dei problemi».
Silvano Macculi, presidente della Ato Lecce 2, considera la situazione del proprio Ambito inaccettabile: «È assurdo che un Comune riscuota una tassa dai cittadini per effettuare un servizio e poi non la versi per coprire i costi di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti. Eppure la Tarsu è un tributo finalizzato, il cui ricavato va speso solo per sopportare questi costi. È evidente che non c'è un uso corretto di queste risorse. Oltre al recupero coattivo di queste somme, la Prefettura sta valutando il caso di nominare commissari ad acta. La cosa più intollerabile è che un certo numero di Comuni virtuosi debba subire disservizi a causa per colpa dei Comuni inadempienti. Sarebbe opportuno che le conseguenze venissero scaricate solo sui Comuni non in regola. In una situazione di emergenza sugli impianti, come quella che viviamo nel Salento, è veramente poco serio creare ulteriori problemi per il ritardo o il mancato pagamento dei canoni alle Ato ed alle aziende».
Donato Martella, presidente dell’Ato Lecce 3, è per un’azione forte nei confronti dei morosi: «Secondo me bisognerebbe intervenire sulla corte dei Conti», esordisce. «Il consiglio d’amministrazione dell’ente sta dando mandato ai legali per cercare di recuperare i soldi che servono ad onorare i contratti stipulati: agiremo nei confronti dei Comuni morosi. Dispiace che paesi virtuosi, come i sette Comuni della terra di Leuca (già in regola per la quota riferita a gennaio, ndr), debbano essere penalizzati per cause a loro non addebitabili. Bisognerebbe affidare direttamente alle Ato la riscossione e la gestione dei tributi sui rifiuti».
Anche secondo Roberto Greco, della Fiadel, l’unica soluzione per andare oltre questo problema è costringere i sindaci ad uscire dalla gestione diretta della tassa sui rifiuti: «Affidando tutto alle Ato potremmo accelerare un processo già previsto dalla legge. Resta in piedi anche l’ipotesi del commissario ad acta». Temi di cui si è discusso in Prefettura: «C'è da combattere contro una cattiva abitudine, una mentalità diffusa. Per fortuna riscontriamo la buona volontà di alcune aziende: Geotech, Igeco e Gial Plast ci hanno assicurato per iscritto che si adopereranno per ridurre il disagio dei lavoratori. Tutti dobbiamo capire che il taglio dello stipendio è solo la punta di un iceberg. Prima di arrivare a ciò, l’azienda ha già sacrificato tutto: investimenti nella sicurezza, automezzi, politiche occupazionali. A livello sindacale c'è poco da fare». Franco Mirarco, della Cisl, è invece pronto a manifestazioni ancor più eclatanti rispetto a quella di ieri: «Andremo ad occupare i Comuni interessati. È infatti del tutto inutile prendersela con le amministrazioni che pagano regolarmente i lavoratori».
E’ EVIDENTE CHE NON C’E’ UN USO CORRETTO
DI QUESTE RISORSE.
OLTRE AL RECUPERO COATTIVO DI QUESTE SOMME,
LA PREFETTURA STA VALUTANDO IL CASO
DI NOMINARE COMMISSARI AD ACTA.
Tratto da “La Gazzetta del Mezzogiorno-Lecce”
del 21 Febbraio 2009
Commissariamento dei Comuni e recupero coattivo delle somme. Sono le due soluzioni prospettate dai presidenti della Ato al tavolo tecnico di mercoledì. Anche se c'è chi non è d’accordo, come Gianni Garrisi, presidente della Lecce 1 e assessore all’Ambiente del capoluogo, che commenta così la situazione del proprio ambito: «L'Ato Lecce 1 non è ancora costituito come consorzio, per cui non è in possesso di dati dettagliati sulla situazione debitoria dei Comuni. Qui le situazioni vanno viste comune per comune. Posso dire con sicurezza che Lecce paga regolarmente nei termini previsti dalla legge».
Se l’Ato non è ancora consorzio lo si deve ad un contenzioso pendente innanzi al Consiglio di Stato proposto dal Comune di Cavallino. Sul commissariamento dei Comuni inadempienti Garrisi è critico: «Secondo me non sussistono gli estremi. Il prefetto potrebbe convocare i singoli Comuni non in regola, alla presenza anche dei revisori dei conti, e valutare le singole situazioni. Se un Comune non paga, evidentemente non è una questione di volontà, ci saranno dei problemi».
Silvano Macculi, presidente della Ato Lecce 2, considera la situazione del proprio Ambito inaccettabile: «È assurdo che un Comune riscuota una tassa dai cittadini per effettuare un servizio e poi non la versi per coprire i costi di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti. Eppure la Tarsu è un tributo finalizzato, il cui ricavato va speso solo per sopportare questi costi. È evidente che non c'è un uso corretto di queste risorse. Oltre al recupero coattivo di queste somme, la Prefettura sta valutando il caso di nominare commissari ad acta. La cosa più intollerabile è che un certo numero di Comuni virtuosi debba subire disservizi a causa per colpa dei Comuni inadempienti. Sarebbe opportuno che le conseguenze venissero scaricate solo sui Comuni non in regola. In una situazione di emergenza sugli impianti, come quella che viviamo nel Salento, è veramente poco serio creare ulteriori problemi per il ritardo o il mancato pagamento dei canoni alle Ato ed alle aziende».
Donato Martella, presidente dell’Ato Lecce 3, è per un’azione forte nei confronti dei morosi: «Secondo me bisognerebbe intervenire sulla corte dei Conti», esordisce. «Il consiglio d’amministrazione dell’ente sta dando mandato ai legali per cercare di recuperare i soldi che servono ad onorare i contratti stipulati: agiremo nei confronti dei Comuni morosi. Dispiace che paesi virtuosi, come i sette Comuni della terra di Leuca (già in regola per la quota riferita a gennaio, ndr), debbano essere penalizzati per cause a loro non addebitabili. Bisognerebbe affidare direttamente alle Ato la riscossione e la gestione dei tributi sui rifiuti».
Anche secondo Roberto Greco, della Fiadel, l’unica soluzione per andare oltre questo problema è costringere i sindaci ad uscire dalla gestione diretta della tassa sui rifiuti: «Affidando tutto alle Ato potremmo accelerare un processo già previsto dalla legge. Resta in piedi anche l’ipotesi del commissario ad acta». Temi di cui si è discusso in Prefettura: «C'è da combattere contro una cattiva abitudine, una mentalità diffusa. Per fortuna riscontriamo la buona volontà di alcune aziende: Geotech, Igeco e Gial Plast ci hanno assicurato per iscritto che si adopereranno per ridurre il disagio dei lavoratori. Tutti dobbiamo capire che il taglio dello stipendio è solo la punta di un iceberg. Prima di arrivare a ciò, l’azienda ha già sacrificato tutto: investimenti nella sicurezza, automezzi, politiche occupazionali. A livello sindacale c'è poco da fare». Franco Mirarco, della Cisl, è invece pronto a manifestazioni ancor più eclatanti rispetto a quella di ieri: «Andremo ad occupare i Comuni interessati. È infatti del tutto inutile prendersela con le amministrazioni che pagano regolarmente i lavoratori».
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