Il rapporto dei melissanesi con S. Antonio di Padova non è caratterizzato da avvenimenti straordinari, ma da una devozione costante e filiale nel corso dei secoli.
Non si conoscono le motivazioni che portarono i nostri Padri ad individuare nel Santo dei miracoli il Protettore del casale Melissano, ma è certo che la scelta del nuovo Patrono (in sostituzione di San Pietro) risale ai primi anni del XVII secolo, periodo dell’apertura al culto dell’antica chiesa parrocchiale. Fin dal 1618, infatti, il Comune vi aveva fatto edificare l’altare di S. Antonio, sul quale si venerava un dipinto del Santo commissionato da Jacopo De Franchis, marchese di Taviano ed “utile signore” di Melissano. E’ probabile, quindi, che la scelta del Patrono dei melissanesi sia dovuta proprio ai De Franchis, così devoti a S. Antonio da fondare a Taviano l’omonimo convento.
Comunque, la prima attestazione ufficiale del patronato risale al 1719; in quell’anno, il vescovo di Nardò, mons. Antonio Sanfelice “dopo essere stato ricevuto dal clero e da una numerosa folla, entrò nella chiesa parrocchiale intitolata a S. Antonio di Padova, Confessore e Patrono principale di Melissano”. E sempre lo stesso vescovo, nella visita pastorale tenuta l’anno successivo, “visitò la nuova statua di S. Antonio, con sacra reliquia”. L’effige venerata dai melissanesi nella chiesa parrocchiale risale, quindi, al 1720.
Dagli atti del Comune di Taviano (cui Melissano fu aggregata nel 1806) risulta che il Municipio offriva quattro ducati annui per solennizzare la festa patronale che, fin da quel periodo, si teneva la prima domenica di settembre, in coincidenza con il ritorno dei contadini dalla Basilicata.
Dal 1877, in occasione della festa, fu istituita una fiera a supporto di una economia in forte espansione per lo straordinario sviluppo della viticoltura e proprio in quegli anni si edificava la nuova chiesa parrocchiale che, in continuazione ideale con l’antica matrice, fu dedicata anche a S. Antonio di Padova, il cui altare presenta un espressivo dipinto del Patrono cui appare Gesù Bambino, opera del pittore leccese Luigi Scorrano.
La devozione per il Santo dei miracoli è attestata anche dagli ex-voto (con i quali si è costituito un piccolo tesoro) dalle edicole sacre, le immagini a stampa presenti fra le mura domestiche, i santini, le statuette, le pubblicazioni; tutto contribuisce a legare la Comunità a S. Antonio di Padova, Patrono di Melissano.
Non si conoscono le motivazioni che portarono i nostri Padri ad individuare nel Santo dei miracoli il Protettore del casale Melissano, ma è certo che la scelta del nuovo Patrono (in sostituzione di San Pietro) risale ai primi anni del XVII secolo, periodo dell’apertura al culto dell’antica chiesa parrocchiale. Fin dal 1618, infatti, il Comune vi aveva fatto edificare l’altare di S. Antonio, sul quale si venerava un dipinto del Santo commissionato da Jacopo De Franchis, marchese di Taviano ed “utile signore” di Melissano. E’ probabile, quindi, che la scelta del Patrono dei melissanesi sia dovuta proprio ai De Franchis, così devoti a S. Antonio da fondare a Taviano l’omonimo convento.
Comunque, la prima attestazione ufficiale del patronato risale al 1719; in quell’anno, il vescovo di Nardò, mons. Antonio Sanfelice “dopo essere stato ricevuto dal clero e da una numerosa folla, entrò nella chiesa parrocchiale intitolata a S. Antonio di Padova, Confessore e Patrono principale di Melissano”. E sempre lo stesso vescovo, nella visita pastorale tenuta l’anno successivo, “visitò la nuova statua di S. Antonio, con sacra reliquia”. L’effige venerata dai melissanesi nella chiesa parrocchiale risale, quindi, al 1720.
Dagli atti del Comune di Taviano (cui Melissano fu aggregata nel 1806) risulta che il Municipio offriva quattro ducati annui per solennizzare la festa patronale che, fin da quel periodo, si teneva la prima domenica di settembre, in coincidenza con il ritorno dei contadini dalla Basilicata.
Dal 1877, in occasione della festa, fu istituita una fiera a supporto di una economia in forte espansione per lo straordinario sviluppo della viticoltura e proprio in quegli anni si edificava la nuova chiesa parrocchiale che, in continuazione ideale con l’antica matrice, fu dedicata anche a S. Antonio di Padova, il cui altare presenta un espressivo dipinto del Patrono cui appare Gesù Bambino, opera del pittore leccese Luigi Scorrano.
La devozione per il Santo dei miracoli è attestata anche dagli ex-voto (con i quali si è costituito un piccolo tesoro) dalle edicole sacre, le immagini a stampa presenti fra le mura domestiche, i santini, le statuette, le pubblicazioni; tutto contribuisce a legare la Comunità a S. Antonio di Padova, Patrono di Melissano.
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