28 Luglio 2009
Tratto dal Sito Internet
www.antoniodipietro.it
Riporto il mio discorso sulla dichiarazione di voto sul decreto anti-crisi presentato oggi alla Camera. Anche questa volta il governo non ha avuto la nostra fiducia.
Testo dell'intervento
Sig. Presidente del Consiglio che non c’è,
Noi no.
Noi dell’Italia dei Valori esprimiamo tutta la nostra contrarietà al decreto legge che ci avete proposto, anzi, imposto con il voto di fiducia.
Le ragioni della nostra contrarietà sono molteplici ma tutte unite dallo stesso filo logico: la nostra avversione al Suo modo di governare fatto di furbizie, scorciatoie, doppi pesi e doppie misure, inconsistenza di contenuti, vendita di fumo, gioco delle tre carte con gli stessi fondi a disposizione. Fondi che una volta vengono messi in un capitolo e un’altra in un capitolo diverso, solo per far credere che ci si occupa di tutto ed invece non risolvete mai nulla.
Quello che manca nella manovra:
www.antoniodipietro.it
Riporto il mio discorso sulla dichiarazione di voto sul decreto anti-crisi presentato oggi alla Camera. Anche questa volta il governo non ha avuto la nostra fiducia.
Testo dell'intervento
Sig. Presidente del Consiglio che non c’è,
Noi no.
Noi dell’Italia dei Valori esprimiamo tutta la nostra contrarietà al decreto legge che ci avete proposto, anzi, imposto con il voto di fiducia.
Le ragioni della nostra contrarietà sono molteplici ma tutte unite dallo stesso filo logico: la nostra avversione al Suo modo di governare fatto di furbizie, scorciatoie, doppi pesi e doppie misure, inconsistenza di contenuti, vendita di fumo, gioco delle tre carte con gli stessi fondi a disposizione. Fondi che una volta vengono messi in un capitolo e un’altra in un capitolo diverso, solo per far credere che ci si occupa di tutto ed invece non risolvete mai nulla.
Quello che manca nella manovra:
il sostegno ai più deboli
e alle aree più sottosviluppate
Ci si attendeva un ampliamento delle misure a sostegno del reddito dei soggetti più deboli e poveri. Non è arrivato niente.
Ci si attendeva l’individuazione di qualche misura di sostegno a favore dei lavoratori dipendenti o parasubordinati, dei precari che non hanno diritto a nessun tipo di ammortizzatore sociale in caso di sospensione o cessazione del lavoro. Nulla!
La Banca d’Italia stima che ci siano circa 1.600.000 lavoratori precari e ci ricorda inoltre che, nelle famiglie in cui sono presenti solo lavoratori “atipici”, l’incidenza della povertà è stimata al 47 per cento.
È evidente che il lavoro flessibile è una necessità delle imprese, ma tra un lavoro flessibile e un altro, deve essere previsto il diritto ad essere sostenuti, così come avviene per ogni altro tipo di lavoratore.
Ci si attendeva l’individuazione di nuove risorse e invece sono sempre le stesse che vengono usate come “partita di giro” tra un capitolo e l’altro, con l’aggravante che spesso sono state tolte risorse ai fondi per gli investimenti per darle a quelle per spese correnti.
Un esempio lampante è lo sperpero, anzi la malversazione, delle risorse FAS 2007-2013 (Fondo Aree Sottoutilizzate) che sono state spostate su altri obiettivi, quali il pagamento dei debiti di Alitalia, le faraoniche opere pubbliche inutili, come il Ponte sullo Stretto di Messina, la cassa integrazione, lo smaltimento dei rifiuti e così via.
Un altro esempio è il tanto sbandierato “piano casa”. I soldi – 550 milioni – sono sempre e solo quelli messi a disposizione dal passato Governo, (di cui avevo l’onore di far parte), e che ora sono stati tolti dall’edilizia pubblica, (quella che serve per le persone più bisognose), per incentivare quella privata degli speculatori e degli affaristi.
Un altro esempio ancora è la tuttora irrisolta “questione meridionale”, che dimostra lo scarso interesse del Governo per il Sud del Paese, non solo per quanto riguarda l’assegnazione e la distribuzione dei fondi, ma soprattutto per quel che concerne il sistema dei controlli.
Un esempio di cattivi controlli e compiacenti connivenze? Il caso Molise, ove a fronte di un buco finanziario vertiginoso e insostenibile del sistema sanitario provocato dal Presidente della Regione Michele Iorio, il Governo ne dichiara sì il dissesto e nomina un Commissario, ma lo individua nello stesso Michele Iorio come a dire: affidare a un ladro la cassaforte della banca.
Queste sono solo alcune delle miriadi di manchevolezze che si possono fare per delineare la prima ragione del nostro voto contrario al provvedimento anticrisi: il provvedimento è monco, senza strategia, senza veri interventi di sostegno all’economia. E’ un provvedimento senz’anima, senza volontà di “svolta” per il Paese, totalmente incapace di fronteggiare i problemi che si sono accentuati in questi difficili anni: il debito pubblico e l’evasione fiscale.
La Sua politica, Sig. Presidente del Consiglio, del resto non si smentisce, se c'é un politico coerente è Lei. La sua politica è sempre stata quella di far pagare i poveri e far guadagnare i disonesti.
Fece così nella legislatura 2001-2006, quando impiantò la sua azione di Governo sui condoni, sulle operazioni di "swap", sulla cartolarizzazione di una parte del patrimonio pubblico immobiliare. Il risultato fu la caduta verticale dell'avanzo di bilancio, l'aumento altrettanto verticale della spesa e la flessione delle entrate tributarie.
Il mancato sostegno alle imprese
Altra ragione per cui noi di IdV diciamo NO a questa legge è il mancato sostegno alle imprese.
Lei, Sig. Presidente del Consiglio che non c’è, ogni giorno millanta che sta dalle parti delle imprese. Sì, ma quali? O meglio: quali altre, oltre quelle di famiglia o quelle della ristretta cerchia di imprenditori amici suoi?
Solo così si spiega il continuo ricorso all’assegnazione di commesse e lavori in deroga alla legge sugli appalti, come è avvenuto per la vicenda TAV, ove ha eliminato la previsione di mettere i lavori in gara per evitare il raddoppio dei costi come avvenuto finora.
E che dire della famigerata join venture ‘RAI MEDIASET’ per eliminare un Suo agguerrito concorrente dalla scena dell’informazione, come SKY di Murdoch?
E che dire, infine, della fatwa da Lei lanciata per spingere gli imprenditori a non affidare la propria pubblicità aziendale a quegli organi di informazione che si permettono di criticarla?
Ma soprattutto, proprio per quel che riguarda il merito dell’attuale decreto anticrisi, Lei, Berlusconi, fa anche qui, ancora una volta, due pesi e due misure: la previsione delle esenzioni fiscali è riservata solo alle grandi imprese mentre sono totalmente escluse le piccole imprese, vale a dire il cuore dell’economia italiana! Ma tanto si sa: a Lei stanno a cuore le saccocce delle aziende Sue e degli amici e compari Suoi, non quelle degli italiani!
Ci si attendeva un ampliamento delle misure a sostegno del reddito dei soggetti più deboli e poveri. Non è arrivato niente.
Ci si attendeva l’individuazione di qualche misura di sostegno a favore dei lavoratori dipendenti o parasubordinati, dei precari che non hanno diritto a nessun tipo di ammortizzatore sociale in caso di sospensione o cessazione del lavoro. Nulla!
La Banca d’Italia stima che ci siano circa 1.600.000 lavoratori precari e ci ricorda inoltre che, nelle famiglie in cui sono presenti solo lavoratori “atipici”, l’incidenza della povertà è stimata al 47 per cento.
È evidente che il lavoro flessibile è una necessità delle imprese, ma tra un lavoro flessibile e un altro, deve essere previsto il diritto ad essere sostenuti, così come avviene per ogni altro tipo di lavoratore.
Ci si attendeva l’individuazione di nuove risorse e invece sono sempre le stesse che vengono usate come “partita di giro” tra un capitolo e l’altro, con l’aggravante che spesso sono state tolte risorse ai fondi per gli investimenti per darle a quelle per spese correnti.
Un esempio lampante è lo sperpero, anzi la malversazione, delle risorse FAS 2007-2013 (Fondo Aree Sottoutilizzate) che sono state spostate su altri obiettivi, quali il pagamento dei debiti di Alitalia, le faraoniche opere pubbliche inutili, come il Ponte sullo Stretto di Messina, la cassa integrazione, lo smaltimento dei rifiuti e così via.
Un altro esempio è il tanto sbandierato “piano casa”. I soldi – 550 milioni – sono sempre e solo quelli messi a disposizione dal passato Governo, (di cui avevo l’onore di far parte), e che ora sono stati tolti dall’edilizia pubblica, (quella che serve per le persone più bisognose), per incentivare quella privata degli speculatori e degli affaristi.
Un altro esempio ancora è la tuttora irrisolta “questione meridionale”, che dimostra lo scarso interesse del Governo per il Sud del Paese, non solo per quanto riguarda l’assegnazione e la distribuzione dei fondi, ma soprattutto per quel che concerne il sistema dei controlli.
Un esempio di cattivi controlli e compiacenti connivenze? Il caso Molise, ove a fronte di un buco finanziario vertiginoso e insostenibile del sistema sanitario provocato dal Presidente della Regione Michele Iorio, il Governo ne dichiara sì il dissesto e nomina un Commissario, ma lo individua nello stesso Michele Iorio come a dire: affidare a un ladro la cassaforte della banca.
Queste sono solo alcune delle miriadi di manchevolezze che si possono fare per delineare la prima ragione del nostro voto contrario al provvedimento anticrisi: il provvedimento è monco, senza strategia, senza veri interventi di sostegno all’economia. E’ un provvedimento senz’anima, senza volontà di “svolta” per il Paese, totalmente incapace di fronteggiare i problemi che si sono accentuati in questi difficili anni: il debito pubblico e l’evasione fiscale.
La Sua politica, Sig. Presidente del Consiglio, del resto non si smentisce, se c'é un politico coerente è Lei. La sua politica è sempre stata quella di far pagare i poveri e far guadagnare i disonesti.
Fece così nella legislatura 2001-2006, quando impiantò la sua azione di Governo sui condoni, sulle operazioni di "swap", sulla cartolarizzazione di una parte del patrimonio pubblico immobiliare. Il risultato fu la caduta verticale dell'avanzo di bilancio, l'aumento altrettanto verticale della spesa e la flessione delle entrate tributarie.
Il mancato sostegno alle imprese
Altra ragione per cui noi di IdV diciamo NO a questa legge è il mancato sostegno alle imprese.
Lei, Sig. Presidente del Consiglio che non c’è, ogni giorno millanta che sta dalle parti delle imprese. Sì, ma quali? O meglio: quali altre, oltre quelle di famiglia o quelle della ristretta cerchia di imprenditori amici suoi?
Solo così si spiega il continuo ricorso all’assegnazione di commesse e lavori in deroga alla legge sugli appalti, come è avvenuto per la vicenda TAV, ove ha eliminato la previsione di mettere i lavori in gara per evitare il raddoppio dei costi come avvenuto finora.
E che dire della famigerata join venture ‘RAI MEDIASET’ per eliminare un Suo agguerrito concorrente dalla scena dell’informazione, come SKY di Murdoch?
E che dire, infine, della fatwa da Lei lanciata per spingere gli imprenditori a non affidare la propria pubblicità aziendale a quegli organi di informazione che si permettono di criticarla?
Ma soprattutto, proprio per quel che riguarda il merito dell’attuale decreto anticrisi, Lei, Berlusconi, fa anche qui, ancora una volta, due pesi e due misure: la previsione delle esenzioni fiscali è riservata solo alle grandi imprese mentre sono totalmente escluse le piccole imprese, vale a dire il cuore dell’economia italiana! Ma tanto si sa: a Lei stanno a cuore le saccocce delle aziende Sue e degli amici e compari Suoi, non quelle degli italiani!
1-Continua
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