sabato 30 maggio 2009

MOZIONE DI SFIDUCIA AL GOVERNO BERLUSCONI


26 Maggio 2009
Tratto dal Sito Internet
www.antoniodipietro.it
Ieri ho inviato una lettera ai segretari del Pd e dell’Udc contenente l’invito ad appoggiare la mozione di sfiducia dell’Italia dei Valori contro Silvio Berlusconi presentata questa mattina in una conferenza stampa a Verona. Non essendo “certi” del risultato, e non essendo “loro” l’iniziativa, hanno deciso di dare forfait. Un copione già visto con la raccolta firme per il referendum contro il Lodo Alfano e, prima ancora, con il Lodo Previti. L'opposizione del giorno dopo interessa ben poco. Nè possiamo accettare i consigli di chi ci dice che “la mozione di sfiducia a Berlusconi è inutile perchè siete una minoranza”, salvo poi presentare la richiesta di abrogazione del Lodo Alfano che si sovrappone ad un’iniziativa dell’Italia dei Valori, ben più credibile, che ha raccolto 1.000.000 di firme per il referendum che chiede di abrogarlo.
Le motivazioni della mozione sono chiare e sotto gli occhi dei cittadini. Molti italiani sottovalutano la gravità e il danno di immagine e economico arrecato dalla sentenza di condanna di David Mills. Nelle motivazioni della sentenza del processo Berlusconi-Mills, poi diventato solo Mills, per via della non processabilità di Silvio Berlusconi grazie al lodo Alfano, vengono imputati fatti e reati gravissimi alle persone coinvolte nelle vicende ricostruite attraverso prove e testimonianze. La gravità della sentenza, che in Italia è stata sdoganata con un discorso infame pronunciato e applaudito all’assemblea di Confindustria da un uomo che si crede al di sopra della legge, nel mondo è stata descritta come un evento senza precedenti nella storia delle democrazie occidentali.
Riporto la frase conclusiva della mozione dell’Italia dei Valori: “A tal fine la Camera, nel pieno rispetto delle prerogative del Capo dello Stato, esprime la sfiducia al Governo presieduto dall’onorevole Silvio Berlusconi e lo impegna a rassegnare le dimissioni nelle mani del Capo dello Stato”.
A nulla servirà, come ieri ho scritto, il tentativo di distogliere l’attenzione con una ritrovata sensibilità nei confronti dei costi della politica, che ha portato il Presidente del Consiglio a parlare di dimezzamento del numero dei Parlamentari, delicato tema del quale noi ci siamo già occupati, nei mesi scorsi, attraverso diversi disegni di legge proposti dall’Italia dei Valori, ma mai presi in considerazione da questo governo e dalla sua maggioranza.
Anche questa “balla” è destinata a rimanere uno spot elettorale che terminerà l’8 giugno quando, dopo le elezioni, puntualmente ogni promessa verrà disattesa.
E’ per questo che oggi l’Italia dei Valori lancia al Parlamento una sfida attraverso due progetti di legge (ordinario e costituzionale) che contengono alcune migliorie rispetto quelli già depositati, per la riduzione dei costi dell’amministrazione pubblica. Le riforme si fanno con i fatti e non con gli spot. Ne vorremmo la prova.
Riporto di seguito una sintesi dei due progetti di legge.
Il progetto di legge costituzionale
contiene varie disposizioni già presentate da deputati del Gruppo IDV nel corso della presente legislatura.
La proposta di legge prevede:
1) riduzione del numero dei parlamentari: si riduce il numero dei deputati da 615 a 300 unità, e il numero di senatori da 315 a 150 unità.
2) abolizione delle province
3) riduzione dei componenti dei consigli e delle giunte regionali
Il progetto di legge ordinario
contiene:
1) soppressione delle circoscrizioni di decentramento comunale
2) soppressione delle comunità montane
3) riduzione del numero dei componenti dei consigli e delle giunte comunali e provinciali
4) riduzione dei componenti degli organi di società a partecipazione pubblica
5) riduzione rimborsi elettorali

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