martedì 30 novembre 2010

DAL MONDO DELL'ITALIA DEI VALORI: "I PARLAMENTARI ITALIANI HANNO VOTATO CONTRO L'ABOLIZIONE DEL VITALIZIO DOPO SOLI 5 ANNI DI LEGISLATURA"

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lunedì 29 novembre 2010

IL 05 DICEMBRE 2010 BABBO NATALE SCENDERA' DAL CIELO CON IL "RIONE STAZIONE IN FESTA"

Babbo Natale sarà calato dal Campanile (Torre Civica) di Piazza San Francesco ed una volta a terra, distribuirà caramelle ai bambini.
Iniziativa promossa dal Rione melissanese Stazione con la collaborazione della Squadra SAF dei Vigili del Fuoco di Lecce.

INCONTRO AL NATALE (3) - CARITAS: AVVENTO DI FRATERNITA' 2010 PER IL PAKISTAN E L'INDONESIA

Anche quest'anno durante l'Avvento di Fraternità saremo accanto ai poveri, attraverso la preghiera e la raccolta dei fondi, con particolare attenzione alle popolazioni del Pakistan, messo in ginocchio dalle alluvioni e dell'Indonesia, dove la terra ha tremato e un nuovo tsunami si è abbattuto al largo delle coste di Sumatra.
Le offerte raccolte dovranno essere inviate a: Caritas Diocesana Diocesi di Nardò-Gallipoli, ccp n° 11169737, causale: AVVENTO DI FRATERNITA' 2010.

INCONTRO AL NATALE (2) - PUBBLICAZIONE: UN VOLUME PER IL NUOVO ANNO LITURGICO

Il prossimo 28 novembre inizierà il nuovo anno liturgico, detto del Ciclo A.
Per vivere meglio questo anno di grazia, si segnala il bel volume scritto da Giuseppe SACINO, parroco, giornalista e docente di Spiritualità Biblica: "LEGGO RIFLETTO PREGO, anno A" - Elle Di Ci,Torino - pp. 287 - € 14,00.
Si può chiedere il volume nelle librerie cattoliche o direttamente all'autore: cell. 338 3053194; tel 0832 947 493; dongiuseppesacino@teletu.it

INCONTRO AL NATALE (1) - IL MISTERO DELL'AVVENTO

27 novembre 2010
Tratto da ZENIT.org
Di seguito una riflessione di don Enrico Finotti, parroco di S. Maria del Carmine in Rovereto, tratta dal volum “L’anno liturgico. Mistero Grazia e celebrazione” (Vita Trentina editrice 2001).
L’Avvento, mettendo la Chiesa in comunione con l’evento della lunga preparazione alla prima venuta del Salvatore, nel tempo che intercorse tra Adamo e Cristo e specialmente nella vicenda storica d’Israele, attualizza l’attesa del Messia, ravvivando nei fedeli l’ardente desiderio della sua “triplice venuta”: egli, infatti, venne nell’umiltà della carne, viene misticamente nella celebrazione dei santi misteri, verrà alla fine dei tempi nella gloria.
“Al suo primo avvento
nell’umiltà della nostra natura umana
egli portò a compimento la promessa antica,
e ci aprì la via dell’eterna salvezza.
Verrà di nuovo nello splendore della gloria,
e ci chiamerà a possedere il regno promesso
che ora osiamo sperare vigilanti nell’attesa”. [1]
“Ora egli viene incontro a noi
in ogni luogo e in ogni tempo,
perché lo accogliamo nella fede
e testimoniamo nell’amore
la beata speranza del suo regno”.[2]
La liturgia dell’Avvento, tuttavia, pone l’attenzione in modo speciale al tempo che immediatamente precedette la venuta del Salvatore , quando la secolare attesa del Messia raggiunse la piena maturità e si espresse con la massima intensità: è il tempo dell’annunzio, della nascita, della predicazione e della testimonianza di Giovanni Battista, il Precursore, e della presenza di Maria SS., l’Immacolata Vergine Madre, che ricevendo l’annunzio dell’angelo accolse nel grembo il Verbo fatto carne. In questa cornice di riferimento, gli annunzi dei Profeti, soprattutto quelli del profeta Isaia, assumono una singolare eloquenza ed esprimono il loro senso definitivo.
“Egli fu annunziato da tutti i profeti,
la Vergine Madre l’attese
e lo portò in grembo con ineffabile amore,
Giovanni proclamò la sua venuta
e lo indicò presente nel mondo”.[3]
1. Il mistero globale della “venuta” del Signore:
- la venuta “nella carne”,
- la venuta “mistica” nei sacramenti,
- la venuta “nella gloria”.
“In Avvento celebriamo tutto il grande mistero della venuta del Signore: esso va dalla prima venuta a Betlemme, che ha risposto all’attesa del popolo antico, fino all’ultima venuta del Re della gloria, che colmerà l’attesa della Chiesa.
Entro questi due termini estremi si colloca un terzo avvento: quello che ha luogo nella Chiesa e nella vita cristiana, soprattutto per mezzo dei Sacramenti.
L’Avvento quindi è un tempo di attesa: attendiamo il Signore che viene. L’attesa non è mai colmata. Le anime lo aspettano, perchè non hanno ancora raggiunto la piena statura di Cristo; la Chiesa lo aspetta, perchè le realtà che essa possiede non sono ancora definitive; il mondo lo aspetta, perchè la missione della Chiesa non ha ancora portato fino ai suoi confini la testimonianza evangelica”.[4]
“Tre sono le venute del Signore: la prima nella carne, la seconda nell’anima, la terza per il giudizio. La prima avvenne sulla mezzanotte, la seconda al mattino, la terza a mezzogiorno… La prima venuta è già passata. Il Cristo fra gli uomini ‘è apparso e con gli uomini è vissuto’ (Bar 3, 38). Noi siamo nella sua seconda venuta, se però siamo tali che egli si degni di venire a noi; siamo sicuri che, se lo amiamo, verrà e dimorerà con noi. Questa venuta perciò è sottoposta a condizione… Quanto al terzo avvento è certissimo che accadrà, ma assolutamente incerto è il quando… Il primo avvento apre la via al secondo, il secondo prepara l’ultimo. Il primo fu nascosto e umile, il secondo è segreto e mirabile, il terzo sarà manifesto e terribile. Nel primo egli discese a noi per venire in noi nel secondo; nel secondo venne in noi per non venire nel terzo contro di noi. Nel primo operò con la sua misericordia, nel secondo dona la grazia, nel terzo darà la gloria, perché il Signore concede grazia e gloria (Sal 83, 12). Il Cristo Gesù, che abbiamo accolto come Salvatore e aspettiamo come Giudice, ci salvi non secondo le opere malvagie da noi compiute, ma secondo la sua grande misericordia!”. [5]
La venuta finale “nella gloria”, – che pure fa parte del mistero dell’Avvento ed è espressa sia nella Messa, come nel lungo responsorio dell’Ufficio di lettura della I domenica di Avvento “Guardo da lontano, e vedo arrivare la potenza del Signore, come una nube che copre la terra”[6] e che colora molti altri elementi liturgici dall’inizio del tempo di Avvento fino al 16 dicembre, – è tuttavia anticipata e celebrata nelle ultime domeniche del Tempo Ordinario, e soprattutto nei giorni feriali dell’ultima settimana del Tempo Ordinario.
Così la dimensione escatologica della venuta del Signore tende ad essere considerata nella parte terminale dell’anno liturgico dominata dalla solennità di Nostro Signore Cristo Re dell’universo, che viene sulle nubi per il giudizio finale.[7]
In tal modo il forte carattere escatologico dell’Avvento antico viene temperato dalle domeniche che lo precedono e chiudono l’anno liturgico e l’attenzione si sposta più facilmente sulla prima venuta del Redentore.
La preparazione dell’Antico Testamento: mistero sempre attuale
“La venuta del Figlio di Dio sulla terra è un avvenimento di tale portata che Dio lo ha voluto preparare nel corso dei secoli. Riti e sacrifici, figure e simboli della “Prima Alleanza” (Eb 9, 15), li fa convergere tutti verso Cristo; lo annunzia per bocca dei profeti che si succedono in Israele; risveglia inoltre nel cuore dei pagani l’oscura attesa di tale venuta”.[8]
“Questo tempo che stiamo celebrando ci fa ricordare il Desiderato, cioè il desiderio dei santi padri che vissero prima della sua nascita. Molto giustamente la Chiesa ha disposto che in questo tempo si leggano le parole e si ricordino i desideri di coloro che precedettero il primo avvento del Signore. Noi non celebriamo questa attesa soltanto per un giorno, ma per un tempo piuttosto lungo; perché è un fatto di esperienza che le cose vivamente desiderate, se devono essere attese per un certo tempo, ci sono più dolci quando ciò che amiamo si fa presente. Sta a noi, perciò, fratelli carissimi, seguire gli esempi dei santi padri, coltivare in noi stessi i loro desideri, e così accendere nelle nostre anime l’amore e l’attesa di Cristo. La celebrazione di questo tempo fu istituita appunto per farci riflettere sulla fervente attesa dei nostri padri per la prima venuta del Signore, e perché impariamo dal loro esempio a desiderare grandemente la sua seconda venuta”.[9]
Ma perché Dio ha atteso tanti secoli per inviarci il Salvatore?
Il “desiderio” di Dio e del Salvatore
Innanzitutto Dio ha voluto, con tanto tempo di attesa, suscitare nell’umanità il “desiderio” di Dio, affievolito a causa del peccato, ma non estinto nel cuore umano.
“Il desiderio di Dio è iscritto nel cuore dell’uomo, perchè l’uomo è stato creato da Dio e per Dio; e Dio non cessa di attirare a sé l’uomo e soltanto in Dio l’uomo troverà la verità e la felicità che cerca senza posa”.[10]
Il tempo di Avvento è il tempo della riscoperta dell’essere religioso dell’uomo, della ricerca di Dio nella considerazione delle sue opere e mediante la luce naturale della ragione.
E’ il tempo dei “praeambula fidei”, che consentono all’uomo di essere “capace” di Dio e a Dio di comunicare con l’uomo ed essere da lui compreso.
“L’uomo è per natura e per vocazione un essere religioso. Poiché viene da Dio e va a Dio, l’uomo non vive una vita pienamente umana, se non vive liberamente il suo rapporto con Dio”.[11]
“Quando ascolta il messaggio delle creature e la voce della propria coscienza, l’uomo può raggiungere la certezza dell’esistenza di Dio, causa e fine di tutto”.[12]
“La Chiesa insegna che il Dio unico e vero, nostro creatore e Signore, può essere conosciuto con certezza attraverso le sue opere, grazie alla luce naturale della ragione umana”.[13]
“Partendo dalle molteplici perfezioni delle creature, similitudini del Dio infinitamente perfetto, possiamo realmente parlare di Dio, anche se il nostro linguaggio limitato non ne esaurisce il Mistero”.[14]
“La creatura senza il Creatore svanisce”.[15]
Ma non appena l’uomo si mette alla ricerca sincera di Dio e della sua verità, s’accorge della fragilità della sua mente, che, con fatica e non senza errori, si inoltra nella maestà del mistero divino e con sofferenza prova la debolezza della sua volontà nel persistere nel bene, anzi la sua natura umana, ferita dal peccato, compie il male che non vorrebbe (Rm 7, 18-25).
Ecco allora insorgere nell’umanità il desiderio del Salvatore, che porti all’uomo quella liberazione che l’uomo non può procurarsi con le sole sue forze.
Il “Messia”, già promesso ai Progenitori nel paradiso terrestre, dopo il peccato originale (Gn 3, 15), doveva così essere intensamente invocato dall’umanità peccatrice, che sperimentava le tragiche conseguenze del peccato.
Infatti, la liturgia dell’Avvento invoca il “Messia” come “speranza e salvezza dei popoli”[16] e “atteso da tutte le nazioni”,[17] perché “tutta la terra desidera il suo volto”.[18]
Così l’Eterno Padre, affinché il suo divin Figlio non venisse tra noi senza essere sufficientemente atteso, ha stabilito un lungo tempo di aspettativa, degno di così grande Dono. E così l’umanità provata dai gemiti secolari dell’attesa invoca la venuta del Re delle genti: “Oppressi a lungo sotto il giogo del peccato, aspettiamo, Padre, la nostra redenzione...”[19] finché nella gioia dell’incontro ormai vicino potrà esclamare: “Ecco, l’Atteso dalle nazioni è vicino, la casa del Signore sarà piena di gloria”[20] e “Rialzatevi, sollevate la testa: la vostra redenzione è vicina”.[21]
Il mistero dell’Avvento sta veramente alla radice della fede; infatti se l’uomo non sente il desiderio e il bisogno di Dio e se non sperimenta il suo essere insufficiente e peccatore, non potrà aprirsi né a Dio, né al dono del Salvatore. Si comprende l’attualità e l’urgenza del Tempo di Avvento nel contesto secolarizzato della cultura dominante nella quale sono obnubilati proprio i principi, che stanno alla base della religiosità in quanto tale, anzi è la stessa capacità razionale dell’uomo che viene messa in discussione per cui non è più ovvio che egli sia “capace” di Dio e in grado di cogliere oggettivamente il Vero e il Bene. La risoluzione di questa crisi esistenziale di identità dell’uomo nella sua dimensione razionale è fondamentale per il superamento dei problemi relativi alla stessa fede, che non può essere assolutamente accettata come un fideismo soggettivo.
La graduale manifestazione di Cristo nell’Antico Testamento
Un secondo motivo della millenaria attesa del Messia lo si deve riconoscere nella necessità di preparare l’umanità a comprendere e ad accogliere il Figlio di Dio.
“Dio che abita una luce inaccessibile” (1Tim 6, 16) vuole comunicare la propria vita divina agli uomini da lui liberamente creati, per farne figli adottivi nel suo unico Figlio. Rivelando se stesso, Dio vuole rendere gli uomini capaci di rispondergli, di conoscerlo e di amarlo ben più di quanto sarebbero capaci da se stessi.
Il disegno divino della Rivelazione si realizza ad un tempo “con eventi e parole” che sono “intimamente connessi tra loro” e si chiariscono a vicenda. Esso comporta una “pedagogia divina” particolare: Dio si comunica gradualmente all’uomo, lo prepara per tappe a ricevere la Rivelazione soprannaturale che egli fa di se stesso e che culmina nella persona e nella missione del Verbo incarnato, Gesù Cristo”.[22]
Il Padre ha realizzato la preparazione nelle antiche Alleanze con Adamo e Noè. Poi con la vocazione di Abramo ha scelto un popolo, il popolo eletto, e lo ha educato con speciale cura attraverso quella che è la “storia della salvezza”, che noi troviamo testimoniata nella Bibbia.
L’Avvento è il tempo tipico per le catechesi sulla “Storia Sacra” e per le meditazioni delle pagine bibliche dell’Antico Testamento per scoprirvi la presenza e l’azione del Cristo venturo. È questo lo scopo della consegna della Bibbia nella prima domenica di Avvento e delle celebrazioni della Parola proposte per i mercoledì e i venerdì di Avvento.
I grandi personaggi biblici prefiguravano il Redentore che doveva venire, gli eventi storici d’Israele erano profezie della vita di Cristo, i salmi anticipavano la sua preghiera, i profeti ne annunziavano la sua opera di salvezza, i comandamenti preparavano la via alle beatitudini evangeliche, le grandi verità sull’Unico Dio, sulla creazione dal nulla, sulla trascendenza di Dio, sull’uomo creato ad immagine e somiglianza di Dio, sul senso progressivo della storia, ecc., sono anticipate e acquisite nella cultura ebraica in vista di quella pienezza di verità che sarà rivelata in Cristo.
“Egli in Noè già governava la Chiesa,
in Abramo fu patriarca fedelissimo,
in Isacco si offrì in glorioso sacrificio al Padre,
in Giacobbe fu maestro di pazienza,
in Giuseppe prefigurò la sua passione e la sua gloria,
in Mosè fu guida mirabile del suo popolo,
in Davide fu insigne re d’Israele,
in Salomone fu fonte di abbondantissima sapienza,
in Isaia fu l’autore di tutte le profezie,
in Giovanni preannunziò il battesimo che ci avrebbe redenti”.[23]
In tal modo il Redentore “ha visitato il suo popolo” (Lc 1, 68) e si è fatto uomo dentro “un popolo ben disposto” (Lc 1, 17) a capirlo e ad accoglierlo.
Note
1) MRI, Prefazio dell’Avvento I.
2) MRI, Prefazio dell’Avvento I/A.
3) MRI, Prefazio dell’Avvento II.
4) La preghiera del mattino e della sera, Conferenza episcopale italiana, Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 1989, p. 2.
5) PIETRO DI BLOIS, sacerdote, Discorso III per l’Avvento, Lettura patristica dell’Ufficio di lettura del mercoledì della prima settimana di Avvento, in UNIONE MONASTICA ITALIANA PER LA LITURGIA, L’Ora dell’Ascolto, Torino, ed. Marietti, 1977, vol. I, p. 28.
6) LO, I dom. Avv., Uff. lett., 1° resp.; RIGHETTI, vol. II, p. 56.
7) Messale Romano riformato a norma dei decreti del Concilio Ecumenico Vaticano II e promulgato da Papa Paolo VI, Lezionario domenicale e festivo, Anno A, Conferenza Episcopale Italiana, Città del Vaticano, Tipografia Poliglotta Vaticana, 1983; TESTO BASE, p. 242.
8) CCC, n. 522.
9) S. ELREDO, abate, Discorso 1 per l’Avvento, Lettura patristica dell’Ufficio di lettura della prima domenica di Avvento, in UNIONE MONASTICA ITALIANA PER LA LITURGIA, L’Ora dell’Ascolto, Torino, ed. Marietti, 1977, vol. I, p. 10.
10) CCC, n. 27.
11) CCC, n. 44.
12) CCC, n. 46.
13) CCC, n. 47.
14) CCC, n. 48.
15) CCC, n. 49.
16) LO, ant. Magn., 23 dic.
17) LO, ant. Magn., 22 dic.
18) LO, Primi Vespri di Natale, ant. 1° Sal.
19) MRI, orazione del 18 dic.
20) LO, IV dom. di Avv., Primi Vespri, ant. 1° Sal.
21) LO, 24 dic., Lodi, ant. 2° Sal.
22) CCC, nn. 52 e 53.
23) PINELL JORDI, Preci Eucaristiche Occidentali, Testi delle Liturgie Ambrosiana, Gallicana e Ispanica - Sintesi di uno studio letterario-dottrinale, Pontificio Istituto Liturgico, Roma 1984, pp. 55-57; Anamnesis, vol. VI, p. 356.

venerdì 26 novembre 2010

30 NOVEMBRE 2010, ORE 18.30, AULA CONSILIARE - SEDUTA ORDINARIA DEL CONSIGLIO COMUNALE DI MELISSANO

Sono 7 gli argomenti posti all'Ordine del Giorno:
1. COMUNICAZIONI DEL SINDACO-PRESIDENTE.
2. ASSESTAMENTO GENERALE BILANCIO DI PREVISIONE 2010.
3. RICONOSCIMENTO DEBITO DI CUI ALL'ARTICOLO 194, COMMA 1), LETTERA A) DECRETO LEGISLATIVO NUMERO 267/2000 - AVVOCATO VALERIA PELLEGRINO.
4. APPROVAZIONE PIANO COMUNALE PER IL DIRITTO ALLO STUDIO ANNO 2011.
5. SERVIZIO DI SEGRETERIA COMUNALE - SCIOGLIMENTO CONVENZIONE CON IL COMUNE DI TAVIANO APPROVATA CON DELIBERAZIONE CONSIGLIO COMUNALE NUMERO 161/2009 - APPROVAZIONE NUOVA CONVENZIONE TRA I COMUNI DI TAVIANO-RACALE-MELISSANO.
6. CRITERI GENERALI PER LA DEFINIZIONE DEL NUOVO REGOLAMENTO DEGLI UFFICI E DEI SERVIZI ALLA LUCE DEI NUOVI PRINCIPI CONTENUTI NEL DECRETO LEGISLATIVO NUMERO 150/2009 (LEGGE BRUNETTA).
7. VOTI AL PARLAMENTO NAZIONALE PER LA RIFORMA DELLA LEGGE ELETTORALE.

GRANDI INIZIATIVE DI SPETTACOLO DI CHI SA FARLO (PURTROPPO, NON A MELISSANO) - SIMONE CRISTICCHI E MAX GAZZE' IN CONCERTO

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ALEXIA CANTA - L'APPUNTAMENTO E' PER DOMANI 27 NOVEMBRE 2010 IN PIAZZA DEL POPOLO A TAVIANO. INGRESSO GRATUITO CON INIZIO ALLE ORE 21.00

X FACTOR 4 - IL SALENTINO DAVIDE SI CLASSIFICA AL SECONDO POSTO. ED ORA SI VA VERSO SANREMO 2011?

APPROFONDIMENTO / COMECE: "SE L'EUROPA SI VERGOGNA DEL CRISTIANESIMO NON AVRA' FUTURO"

Intervento di monsignor Fisichella
davanti agli episcopati europei
25 novembre 2010
Tratto da ZENIT.org
E' necessario uscire da una forma di neutralità in cui l'Europa si è rinchiusa pur di non prendere posizione a favore di se stessa e della sua storia, ha dichiarato questo mercoledì sera monsignor Rino Fisichella intervenendo davanti alla Commissione degli Episcopati dell'Unione Europea (COMECE).
Monsignor Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione, ha partecipato a una tavola rotonda con la quale è stata inaugurata la plenaria della COMECE, organismo che compie 30 anni.
Nel suo discorso, il presule ha sottolineato l'importanza di tornare a proporre la fede cristiana all'Europa, come parte non solo del suo passato, ma anche del suo futuro.
“Nessuno tra di noi dovrebbe cadere nella trappola di pensare all'unione dell'Europa dimenticando che le sue radici affondano in una fede che ha alimentato per secoli la convivenza e il progresso di popoli diversi”, ha affermato.
“[Noi europei] non abbiamo una sola lingua e possediamo tradizioni culturali e giuridiche diverse; eppure, il nostro denominatore comune è facilmente rinvenibile nel cristianesimo”.
“Per questo, nessuno si illuda sul futuro. Non ci sarà un'Europa realmente unita, prescindendo da ciò che essa è stata. Non si potrà imporre a cittadini così diversi un senso di appartenenza a una realtà senza radici e senza anima”.
Il presule ha insistito sul fatto che “solo una forte identità condivisa potrà debellare forme di fondamentalismo e di estremismo” che si affacciano “ripetutamente” nel territorio del continente.
Per questo, ha sottolineato la necessità di uscire “da una forma di neutralità in cui l'Europa si è rinchiusa pur di non prendere posizione a favore di se stessa e della sua storia”.
A questo proposito, ha quindi avvertito contro “conati di anticattolicesimo sempre più frequenti in questi ultimi anni, presenti in diversi settori della società”, esortando a una “reazione attenta e pronta almeno tanto quanto viene riservato ad altre religioni”.
“Se l'Europa si vergogna di ciò che è stata, delle radici che la sostengono e dell'identità cristiana che ancora la plasma allora non avrà futuro – ha denunciato –. La conclusione potrà essere solo quella di un declino irreversibile. Se la politica non sarà capace di un salto di qualità in grado di ritrovare un sistema valoriale di riferimento che vada oltre l'imposizione ideologica, l'apporto per la costruzione dell'Europa sarà compromesso”.
L'Europa verso l'eutanasia?
Monsignor Fisichella ha poi osservato che, lungi dal cercare soluzioni, l'Europa continua a camminare verso il proprio collasso, con leggi e misure che vanno contro i suoi valori.
“La china dell'invecchiamento, verso cui l'Europa si sta dirigendo, mostra la stagione invernale di questa Unione che ha scelto il declino pur di imporre un discusso diritto del più forte nei confronti della vita innocente”, ha sottolineato.
In tal senso, si è riferito ai dibattiti incipienti nel continente sul diritto all'eutanasia come “ultima illusione” della società europea attuale.
Ad ogni modo, ha segnalato che “questa slippery slope è troppo scivolosa per essere difesa come diritto quando, invece, nasconde la paura e la sopraffazione del nulla, per non saper dare senso completo all'esistenza”.
E' necessario tornare a sostenere la famiglia, ha dichiarato. “Se non lo si vuole fare per convinzione, lo si faccia almeno per calcolo economico”, per “evitare il declino della responsabilità sociale che ormai troppo spesso è dato verificare”.
Un'altra sfida urgente è la difesa della vita umana, dal suo primo istante fino alla sua conclusione
naturale, che “appare come l'urgente presa di consapevolezza davanti a una generalizzata forma di denatalità e di spregio per la vita che pone in crisi la stessa sopravvivenza della civiltà”.
L'attuale modello economico, inoltre, diffonde “una prospettiva di mercato che sembra schiacciare conquiste sociali raggiunte faticosamente nel corso dei secoli”.
Responsabilità dei cattolici
Monsignor Fisichella ha detto di vedere all'orizzonte “l'esigenza di creare un modello d'umanesimo capace di compiere la necessaria sintesi tra quanto è frutto della conquista dei secoli precedenti e la sensibilità con la quale interpretiamo il nostro presente”.
“Noi cattolici non indietreggeremo in questa assunzione di responsabilità e non accetteremo di essere emarginati – ha avvertito –. Siamo convinti, infatti, che la nostra presenza sia essenziale perché il processo in corso possa giungere a buon fine”.
Priva della presenza significativa dei cattolici, “l'Europa sarebbe in ogni caso più povera, più isolata e meno attraente”.
“Noi cattolici desideriamo dare il nostro contributo peculiare come lo è stato nei secoli passati – ha concluso –. Abbiamo a cuore il destino dei popoli e dei singoli, perché la nostra storia ci ha resi 'esperti in umanità'”.

lunedì 22 novembre 2010

LA POLITICA DI MISTER FALCONIERI SIMILE A QUELLA DEL PREMIER - SOLO NUMERI, PROPAGANDA ED UN PIZZICO DI IMMAGINAZIONE (PERCHE' NEGARGLI DI SOGNARE?)


VERGOGNA E (S)VERGOGNA - C'è un GOVERNO LOCALE (nervoso e preoccupato!) che è sempre in prima pagina per svergognare la nostra Melissano. C'è, invece, UNA PARTE DELL'OPPOSIZIONE che si è data da fare per far comprendere ai melissanesi che la "Melissano dei balocchi" esiste solo nella testa di qualcuno.

I MELISSANESI HANNO MANGIATO, BEVUTO E TRATTO PROFITTO DAI TUOI GEMELLAGGI? IN TUTTO CIO' TI SENTI NOBILE RISPETTO AGLI ALTRI, MISTER FALCONIERI?




Presentazione del nuovo gemellaggio del Sindaco Roberto Falconieri e della sua Maggioranza (notate l'assenza dell'opposizione al completo).
Aula Consiliare / Cocktail di benvenuto alle delegazioni d'Europa - Melissano, Festa Patronale S. Antonio di Padova, Settembre 2010.

CHIUSO IL SONDAGGIO DI MPL (Melissano Pensieri Liberi) SULLE POSSIBILI SCELTE DELL'ITALIA DEI VALORI NELLE AMMINISTRATIVE MELISSANESI DEL 2011

ELEZIONI AMMINISTRATIVE 2011. SECONDO TE, L'ITALIA DEI VALORI DI MELISSANO COME DOVREBBE SCHIERARSI?
Avete partecipato in 69.
Secondo l'88% di voi (61 voti), l'Italia dei Valori dovrebbe proporre una lista autonoma a Melissano.
Per il restante 11% (8 voti), l'Italia dei Valori locale dovrebbe orientarsi a stringere un'alleanza con altri partiti.
Un ringraziamento a tutti voi che continuate a leggerci e a seguire attivamente le nostre iniziative.

AMMINISTRATIVE 2011 / STEFANO SCARCELLA: "ALL'OPPOSIZIONE HO LAVORATO MA C'E' CHI HA DORMITO SOTTO L'ALBERO DI FICO E S'E' SVEGLIATO PER LE ELEZIONI"

L’Italia dei Valori è al lavoro e per le elezioni comunali del 2011 sarà dalla parte dei melissanesi, non dalla parte del più forte.
A Melissano continuano a sentirsi scricchiolii, riunioni segrete tra “Melissano Cambia” rappresentato in Consiglio Comunale da Roberto Tundo ed il Partito Democratico, retto dalla segreteria di Antonella Tenuzzo.
A cinque mesi dalle elezioni però, si ha la sensazione che un’alternativa convincente all’attuale maggioranza di Roberto Falconieri non ci sia ancora, prova ne è un assenteismo che giunge da più parti e l’incapacità propria di proporre ai cittadini il futuro che s’immagina e che s’intende realizzare per loro.
L’Italia dei Valori ha intrapreso un percorso che vuol rendere protagonisti i giovani, nella convinzione che devono essere i giovani a cambiare la politica e non la politica a cambiare i giovani. Solo dai giovani può venire una positiva spinta al cambiamento del destino della nostra Melissano, schiacciata da un ventennio dall’individualismo di chi arriva a porsi al di sopra delle leggi.
L’Italia dei Valori vuol ridare anima e senso ad una politica fuori spazio e fuori tempo, nel tentativo di riportare ai piani alti del palazzo, ma anche e soprattutto per le nostre strade, uguaglianza e giustizia sociale, creatività e responsabilità, unità e dialettica delle differenze.
Non resteremo certamente a guardare fuori dalla staccionata: è già nostro il concetto di cittadinanza attiva e siamo pronti a vivere il nostro territorio e la nostra gente.
Tre anni di intenso lavoro di opposizione son tanti e i cittadini sanno già distinguere tra chi ha vigilato, controllato e denunciato e chi ha fatto beatamente sonni tranquilli sotto l’albero di fico attendendo la tiepida estate di San Martino.
Come referente cittadino continuerò a far presente i valori che continuamente vengono disattesi nella nostra Melissano, ma, non posso sottrarmi dal proporre un nuovo modello di governo, un nuovo interesse verso i problemi della nostra comunità, un nuovo punto di vista che potrebbe migliorare il presente ed offrire occasioni di crescita sociale, economica e culturale.
15 Novembre 2010
Stefano Giuseppe SCARCELLA
CONSIGLIERE COMUNALE
Referente Cittadino IDV

SCOMPARSA DEL PICCOLO MAURO DI RACALE / L'AMICO ANCORA SOTTO TORCHIO

20 Novembre 2010
Tratto dal Sito Internet
www.quotidianodipuglia.it
Di Gianfranco Lattante
Gli investigatori rileggono le dichiarazioni messe a verbale dai testimoni e dai sospettati che compaiono nelle indagini sulla scomparsa del piccolo Mauro, il bambino di Racale sparito nel pomeriggio del 21 giugno del 1977.
Sarà un week end trascorso tra le carte, dunque, prima di procedere a nuovi interrogatori e, soprattutto, prima di decidere quando risentire il sospettato “numero uno”, l’ex amico di famiglia ed ex testimone di Geova che i genitori di Mauro Romano indicano come il responsabile della scomparsa del figlio, svanito nel nulla 33 anni fa.
Le indagini sono condotte dagli agenti della Squadra Mobile che hanno ricevuto una delega dal sostituto procuratore Giuseppe Capoccia per mettere ordine in una vicenda intricata che si trascina dal ’77. Solo di recente, però, le indagini si sono arricchite di particolari e di nuovi testimoni.
L’accelerata l’hanno impressa i genitori di Mauro. Gianni Romano e Bianca Colaianni, nel maggio scorso, hanno presentato una denuncia con la quale sono riusciti a far riaprire le indagini. La coppia ha fornito particolari fino ad allora inediti. Hanno mosso accuse nei confronti di un ex amico di famiglia ed hanno spiegato di non averlo denunciato prima perchè, essendo testimoni di Geova, dovevano osservare la regola che non consente di portare in giudizio un altro fratello della stessa congregazione.
I sospetti nei confronti dell’uomo, che vive a Racale, poggiano sulle confidenze di un altro confratello: avrebbe riferito ai coniugi che l’ex amico di famiglia, con il quale Mauro aveva un rapporto di confidenza, avrebbe portato via e ceduto il bimbo per soldi e che lo scambio sarebbe avvenuto a Castelforte. Quelle dichiarazioni sarebbero state confermate da un altro testimone che è rimasto misterioso: un mese fa si sarebbe presentato in casa dei coniugi Romano ed avrebbe riferito di aver visto Mauro portato via dall’ex amico di famiglia.
Il sospettato è stato interrogato qualche giorno fa ed ha respinto ogni sospetto. E lo stesso ha fatto il figlio che, una dozzina di anni fa, avrebbe riferito ai genitori di Mauro di essere stato testimone del rapimento del bambino avvenuto nelle campagne di Castelforte. I genitori di Mauro, adesso, chiedono agli investigatori che siano ascoltati i testimoni che erano presenti quando il giovane avrebbe descritto la scena del rapimento. Ma più che quei testimoni, gli investigatori - come si diceva - stanno valutando l’opportunità di riascoltare il sospettato numero uno. Sarebbero emerse alcune contraddizioni nel suo racconto? Oppure si vogliono appronfondire alcuni aspetti sorti dopo le indicazioni degli altri testimoni?
Negli uffici della Questura, infatti, sono già stati sentiti i due nuovi testimoni: Fabrizio, spuntato dopo un messaggio apparso su internet, che ha riferito di aver giocato insieme con Mauro e altri due amici poco prima che il bambino scomparisse; e il musicista della banda di Taviano che, però, ha smentito le dichiarazioni di Fabrizio e ai genitori di Mauro ha detto di aver giocato intorno alle 15 e non alle 17. C’è, poi, il quarto componente del gruppo di ragazzini che, però, è in carcere per un omicidio.

L'ALTRA OMELIA (54) - EUTANASIA? NO, VOGLIO LA VITA ETERNA!

Solennità di Cristo Re dell'Universo
21 Novembre 2010
Di padre Angelo del Favero
19 novembre 2010

Tratto da ZENIT.org
“In quel tempo (dopo che ebbero crocifisso Gesù) il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: “Ha salvato altri! Salvi se stesso se è lui il Cristo di Dio, l’eletto”. Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: “Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso”. Sopra di lui c’era anche una scritta: “Costui è il re dei Giudei”. Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: “Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!”. L’altro invece lo rimproverava dicendo: “Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quel che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male”. E disse: “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”. Gli rispose: “In verità io ti dico: oggi sarai con me nel Paradiso” (Lc 23,35-43).
Commentando la promessa di Gesù “oggi sarai con me nel Paradiso” (Lc 23,43), un noto biblista spiega:
“La parola ‘paradiso’ deriva da un vocabolo di origine persiana che indica un parco regale e lussureggiante. E se lo collochiamo in cielo è perché la sfera celeste è sopra di noi, purissima e invalicabile, e quindi ci sembra adatta a rappresentare il divino e l’infinito. All’opposto ‘inferno’ è una parola che indica qualcosa di ‘inferiore’, di sotterraneo, collocato appunto all’antipodo del cielo. La Bibbia presenta il destino a cui è chiamato il giusto proprio come il ‘paradiso’ per eccellenza” (G. Ravasi, in “150 Risposte. Questioni di fede”, p.110).
Dopo l’estremo colloquio con Gesù, riferito da Luca, il malfattore buono udì il Signore gridare a gran voce: “Padre, nelle tue mani affido il mio spirito”, e subito dopo lo vide spirare (Lc 23,46).
Vide anche, per tutto il tempo dell’agonia, la Madre di Gesù presso la croce. Anche il malfattore cattivo sentì e vide tutto questo.Uno riconobbe il Signore, lo difese e lo chiamò dolcemente per nome; l’altro non lo riconobbe e bestemmiò il suo nome.
Forse fu proprio Maria ad ottenere al primo la grazia di riconoscere il Figlio di Dio, affidandosi alla sua Misericordia. Non è fuori luogo, infatti, pensare che in quelle ore di martirio presso la croce, Maria abbia pregato anche per i due sventurati compagni di Gesù.
Sì, non era ancora stata composta l’Ave Maria e già veniva esaudita: “prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte”.
Per entrambi, dunque, pregò la Madre, ma uno solo si convertì.
Rivediamo, allora, momento per momento, ciò che accadde sul Golgota dopo la morte di Gesù.
A un certo punto, non saprei dire se con orrore o sollievo, sia il malfattore cattivo che quello buono vedono avvicinarsi il soldato incaricato di spezzare le gambe inchiodate. Lo vedono mettersi in posa per vibrare il colpo micidiale: non sappiamo se furono prima quelle del buono ad essere spezzate o quelle del cattivo. Per entrambi una breve attesa..poi l’urlo di dolore e subito l’asfissia che pone fine al tormento.
Uno fu accolto fra gli angeli,..e l’altro? Verrebbe da dire: scese all’inferno, poiché morì bestemmiando il nome del Salvatore.
In realtà non possiamo concludere nulla sulla sorte eterna di costui, ma l’ipotesi che si sia salvato non è ingiustificata se riflettiamo sulle seguenti parole (anche se si riferiscono ad un caso di suicidio):
“Solo Dio, ‘che conosce i cuori e i reni’, come dice la Bibbia, ossia il conscio e l’inconscio più intimo di una persona, può giudicare il segreto ultimo del suicida. Un teologo francese, Roger Troisfontaines, negli anni sessanta nel saggio ‘Je ne meurs pas’ ha pensato che Dio conceda all’uomo, giunto alla frontiera estrema della vita, la possibilità di un’ultima opzione attraverso uno sguardo sintetico e supremo della propria esistenza: ormai la persona è sul crinale tra tempo ed eterno e ha l’istantanea illuminazione che la abilita alla scelta netta e radicale tra bene e male, conversione e ostinazione, Dio e orgoglio. E’ proprio con questa speranza che anche la prassi ecclesiale è ora molto rispettosa con i suicidi” (G. Ravasi, id., p, 119-120).
Se questo è vero, come la speranza cristiana ci inclina a credere, allora “ogni azione o omissione che di natura sua, o nelle intenzioni, procura la morte, allo scopo di eliminare ogni dolore” (definizione classica di eutanasia, “dolce morte”), rischia di condannare la persona ammalata all’infinita, intollerabile amarezza della morte eterna.
L’eutanasia, infatti, passiva o attiva che sia, rischia di impedire alla persona ammalata di vivere l’istante più prezioso dell’intera sua vita, quello nel quale la Misericordia divina concede all’umana libertà l’ultima possibilità di riconoscere ed adorare “l’Autore della vita” (At 3,15) e Re dell’Universo, nostro Signore Gesù Cristo.
E’ vero che anche la morte scelta ed inflitta per volontà propria non toglie la possibilità di quest’ultimo istante di ravvedimento, tuttavia la decisione di togliersi o farsi togliere la vita è in sé un atto gravemente peccaminoso capace di oscurare l’ultimo raggio di luce salvifica che giunge dal Paradiso, dal momento che si vuole impedire a Dio di essere Dio, l’Unico che ha il potere sulla vita e sulla morte.
Io credo che se il malfattore buono avesse rivolto la fiducia del suo sguardo a Gesù già morto, ugualmente egli sarebbe stato accolto in Paradiso; ma se il soldato gli avesse spezzato le gambe prima della grazia della sua conversione, gli sarebbe stata tolta la speranza e la dolcezza di sapersi perdonato dal Crocifisso.
Padre Angelo del Favero, cardiologo, nel 1978 ha co-fondato uno dei primi Centri di Aiuto alla Vita nei pressi del Duomo di Trento. E' diventato carmelitano nel 1987. E' stato ordinato sacerdote nel 1991 ed è stato Consigliere spirituale nel santuario di Tombetta, vicino a Verona. Attualmente si dedica alla spiritualità della vita nel convento Carmelitano di Bolzano, presso la parrocchia Madonna del Carmine.

sabato 20 novembre 2010

IL NUOVO MANIFESTO DEL SINDACO "TUTTOFARE" (?) E DELLA MAGGIORANZA VAGABONDA? SOLITA AUTOESALTAZIONE ED ATTACCHI GRATUITI: SIAMO ALLE PEZZE!





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CONCORSO DEL COMUNE PER IL POSTO DI UN NUOVO DIPENDENTE COMUNALE / MARCO MARINO TRA GLI AMMESSI, ARIANNA STEFANO TRA I NON AMMESSI

SELEZIONE PUBBLICA PER TITOLI ED ESAMI PER L’ ASSUNZIONE A TEMPO INDETERMINATO E PIENO DI N. 1 FIGURA DI ISTRUTTORE DIRETTIVO CAT. D p.e. D1 “SETTORE AFFARI ISTITUZIONALI E LEGALI”.
ELENCO DEGLI AMMESSI E DEI NON AMMESSI ALLA PROVA ORALE
GENNARO ELIANA TERESA
AMMESSO ALLA PROVA ORALE.
PELLEGRINI ANNA RITA
AMMESSO ALLA PROVA ORALE.
CASCIARO CARLO LUIGI
AMMESSO ALLA PROVA ORALE.
MARINO MARCO
AMMESSO
ALLA PROVA ORALE.
MEROLA GIOVANNA
AMMESSO ALLA PROVA ORALE.
QUARANTA GIUSEPPE
AMMESSO ALLA PROVA ORALE.
MAURO MANUELA
AMMESSO ALLA PROVA ORALE.
STEFANO ARIANNA
NON AMMESSO ALLA PROVA ORALE.
PISCOPIELLO COSIMINA
NON AMMESSO ALLA PROVA ORALE.
SPECCHIARELLO LUCA
NON AMMESSO ALLA PROVA ORALE.
DE SIMONE BIANCA
NON AMMESSO ALLA PROVA ORALE.
PICCOLO EZIO
NON AMMESSO ALLA PROVA ORALE.
GIORGIANI CRISTIANA
NON AMMESSO ALLA PROVA ORALE.
VANESIO LAURA
NON AMMESSO ALLA PROVA ORALE.
TUNDO TIZIANA
AMMESSO ALLA PROVA ORALE.
PISCOPO GIUSEPPE
AMMESSO ALLA PROVA ORALE.
COLAZZO CARLA
AMMESSO ALLA PROVA ORALE.
PETRAROLI GIOVANNI
NON AMMESSO ALLA PROVA ORALE.
MACRI’ MARIA ANGELA
AMMESSO ALLA PROVA ORALE.
DE NUZZO MARIA SONIA
NON AMMESSO ALLA PROVA ORALE.
LEMBO MICHELE
NON AMMESSO ALLA PROVA ORALE.
CATALDO ROMINA
NON AMMESSO ALLA PROVA ORALE.
MARSANO MARCELLO
NON AMMESSO ALLA PROVA ORALE.
LANNOCCA GIACINTA
NON AMMESSO ALLA PROVA ORALE.
MANCINI NICOLA
NON AMMESSO ALLA PROVA ORALE.
DE LOS REYES GIUSEPPE
NON AMMESSO ALLA PROVA ORALE.
BARONE ANNA MARIA
AMMESSO ALLA PROVA ORALE.
VENNERI MARCELLO
NON AMMESSO ALLA PROVA ORALE.
PRESTA MARIO
AMMESSO ALLA PROVA ORALE.
PROVENZANO FLAVIO
NON AMMESSO ALLA PROVA ORALE.
POTENZA STEFANO
NON AMMESSO ALLA PROVA ORALE.
CACCIAPAGLIA BERNADETTE
AMMESSO ALLA PROVA ORALE.
APONTE ALESSANDRO
NON AMMESSO ALLA PROVA ORALE.
MEGHA MARIA ELENA
AMMESSO ALLA PROVA ORALE.
MARINO ROBERTA
NON AMMESSO ALLA PROVA ORALE.
GUARINI ANNA RITA
NON AMMESSO ALLA PROVA ORALE.
MUCI LUIGI
AMMESSO ALLA PROVA ORALE.

21 NOVEMBRE 2010, GIORNATA NAZIONALE DELL'ALBERO / QUANTO VERDE E' PIU' BELLO

giovedì 18 novembre 2010

IL SERVIZIO DI REFEZIONE SCOLASTICA AFFIDATO ALLA DITTA "BAVONE LORIS" DA SUPERSANO DAL 2010 AL 2012

AVVISO
Prot. N° 10382 Melissano, 11/11/2010
OGGETTO: affidamento definitivo mediante procedura aperta ai sensi del D.Lgs. n. 163/2006 del servizio di refezione scolastica alla ditta “BAVONE LORIS” da Supersano per gli anni scolastici 2010/2011 e 2011/2012 a favore degli alunni frequentanti la Scuola dell’Infanzia Statale e Paritaria “San Giuseppe”, una classe sperimentale della scuola Primaria Statale.
IL RESPONSABILE DEL SETTORE
COMUNICA
che con determinazione dirigenziale Registro Generale N. 811 del 13 Ottobre 2010 è stato aggiudicato in via definitiva alla ditta “BAVONE LORIS” da Supersano l’appalto del servizio di refezione scolastica AA. SS. 2010/2012.

UN RIFUGIO PER ANIMALI RANDAGI, UN GESTO DI SOLIDARIETA' CON L'ASSOCIAZIONE "SARAH PER SEMPRE"

E’ aperta la raccolta fondi promossa dall’Associazione “Sarah per sempre” da devolvere per la costruzione di un “Canile Comunale” realizzando in tal modo uno dei desideri della piccola Sara e a ricordo del suo grande amore per gli animali.
Per chi volesse aderire all’iniziativa può utilizzare le seguenti Coordinate Bancarie:
Conto: 00/000203438
Associazione “Sarah per Sempre”
IBAN: IT 49 Z 08354 78820 000000203438

La piccola Sarah, infatti, aveva scritto sul suo diario, che un giorno avrebbe voluto creare un rifugio per animali randagi. Si, perchè Sarah Scazzi, amava molto gli animali soprattutto i randagi, quelli che trovava per strada, abbandonati a se stessi, infatti ce ne fu uno in particolare che l'ha seguita fino al giorno della sua morte, e che ancora la cerca, non ha un nome, ma lei lo chiamava "Saetta".
Il fratello di Sarah è riuscito a farsi ascoltare, e molte persone si sono rese disponibili a realizzare questo progetto di sani principi.
http://www.comune.avetrana.ta.it/viewdoc.asp?id=422

IO LA PENSO COME SAVIANO / UNISCITI A NOI, SIAMO GIA' IN 13MILA

Tratto da www.repubblica.it
Di Pietro, "La penso come Saviano" oltre 13mila firme su Fb.
"La penso come Saviano, Maroni quereli anche me" è l'iniziativa lanciata dalla pagina Facebook di Antonio Di Pietro, ha già raccolto in poche ore più di tredicimila adesioni.
"Io non accetto che un giornalista con il coraggio di affermare verità scomode - si legge sul profilo del presidente IdV - sia censurato e minacciato dal titolare del Viminale, che dovrebbe solo ringraziarlo, e andare a perseguire quei criminali che Saviano denuncia".
http://www.antoniodipietro.it/
LA PENSO COME SAVIANO
Per chiunque voglia far sentire la sua vicinanza a Roberto Saviano, c'è questo link della pagina Facebook
http://www.facebook.com/pages/La-penso-come-Saviano-Maroni-quereli-anche-me/176396792377371?ref=mf
Aderite e fate circolare l'appello!
Per questo chiunque volesse far sentire la sua vicinanza a Roberto Saviano, può inviare una mail al seguente indirizzo
iolapensocomesaviano@gmail.com
"Roberto Saviano è un patrimonio della cultura della legalità e di tutti i cittadini onesti, oltre che un simbolo della libertà d’informazione. Maroni faccia pulizia nel suo partito. Il ministro ci quereli tutti perché la pensiamo come Saviano e siamo con lui in difesa degli onesti" (Leoluca Orlando)

LA STORIA DEL PICCOLO MAURO, SCOMPARSO A RACALE, APPRODATA IN TV SU "QUARTO GRADO"




SALENTO SHOW / DAVIDE MOGAVERO DI SALICE SALENTINO IN FINALE AD "X FACTOR 4" CON L'INEDITO "IL TEMPO MIGLIORE" DI FRANCESCO RENGA

martedì 16 novembre 2010

C'E' LIBRI PER TE (5) - OCCIDENTE ESTREMO di Federico Rampini

UN TUFFO NELLA LUCE di Gabriele Romagnoli, Mondadori, 196 pagine, Euro 18,50.
IL PREZZO DEL PARADISO di Thrity Umrigar, Neri Pozza, 384 pagine, Euro 18,00.
QUELLO CHE RIMANE di Tracy Kidder, Piemme, 335 pagine, Euro 17,50.
VOGLIO UN AMICO A 4 ZAMPE! di Giulia Settimo, Red!, 109 pagine, Euro 12,50.
OCCIDENTE ESTREMO di Federico Rampini, Mondadori, 283 pagine, Euro 18,00.
E se quella che stiamo vivendo non fosse una crisi finanziaria transitoria, ma l’inesorabile declino dell’Occidente di fronte all’avanzata asiatica e, in particolare, cinese?
La tesi è esaminata, con profondità, competenza e tratto leggero, da Rampini, corrispondente a New York per “La Repubblica”.
Cronaca, racconti e storie per capire (senza annoiarsi neppure in una pagina) il futuro che ci aspetta. (Alex Adami)

RITRATTO DI GRUPPO CON ASSENZA di Luis Sepùlveda, Guanda, 157 pagine, Euro 16,00.
OLTRE LO SPECCHIO di Emilia Costantini, Aliberti, 332 pagine, Euro 18,50.
LE COSE CHE DEVI SAPERE di John MacKenna, Piemme, 264 pagine, Euro 16,50.
I RACCONTI DI PADRE BROWN di Gilbert Keith Chesterton, San Paolo, Euro 28,00.

IL GIALLO DI RACALE / BIMBO SCOMPARSO NEL 1977, VERITA' VICINA - QUALCUNO HA VISTO IL VOLTO DEL RAPITORE

15 Novembre 2010
Di Gianfranco Lattante
Tratto dal Sito Internet
www.quotidianodipuglia.it
Il giallo intorno alla scomparsa del piccolo Mauro Romano si arricchisce di nuovi elementi e di nuovi testimoni. Un colpo di scena che neppure i genitori si aspettavano a 33 anni di distanza da quel 21 giugno del 1977. E oggi stesso papà Natale, che in paese tutti chiamano Gianni, e mamma Bianca scriveranno al procuratore affinché disponga che i nuovi testimoni siano ascoltati.
Le novità sono arrivate tutte insieme. L’altra sera si è materializzato quel Fabrizio che aveva inserito un commento sul sito del quotidiano online “La voce di Manduria.it”: «Quel tragico pomeriggio io, Mauro Romano e due altri amichetti abbiamo giocato con una carrozzina per neonati. Poi io e uno dei due siamo tornati a casa. La sera ho saputo della scomparsa». Prima di essere individuato dalla polizia postale, incaricata dalla Procura di risalire all’autore del messaggio, Fabrizio ha bussato all’abitazione della famiglia Romano. Ed ha raccontato quello che i genitori non sapevano e che nessuno ancora sapeva. La sua versione, di fatto, aggiorna la ricostruzione di quanto è accaduto 33 anni fa a Racale e tira in ballo altri testimoni.
Finora si pensava che Mauro fosse stato portato via mentre era nelle vicinanze dell’abitazione dei nonni materni, in vico Immacolata, dove era andato per togliere gli stivaletti di gomma e calzare i sandali. E invece non è così. Ma lo si è scoperto solo l’altra sera. Né le indagini di polizia e carabinieri e neppure le ricerche dei genitori avevano fatto emergere un particolare. Che è inedito, dunque. Quel pomeriggio il piccolo Mauro, di 6 anni, dopo aver tolto gli stivaletti, è andato a giocare non lontano dall’abitazione dei nonni. Ha raggiunto tre bambini più grandi di lui, fra cui Fabrizio, ed ha giocato con loro vicino ad alcuni rottami di ferro. Mauro ha giocato almeno fino alle 17.30, orario in cui Fabrizio è andato via accompagnato da un amico. Ma, un quarto d’ora dopo, quando la zia ha dato l’allarme perché non riusciva a trovare Mauro da nessuna parte, vicino ai rottami ferrosi, non c’era più nessuno.
Cosa è accaduto in quei quindici minuti? Potrebbe dirlo il quarto ragazzo che faceva parte dei gruppo di gioco. Fabrizio ha rivelato il suo nome ai genitori di Mauro. Ma anche lui, in tutti questi anni, è rimasto sempre in silenzio. Non ha parlato con nessuno di quel che è accaduto quel pomeriggio. Forse potrebbe aver visto se Mauro è andato via con qualcuno.
Ecco perchè i genitori di Mauro, assistiti dall’avvocato Ezio Garzia, chiedono che i nuovi testimoni vengano ascoltati. Nel giugno scorso il loro appello non è caduto nel vuoto. E il procuratore Cataldo Motta ha disposto la riapertura del fascicolo.
Il fratello invita gli investigatori
ad accelerare sulle indagini

Antonio Romano è il fratello maggiore di Mauro. Vive in Svizzera, a Ginevra, e segue con attenzione l’inchiesta sulla scomparsa dal fratello da quando il fascicolo è stato riaperto dopo la denuncia presentata nel maggio scorso dai genitori. La madre lo tiene al corrente sulle novità. E lo ha informato anche sui nuovi sviluppi e sulla comparsa dei testimoni.
«La testimonianza di Fabrizio è molto importante per il seguito delle indagini. Potrebbe rappresentare la svolta. Dopo tanti anni, forse, la verità è più vicina. Infatti - racconta Antonio - è molto probabile che quando il testimone Fabrizio è andato via con il secondo amichetto, Mauro sia rimasto ancora qualche minuto con l’altro componente del gruppetto, che è un vicino di casa che noi conoscevamo benissimo. Questo testimone potrà confermare alle autorità cosa è successo a mio fratello Mauro».
Come mai, secondo lei, finora nessuno di questi ragazzi, oggi tutti quarantenni, si è fatto avanti per parlare? A sua madre Fabrizio ha detto che non ci aveva mai pensato.
«Alcuni di questi nuovi testimoni erano anche miei compagni di classe. È incredibile che nessuno di loro mi abbia mai accennato che quel maledetto giorno Mauro aveva giocato in loro compagnia. Mi domando perché le autorità non fanno il necessario per sentire questi altri testimoni? Cosa aspettano?».
I nuovi testimoni sono stati scoperti sulla scorta di un messaggio pubblicato sul sito online di un quotidiano locale di cui lei ha scoperto l’esistenza. Sullo stesso sito è comparsa anche una poesia che sembra richiamare la tragica fine di Mauro. Cosa ne pensa?
«Non si dovrebbe prendere in considerazione quella poesia pubblicata su “La voce di Manduria.it” che lascia tristemente pensare ad una disgrazia: il semplice fatto che i cani poliziotto hanno confermato la presenza di Mauro in zona Castelforte, lascia supporre che mio fratello sia stato portato in quel luogo da una persona».
Lei sta dedicando un racconto al fratello scomparso, “Le foglie cadono in autunno”. È la storia della sua famiglia. Ma manca ancora il finale.
«Certo, attendo che questa vicenda si concluda per poter mettere la parola fine anche nel mio racconto. Una sola cosa posso confermare, questa nuova testimonianza porta la prova evidente che nessun membro della famiglia può essere sospettato, contrariamente a quanto è stato fatto dagli investigatori dell’epoca».
Nella vicenda un ruolo importante lo ha avuto anche la religione dei suoi genitori. All’epoca erano Testimoni di Geova. E, pur avendo raccolto elementi e dichiarazioni sul conto di un confratello che avrebbe avuto a che fare con la scomparsa di Mauro, non l’hanno denunciato per non violare la norma che non consente di portare in giudizio un altro fratello della stessa religione.
«Da dove dovrei incominciare? È difficile. Ecco come siamo stati trattati da un Testimone di Geova: “Il fratello carnale del piccolo scomparso, se ha le prove del coinvolgimento dei Testimoni di Geova, faccia nomi e cognomi e presenti le prove; se non lo fa, allora è semplicemente uno che dovrebbe vergognarsi di sporcare la memoria di suo fratello».
Un testimone conferma: ero con lui quel pomeriggio
L’autore del misterioso messaggio su Mauro Romano si è fatto avanti. Ieri pomeriggio ha incontrato i genitori del bambino scomparso 33 anni fa a Racale. E, prima che gli accertamenti avviati dalla polizia postale lo individuassero, ha preferito uscire dall’anonimato e raccontare a Gianni Natale Romano e Bianca Colaianni quanto accaduto il pomeriggio del 21 giugno del 1977 quando Mauro scomparve.
Fabrizio è entrato nella vicenda per via di un commento inserito sul sito del quotidiano online “La voce di Manduria.it”. Commentando la notizia della riapertura delle indagini sulla scomparsa di Mauro Romano aveva scritto: «Quel tragico pomeriggio io, Mauro e due altri amichetti abbiamo giocato con una carrozzina per neonati, poi io e uno dei due siamo tornati a casa. La sera ho saputo della scomparsa».
Il messaggio di Fabrizio risale al primo ottobre scorso. Non appena i genitori e il fratello di Mauro sono venuti a conoscenza dell’esistenza di quel commento hanno informato i carabinieri. E la Procura, nei giorni scorsi, ha affidato alla polizia postale l’incarico di acquisire i file di log (indirizzo Ip che è il numero identificativo di ogni collegamento Internet ed ora effettiva dell’inserimento del messaggio) per risalire all’identità di Fabrizio.
Senza attendere di essere convocato dagli agenti, Fabrizio (oggi poco più che quarantenne, residente a Racale) ha voluto incontrare i coniugi Romano che sono impegnati nella ricerca della verità sulla scomparsa del figlio.
L’incontro è avvenuto ieri sera. Fabrizio ha detto ai genitori di essere pronto a testimoniare e a raccontare quel che è accaduto quel pomeriggio. Le sue dichiarazioni sono importanti per ricostruire i minuti che hanno preceduto l’uscita di scena di Mauro. Fabrizio ha raccontato ai genitori di aver giocato con Mauro e altri due bambini fino alle 17.30, quando, poi, è arrivato il papà che lo ha portato via insieme con un altro ragazzo del gruppetto. Mauro, invece, è rimasto a giocare con l’altro bambino di pochi anni più grande di lui.
Fabrizio ha indicato nomi e cognomi di coloro che, quel pomeriggio, giocavano in quella zona del paese, non lontano dall’abitazione dei nonni di Mauro, vicino a rottami di ferro.
La scomparsa del bambino è avvenuta intorno alle 17.45. Il ragazzo che è rimasto con Mauro ha visto qualcuno?
I genitori di Mauro, assistiti dall’avvocato Ezio Garzia, nutrono più di un sospetto sul presunto responsabile della scomparsa e del rapimento del loro bambino. Lo hanno scritto anche nella lettera trasmessa in Procura che ha permesso di riaprire le indagini. Si tratta di un uomo di Racale che, come i genitori di Mauro, in passato era stato testimone di Geova. Secondo la coppia sarebbe stato lui a portare via Mauro a bordo di una Vespa bianca.
Una traccia nel giallo di Mauro
Un’iniziativa della Procura scrosta un po’ di polvere dal fascicolo ingiallito relativo alla scomparsa del piccolo Mauro Romano di Racale. È quasi paradossale che in una vicenda che rimbalza dagli abissi del tempo, le novità arrivino dalla Rete, da Internet.
Il piccolo Mauro è uscito di scena all’età di sei anni il 21 giugno del 1977. Il primo ottobre scorso fra i commenti pubblicati sul sito del quotidiano online “La Voce di Manduria.it” è apparso un testo inserito da un certo Fabrizio: poche righe per esprimere un’opinione sulla riapertura delle indagini a 33 anni di distanza. Ecco il testo: «Quel tragico pomeriggio io, Mauro Romano e due altri amichetti abbiamo giocato con una carrozzina per neonati, poi io e uno dei due siamo tornati a casa, la sera ho saputo della scomparsa».
Chi si nasconde dietro quel nickname? Un nuovo testimone? La Procura, adesso, intende identificarlo. Gli strumenti ci sono. È sufficiente risalire all’Ip (il numero identificativo di ogni collegamento Internet) e all’indirizzo e-mail del mittente. Gli agenti della polizia postale hanno richiesto al direttore del sito on-line i dati di chi ha spedito il commento. «Essendo stati formalmente delegati dalla locale autorità giudiziaria, in ordine alla riapertura del caso di scomparsa di Mauro Romano - si legge nella comunicazione della polizia postale - preghiamo voler fornire i file di log (indirizzo Ip ed ora effettiva) della pubblicazione del commento scritto dall’utente Fabrizio in data primo ottobre 2010».
Le indagini sono state riaperte grazie alla caparbietà dei genitori del piccolo Mauro, assistiti dall’avvocato Ezio Garzya. L’estate scorsa hanno depositato una denuncia in Procura nella quale ricostruiscono i fatti e forniscono anche indicazioni, anzi fanno proprio il nome, del possibile responsabile del rapinamento e della scomparsa del loro figlio. «Non l’abbiamo fatto prima - sottolineano nella denuncia Natale Romano e Bianca Colaianni - perché le regole della nostra congregazione, i testimoni di Geova, impediscono di denunciare un fratello. Adesso però siamo stufi e non riteniamo più di obbedire».
Mauro scomparve il pomeriggio del 20 giugno 1997. Quel giorno i genitori non erano a Racale. Si trovavano a Poggio Marino, nel Napoletano, per il funerale del padre di Natale. Il bambino restò con i nonni materni insieme con il fratello più grande Antonio che, però, si allontanò in compagnia di uno zio per assistere ad una gara ciclistica. Mauro scomparve da vico Immacolata, la strada della casa dei nonni. Le indagini portarono subito in zona Castelforte, una campagna che si raggiunge facilmente dall’abitazione dei nonni. Carabinieri, un investigatore privato e volontari setacciarono la zona. In un trullo, venne trovato un batuffolo di ovatta intriso di cloroformio, solitamente usato come tampone narcotizzante.
Nella denuncia i genitori indicano anche il presunto responsabile. Anche lui, in passato, è stato un testimone di Geova. Vive a Racale, ma finora non è mai stato interrogato dagli investigatori. Fu sentito, invece, il figlio del sospettato che, accompagnato da un avvocato di fiducia, smentì una sua precedente dichiarazione. Disse che aveva inventato tutto quando raccontò che Mauro, con il quale stava giocando a nascondino nella zona di Castelforte, era stato portato via da un uomo di grossa stazza, con “becco”, baffo e capelli ricci di colore nero che lo consegnò ad un uomo che era a bordo di un’auto bianca.
A convincere i coniugi a presentare la denuncia sono stati anche i ricordi del primogenito, Antonio che, a distanza di tanti anni, ha raccontato che il fratellino era solito salire sulla Vespa del sospettato.

LA VEDOVA DI PEPPINO BASILE: "NON SONO STATI I COLITTI AD UCCIDERE MIO MARITO"

Lo ha affermato oggi in Aula Ada Cairo, vedova di Peppino Basile, nell'ambito del processo che si sta svolgendo nei confronti del 19enne Luigi Vittorio Colitti.
"Con mio marito sempre ottimi rapporti"
15 Novembre 2010
Tratto dal Sito Internet
www.lecceprima.it
"Impossibile che siano stati i Colitti ad uccidere mio marito". La pensa così Ada Cairo, vedova di Peppino Basile. L'ha ribadito ieri in Aula nel processo che si sta svolgendo nei confronti del 19enne Luigi Vittorio Colitti.
La donna, che dal 2003 non viveva più in via Nizza, ha però precisato di aver continuato ad essere in buoni rapporti con il marito, dal quale non si è mai separata legalmente.
La notte del 15 agosto 2008 alla porta della Cairo bussò la madre del giovane imputato, chiedendole di andare perché Peppino stava male. In realtà, l'ex consigliere Idv giaceva già privo di vita davanti alla sua abitazione.
La moglie ha poi parlato dei suoi rapporti con i Colitti, precisando che erano "abbastanza buoni". A questo proposito, ha poi spiegato che secondo lei non possono essere stati loro ad uccidere Basile, non avendo avuto nessun motivo per commettere un atto così crudele.
E' stata sentita in aula anche l'ultima compagna di Basile, una donna di mezza età originaria di Monteroni. Ha raccontato ai giudici della sua relazione con Basile, durata nove anni, e del fatto che dopo la sua morta avrebbe trovato il conto corrente cointestato prosciugato. Su quel conto c'erano ben 25 mila euro: denaro che la donna aveva ereditato da sua madre.
Altro tema affrontato fu quello della figlia 15enne della ex compagna. Un altro testimone ha riferito che il padre naturale della fanciulla avrebbe minacciato Basile dicendogli di non avvicinarsi a sua figlia. Ma la donna ha categoricamente smentito tale circostanza, sostenendo che Basile ed il suo ex compagno si erano incontrati solo in un'occasione.
L. C.

APPROFONDIMENTO / UNA “COSTITUZIONE” PER GLI ANIMALI - UN ESEMPIO STORICO DI CIVILTA’

La Camera ha ratificato definitivamente con 489 sì e 13 astensioni, la Convenzione europea degli animali da compagnia che introduce nuove pene a difesa dei 44 milioni di animali domestici che vivono nelle famiglie italiane.
L’uccisione è punita con la reclusione da 4 mesi a 2 anni; cagionare una lesione, maltrattare, seviziare, sottoporre un animale a fatiche o lavori non sopportabili e arrecare danni alla sua salute costa la reclusione da 3 a 15 mesi o una multa da 3.000 a 18.000 euro.
Idem per il taglio della coda o delle orecchie, la recisione delle corde vocali, l’asportazione delle unghie o dei denti.
Le pene aumentano della metà, in caso di decesso. (P.C.)

NUOVI SPUNTI SULLA "CARITAS IN VERITATE" (106) - L'ENCICLICA ANCHE NEL MONDO SANITARIO

Mons. Zimowski: si ponga fine
alle disuguaglianze nell'assistenza medica
Di Carmen Elena Villa
15 novembre 2010
Tratto da ZENIT.org
Per il Presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute, monsignor Zygmunt Zimowski, “le attuali diseguaglianze nell’assistenza sanitaria esigono che si intraprenda un’azione coraggiosa senza indugio”.
Il presule lo ha affermato questa mattina durante una conferenza stampa nella Santa Sede, nella quale è stata presentata la XXV conferenza internazionale “Per una cura della salute equa ed umana alla luce della Enciclica Caritas in Veritate”.
L'evento accademico si svolgerà il 18 e il 19 novembre a Roma. Tra i relatori figurano i Cardinali Tarcisio Bertone, Segretario di Stato vaticano, Renato Raffaele Martino, Presidente emerito del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, e il titolare di questo dicastero, il Cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson.
Monsignor Zimowski ha affermato che risulta sempre più difficile “conciliare il progresso economico, scientifico e tecnico con la persistente disparità di accesso ai servizi sanitari, che è un diritto umano fondamentale”.
Allo stesso modo, ha denunciato le “continue ineguaglianze tra i sistemi sanitari
dei Paesi ricchi e quelli dei Paesi in via di sviluppo, e peggio ancora di quelli cosiddetti meno sviluppati”.
Il presule ha inoltre rimarcato come all'interno degli stessi Paesi ricchi esistano “ampie differenze nell’accesso alle cure sanitarie”.
“Molti poveri ed emarginati non hanno accesso ai farmaci e ad altre tecnologie salvavita, a causa dei costi inaccessibili o delle scarse infrastrutture sanitarie esistenti nelle loro Nazioni”, ha lamentato.
Questa conferenza, guidata dai passi della “Caritas in Veritate” dedicati al tema della salute, “esaminerà, tra l’altro, le prospettive basilari per una promozione equa e più umana della salute”, ha detto monsignor Zimowski.
Per il professor Domenico Adruni, ordinario di Ginecologia e Ostetricia, questo evento vuole “riportare l’uomo, il paziente, al centro del nostro interesse”, e prendere così coscienza del fatto che “qualcosa sta mancando nelle Nazioni piú avanzate e anche nelle più sfortunate, ma forse più fortunate dal punto di vista umano, che chiedono sempre cure migliori”.
Padre P. Maurizio Faggioni, O.F.M., docente di Bioetica all'Accademia Alfonsiana di Roma, ha affermato dal canto suo che la conferenza vuole mostrare il tema della salute come “un diritto naturale, umano, fondato sulla persona, la dignità, sul guardare all'altro”.
Alcune statistiche sul tema sono state presentate dal sottosegretario del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute, monsignor Jean-Marie Mpendawatu: “mentre in Italia le nascite assistite da personale sanitario qualificato sono il 99%, se andiamo in Etiopia il 6% delle donne in gravidanza ha questa possibilità, in Uganda il 42% e in Laos il 20%”.
Monsignor Zimowski ha quindi espresso l'auspicio che questa conferenza “faccia luce sui modi di migliorare l’accesso alla tanto desiderata parità di assistenza sanitaria di base, che sia allo stesso tempo rispettosa della dignità inalienabile dell’uomo”.

lunedì 15 novembre 2010

AMMINISTRATIVE 2011 / STEFANO SCARCELLA: "ITALIA DEI VALORI DALLA PARTE DEI MELISSANESI, NON CON IL PIU' FORTE"

L’Italia dei Valori è al lavoro e per le elezioni comunali del 2011 sarà dalla parte dei melissanesi, non dalla parte del più forte.
A Melissano continuano a sentirsi scricchiolii, riunioni segrete tra “Melissano Cambia” rappresentato in Consiglio Comunale da Roberto Tundo ed il Partito Democratico, retto dalla segreteria di Antonella Tenuzzo.
A cinque mesi dalle elezioni però, si ha la sensazione che un’alternativa convincente all’attuale maggioranza di Roberto Falconieri non ci sia ancora, prova ne è un assenteismo che giunge da più parti e l’incapacità propria di proporre ai cittadini il futuro che s’immagina e che s’intende realizzare per loro.
L’Italia dei Valori ha intrapreso un percorso che vuol rendere protagonisti i giovani, nella convinzione che devono essere i giovani a cambiare la politica e non la politica a cambiare i giovani. Solo dai giovani può venire una positiva spinta al cambiamento del destino della nostra Melissano, schiacciata da un ventennio dall’individualismo di chi arriva a porsi al di sopra delle leggi.
L’Italia dei Valori vuol ridare anima e senso ad una politica fuori spazio e fuori tempo, nel tentativo di riportare ai piani alti del palazzo, ma anche e soprattutto per le nostre strade, uguaglianza e giustizia sociale, creatività e responsabilità, unità e dialettica delle differenze.
Non resteremo certamente a guardare fuori dalla staccionata: è già nostro il concetto di cittadinanza attiva e siamo pronti a vivere il nostro territorio e la nostra gente.
Tre anni di intenso lavoro di opposizione son tanti e i cittadini sanno già distinguere tra chi ha vigilato, controllato e denunciato e chi ha fatto beatamente sonni tranquilli sotto l’albero di fico attendendo la tiepida estate di San Martino.
Come referente cittadino continuerò a far presente i valori che continuamente vengono disattesi nella nostra Melissano, ma, non posso sottrarmi dal proporre un nuovo modello di governo, un nuovo interesse verso i problemi della nostra comunità, un nuovo punto di vista che potrebbe migliorare il presente ed offrire occasioni di crescita sociale, economica e culturale.
Melissano, 15 Novembre 2010
Stefano Giuseppe SCARCELLA
CONSIGLIERE COMUNALE
Referente Cittadino IDV

MPL (Melissano Pensieri Liberi) RICORDA IL MAESTRO ROBERTO PREGADIO, MORTO NELLA MATTINATA, VOLTO STORICO DE "LA CORRIDA" DI CORRADO


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APPROFONDIMENTO / LA PRESENZA DEI LAICI, CONTRIBUTO ALL'UMANIZZAZIONE DELLA VITA PUBBLICA

Il presidente dei Vescovi portoghesi
parla alla plenaria a Fatima
12 novembre 2010
Tratto da ZENIT.org
Riconoscendo che “lo Stato e il potere politico non sono gli unici responsabili del governo della Nazione”, monsignor Jorge Ortiga, presidente della Conferenza Episcopale Portoghese (CEP), ha affermato che “lo spirito di missione e di umanità impone che tutte le forze e tutti i settori collaborino in vista del bene comune”.
Il presidente della CEP ha aperto questo lunedì i lavori dell'assemblea plenaria dell'organismo, conclusasi a Fatima questo giovedì.
Nel suo discorso, l'Arcivescovo di Braga ha difeso la presenza dei laici cristiani “nella vita politica, culturale, economica, finanziaria, nella comunicazione sociale”, affermando che “rappresenterà certamente un contributo all'umanizzazione della vita pubblica”.
“Un laicato in sintonia con il Vangelo e con la Dottrina Sociale della Chiesa eserciterà certamente una forza positiva nella risoluzione dei problemi del nostro Paese”, ha affermato.
L'Arcivescovo ha espresso “perplessità per la mancanza di verità nei centri di decisione della gestione pubblica, per l'assenza di volontà nel risolvere le sfide attuali e per l'ansia ossessiva del lucro che conduce alla disumanizzazione della vita”.
“La comunità umana non può scendere a patti con la teoria dei consensi politici minimi che in genere non portano a soluzioni efficaci. L'appello alla giustizia e all'uguaglianza si svuota di contenuto perché senza risultati pratici”, ha affermato.
Monsignor Ortiga ha segnalato che le nuove generazioni “non hanno aspettative in relazione al futuro, sia per la mancanza di lavoro che per la mancanza di orizzonti per la vita”, e che i centri sociali e assistenziali si riempiono sempre più di persone che non hanno più un posto nella propria famiglia.
“Sorgono nuove forme di liberalizzazione e di imposizione forzata di una cultura della morte senza precedenti e minimalista, in cui le proposte conducono tendenzialmente alla disumanizzazione delle relazioni umane”, ha avvertito.
Secondo il presidente dei Vescovi portoghesi, in questo contesto di incertezza “l'appello della Chiesa alla carità nella verità ha perfettamente senso. La verità è un imperativo posto a tutti, è un atto di onestà, soprattutto a livello dei centri decisionali dei vari incarichi politici, economici, sociali e culturali”.
Il presule ha poi indicato che “manca, a volte, una verità oggettiva, che è relativizzata a favore del prestigio e del protagonismo personale”.
“Senza la testimonianza e gli esempi della leadership, come si potranno esigere sacrifici da parte delle persone? Non saranno necessari sforzi di concertazione e di mobilitazione nella ricerca di un modello sociale che duri e dia speranza alla generazione presente e futura?”, ha chiesto.
La Chiesa, ha proseguito l'Arcivescovo, “continuerà ad annunciare la Pasqua del Signore, nell'aspettativa di rispettare il comandamento dell'amore di Cristo e di realizzare le beatitudini nel quotidiano delle persone, nei luoghi in cui le strutture dello Stato non arrivano o smettono di arrivare”.
“Nonostante tutte le difficoltà che possano sorgere nelle nostre parrocchie o Diocesi, cercheremo di mettere in pratica il Vangelo e di essere presenti dove la vita umana non viene rispettata o viene indebolita per mancanza di beni e per l'assenza del senso della vita”.
“Abbiamo la responsabilità apostolica di proporre la bellezza del Vangelo di Cristo ai credenti e all'umanità, e di seminare la possibilità di una vita felice per tutti”, ha concluso monsignor Ortiga.

L'ALTRA OMELIA (53) - VIENE IL GIORNO DELLA VITA

XXXIII Domenica del Tempo Ordinario
14 novembre 2010
Di padre Angelo del Favero
12 novembre 2010
Tratto da ZENIT.org
“In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: “Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta”.(…) Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine”. Poi diceva loro: “Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicchè tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita”. (Lc 21,5-19)
“Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo” (Lc 21,10-11): questo “telegiornale” di Gesù sul futuro del mondo da’ notizie simili a quella cronaca tragica e nera che ogni sera la televisione riversa nelle nostre case: alluvioni, epidemie, carestie, popolazioni in fuga, persecuzioni, violenze nelle città, spazzatura che si accumula, odio politico, scandali, e, più grave d’ogni altra sciagura, la minaccia dell’auto-distruzione umana per l’eclissi totale della ragione sulla verità della vita umana, della famiglia, dell’educazione religiosa, ecc.. L’intollerabile sembra aggravarsi di giorno in giorno, mentre si invoca il pronto soccorso di una svolta morale e sociale decisiva, che sappia restituire la luce alle menti e infondere la pace nei cuori.
Ebbene, dentro questo quadro attuale cade oggi il misterioso annunzio del profeta Malachia: “Ecco: sta per venire il giorno rovente come un forno. Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno, venendo, li brucerà – dice il Signore degli eserciti – fino a non lasciar loro né radice né germoglio. Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia” (Mal 3,19-20). E’ il giorno del “giudizio divino basato sulla verità che brucia i malvagi, ma che, come sole benefico, riscalda coloro che temono il nome di Dio” (Bibbia “Via, Verità e Vita”, p. 2042, nota).
Sì, sta per scoccare l’ora della verità: annuncio oscuro, ma insieme luminoso, che non incute solo timore. Le parole del profeta sono infatti una freccia puntata verso l’aurora : “..ci visiterà un Sole che sorge dall’alto, per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra della morte e dirigere i nostri passi sulla via della pace” (Lc 1,78-79). In realtà, il cristiano sa che questo “giorno rovente come un forno” è già venuto: il giorno in cui “venne la pienezza del tempo (e) Dio mandò il suo figlio, nato da donna, nato sotto la legge” (Gal 4,4); sa anche di doverlo ancora attendere: quando Gesù “di nuovo verrà nella gloria per giudicare i vivi e i morti e il suo regno non avrà fine” (Credo NC).
Questo giorno decisivo e definitivo sta all’orizzonte dell’umana avventura come un’aurora incandescente, spuntata a Gerusalemme duemila anni fa al mattino di Pasqua: “Ecco il gran giorno di Dio, splendente di santa luce: nasce nel sangue di Cristo l’aurora di un mondo nuovo. Giorno di grandi prodigi! La colpa cerca il perdono, l’amore vince il timore, la morte dona la vita.” (Ufficio delle letture, Tempo di Pasqua).
Annuncio sconvolgente: la morte dona la vita! Com’è possibile? Non è anche questa un’eclissi totale della ragione? No. Come non fu impossibile per lo Spirito Santo concepire il Verbo della Vita nel grembo verginale di Maria, così non Gli è impossibile “partorire” la vita dalla morte. E’ questa la luce abbagliante della nostra fede in Cristo, che ci fa riconoscere nella storia quotidiana il mistero insondabile dell’umana redenzione: morendo sopra il patibolo Cristo ha sconfitto la morte per sempre.
Perciò, per quanto riguarda il duello perenne tra la morte e la vita “lo sguardo della Chiesa è pieno di fiducia perché la vita vincerà: è questa per noi una sicura speranza. Sì, vincerà la vita, perché dalla parte della vita stanno la verità, il bene, la gioia, il vero progresso. Dalla parte della vita è Dio, che ama la vita e la dona con larghezza” (Istruzione “Dignitas personae”, n. 3).
Padre Angelo del Favero, cardiologo, nel 1978 ha co-fondato uno dei primi Centri di Aiuto alla Vita nei pressi del Duomo di Trento. E' diventato carmelitano nel 1987. E' stato ordinato sacerdote nel 1991 ed è stato Consigliere spirituale nel santuario di Tombetta, vicino a Verona. Attualmente si dedica alla spiritualità della vita nel convento Carmelitano di Bolzano, presso la parrocchia Madonna del Carmine.