20 Novembre 2010
Tratto dal Sito Internet
www.quotidianodipuglia.it
Di Gianfranco Lattante
Gli investigatori rileggono le dichiarazioni messe a verbale dai testimoni e dai sospettati che compaiono nelle indagini sulla scomparsa del piccolo Mauro, il bambino di Racale sparito nel pomeriggio del 21 giugno del 1977.
Sarà un week end trascorso tra le carte, dunque, prima di procedere a nuovi interrogatori e, soprattutto, prima di decidere quando risentire il sospettato “numero uno”, l’ex amico di famiglia ed ex testimone di Geova che i genitori di Mauro Romano indicano come il responsabile della scomparsa del figlio, svanito nel nulla 33 anni fa.
Le indagini sono condotte dagli agenti della Squadra Mobile che hanno ricevuto una delega dal sostituto procuratore Giuseppe Capoccia per mettere ordine in una vicenda intricata che si trascina dal ’77. Solo di recente, però, le indagini si sono arricchite di particolari e di nuovi testimoni.
L’accelerata l’hanno impressa i genitori di Mauro. Gianni Romano e Bianca Colaianni, nel maggio scorso, hanno presentato una denuncia con la quale sono riusciti a far riaprire le indagini. La coppia ha fornito particolari fino ad allora inediti. Hanno mosso accuse nei confronti di un ex amico di famiglia ed hanno spiegato di non averlo denunciato prima perchè, essendo testimoni di Geova, dovevano osservare la regola che non consente di portare in giudizio un altro fratello della stessa congregazione.
I sospetti nei confronti dell’uomo, che vive a Racale, poggiano sulle confidenze di un altro confratello: avrebbe riferito ai coniugi che l’ex amico di famiglia, con il quale Mauro aveva un rapporto di confidenza, avrebbe portato via e ceduto il bimbo per soldi e che lo scambio sarebbe avvenuto a Castelforte. Quelle dichiarazioni sarebbero state confermate da un altro testimone che è rimasto misterioso: un mese fa si sarebbe presentato in casa dei coniugi Romano ed avrebbe riferito di aver visto Mauro portato via dall’ex amico di famiglia.
Il sospettato è stato interrogato qualche giorno fa ed ha respinto ogni sospetto. E lo stesso ha fatto il figlio che, una dozzina di anni fa, avrebbe riferito ai genitori di Mauro di essere stato testimone del rapimento del bambino avvenuto nelle campagne di Castelforte. I genitori di Mauro, adesso, chiedono agli investigatori che siano ascoltati i testimoni che erano presenti quando il giovane avrebbe descritto la scena del rapimento. Ma più che quei testimoni, gli investigatori - come si diceva - stanno valutando l’opportunità di riascoltare il sospettato numero uno. Sarebbero emerse alcune contraddizioni nel suo racconto? Oppure si vogliono appronfondire alcuni aspetti sorti dopo le indicazioni degli altri testimoni?
Negli uffici della Questura, infatti, sono già stati sentiti i due nuovi testimoni: Fabrizio, spuntato dopo un messaggio apparso su internet, che ha riferito di aver giocato insieme con Mauro e altri due amici poco prima che il bambino scomparisse; e il musicista della banda di Taviano che, però, ha smentito le dichiarazioni di Fabrizio e ai genitori di Mauro ha detto di aver giocato intorno alle 15 e non alle 17. C’è, poi, il quarto componente del gruppo di ragazzini che, però, è in carcere per un omicidio.
Di Gianfranco Lattante
Gli investigatori rileggono le dichiarazioni messe a verbale dai testimoni e dai sospettati che compaiono nelle indagini sulla scomparsa del piccolo Mauro, il bambino di Racale sparito nel pomeriggio del 21 giugno del 1977.
Sarà un week end trascorso tra le carte, dunque, prima di procedere a nuovi interrogatori e, soprattutto, prima di decidere quando risentire il sospettato “numero uno”, l’ex amico di famiglia ed ex testimone di Geova che i genitori di Mauro Romano indicano come il responsabile della scomparsa del figlio, svanito nel nulla 33 anni fa.
Le indagini sono condotte dagli agenti della Squadra Mobile che hanno ricevuto una delega dal sostituto procuratore Giuseppe Capoccia per mettere ordine in una vicenda intricata che si trascina dal ’77. Solo di recente, però, le indagini si sono arricchite di particolari e di nuovi testimoni.
L’accelerata l’hanno impressa i genitori di Mauro. Gianni Romano e Bianca Colaianni, nel maggio scorso, hanno presentato una denuncia con la quale sono riusciti a far riaprire le indagini. La coppia ha fornito particolari fino ad allora inediti. Hanno mosso accuse nei confronti di un ex amico di famiglia ed hanno spiegato di non averlo denunciato prima perchè, essendo testimoni di Geova, dovevano osservare la regola che non consente di portare in giudizio un altro fratello della stessa congregazione.
I sospetti nei confronti dell’uomo, che vive a Racale, poggiano sulle confidenze di un altro confratello: avrebbe riferito ai coniugi che l’ex amico di famiglia, con il quale Mauro aveva un rapporto di confidenza, avrebbe portato via e ceduto il bimbo per soldi e che lo scambio sarebbe avvenuto a Castelforte. Quelle dichiarazioni sarebbero state confermate da un altro testimone che è rimasto misterioso: un mese fa si sarebbe presentato in casa dei coniugi Romano ed avrebbe riferito di aver visto Mauro portato via dall’ex amico di famiglia.
Il sospettato è stato interrogato qualche giorno fa ed ha respinto ogni sospetto. E lo stesso ha fatto il figlio che, una dozzina di anni fa, avrebbe riferito ai genitori di Mauro di essere stato testimone del rapimento del bambino avvenuto nelle campagne di Castelforte. I genitori di Mauro, adesso, chiedono agli investigatori che siano ascoltati i testimoni che erano presenti quando il giovane avrebbe descritto la scena del rapimento. Ma più che quei testimoni, gli investigatori - come si diceva - stanno valutando l’opportunità di riascoltare il sospettato numero uno. Sarebbero emerse alcune contraddizioni nel suo racconto? Oppure si vogliono appronfondire alcuni aspetti sorti dopo le indicazioni degli altri testimoni?
Negli uffici della Questura, infatti, sono già stati sentiti i due nuovi testimoni: Fabrizio, spuntato dopo un messaggio apparso su internet, che ha riferito di aver giocato insieme con Mauro e altri due amici poco prima che il bambino scomparisse; e il musicista della banda di Taviano che, però, ha smentito le dichiarazioni di Fabrizio e ai genitori di Mauro ha detto di aver giocato intorno alle 15 e non alle 17. C’è, poi, il quarto componente del gruppo di ragazzini che, però, è in carcere per un omicidio.
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