Il direttore di “Famiglia Cristiana”
alla Scuola di Formazione della FUCI a Ragusa
31 ottobre 2010
31 ottobre 2010
Tratto da ZENIT.org
“La politica è lontana anni luce dai veri problemi” e sulla situazione attuale pesa il “silenzio dei laici cristiani sulle principali questioni del Paese”. Lo ha detto don Antonio Sciortino, Direttore di Famiglia Cristiana, durante la prolusione che ha aperto venerdì 29 ottobre, a Ragusa, i lavori della Scuola di Formazione della FUCI intitolata “Maledetto Sud. Immagini, contraddizioni, risorse e speranze di una terra in cerca d’autore”.
Per la FUCI, la più antica associazione universitaria italiana fondata nel 1896 e presente oggi in circa 60 atenei italiani, la Scuola di Formazione rappresenta uno degli appuntamenti nazionali più partecipati.
Nel suo intervento don Antonio Sciortino ha affermato che l'Italia è “un Paese che sta smarrendo le ragioni della solidarietà e del vivere in comune, sempre più egoista e chiuso a difesa del proprio benessere da non condividere con altri”.
“Un Paese – ha aggiunto – alle prese con una politica nazionale in rissa continua per difendere interessi di parte o personali e lontana anni luce dai veri problemi del Paese e delle famiglie che, soprattutto al Sud, soffrono la povertà e l’assenza di lavoro”.
Il Direttore di Famiglia Cristiana ha quindi lanciato un forte appello alla riscoperta del ruolo dei laici nella Chiesa e alla necessità di una maggiore incisività dei cattolici nella vita del Paese in cui “manca la voce dei laici cristiani, maturi e formati, liberi e responsabili, che sappiano essere punto di riferimento nell’opinione pubblica sui principali problemi del Paese, alla soluzione dei quali la nostra classe politica è inadeguata”.
Circa il ruolo della Chiesa nel Mezzogiorno, partendo dal documento pubblicato dai Vescovi italiani lo scorso febbraio, don Sciortino ha affermato che “la Chiesa del Sud si fa voce di un futuro possibile, soprattutto nel formare le coscienze. Occorre agire in profondità, a livello di mentalità e di cultura. Occorre tradurre la coscienza religiosa in coscienza civile, per cambiare la società in un rapporto sempre più stretto tra la Chiesa e la gente”.
L’intervento del direttore di Famiglia Cristiana ha fatto seguito ai saluti delle principali autorità presenti ed alla relazione introduttiva della presidenza nazionale della Fuci, secondo cui “è innegabile che una sorta di 'maledizione' incomba sul Sud: è la maledizione di chi è costretto ad abbandonare la propria terra senza sapere se e quando potrà tornare”.
“È ancora – si sottolinea – la maledizione di un angolo d’Italia classificato sempre e comunque come capro espiatorio per giustificare colpe che non ha. È la maledizione di chi continua a seminare e coraggiosamente resta perché crede che qualcosa, prima o poi, cambierà”.
“Con la nostra presenza e il nostro approfondimento in questi giorni a Ragusa”, afferma ancora la presidenza nazionale, “desideriamo rintracciare i segni di benedizione del territorio che così calorosamente e gratuitamente ci accoglie e ci accompagna, convinti che la forza della maledizione si trasforma in benedizione quanto più è direttamente proporzionale all’amore, alla dedizione e alla speranza che ognuno di noi, dal nord al sud, sa serbare nella propria coscienza e testimoniare, senza stancarsi, nelle piccole pieghe della quotidianità”.
Per la FUCI, la più antica associazione universitaria italiana fondata nel 1896 e presente oggi in circa 60 atenei italiani, la Scuola di Formazione rappresenta uno degli appuntamenti nazionali più partecipati.
Nel suo intervento don Antonio Sciortino ha affermato che l'Italia è “un Paese che sta smarrendo le ragioni della solidarietà e del vivere in comune, sempre più egoista e chiuso a difesa del proprio benessere da non condividere con altri”.
“Un Paese – ha aggiunto – alle prese con una politica nazionale in rissa continua per difendere interessi di parte o personali e lontana anni luce dai veri problemi del Paese e delle famiglie che, soprattutto al Sud, soffrono la povertà e l’assenza di lavoro”.
Il Direttore di Famiglia Cristiana ha quindi lanciato un forte appello alla riscoperta del ruolo dei laici nella Chiesa e alla necessità di una maggiore incisività dei cattolici nella vita del Paese in cui “manca la voce dei laici cristiani, maturi e formati, liberi e responsabili, che sappiano essere punto di riferimento nell’opinione pubblica sui principali problemi del Paese, alla soluzione dei quali la nostra classe politica è inadeguata”.
Circa il ruolo della Chiesa nel Mezzogiorno, partendo dal documento pubblicato dai Vescovi italiani lo scorso febbraio, don Sciortino ha affermato che “la Chiesa del Sud si fa voce di un futuro possibile, soprattutto nel formare le coscienze. Occorre agire in profondità, a livello di mentalità e di cultura. Occorre tradurre la coscienza religiosa in coscienza civile, per cambiare la società in un rapporto sempre più stretto tra la Chiesa e la gente”.
L’intervento del direttore di Famiglia Cristiana ha fatto seguito ai saluti delle principali autorità presenti ed alla relazione introduttiva della presidenza nazionale della Fuci, secondo cui “è innegabile che una sorta di 'maledizione' incomba sul Sud: è la maledizione di chi è costretto ad abbandonare la propria terra senza sapere se e quando potrà tornare”.
“È ancora – si sottolinea – la maledizione di un angolo d’Italia classificato sempre e comunque come capro espiatorio per giustificare colpe che non ha. È la maledizione di chi continua a seminare e coraggiosamente resta perché crede che qualcosa, prima o poi, cambierà”.
“Con la nostra presenza e il nostro approfondimento in questi giorni a Ragusa”, afferma ancora la presidenza nazionale, “desideriamo rintracciare i segni di benedizione del territorio che così calorosamente e gratuitamente ci accoglie e ci accompagna, convinti che la forza della maledizione si trasforma in benedizione quanto più è direttamente proporzionale all’amore, alla dedizione e alla speranza che ognuno di noi, dal nord al sud, sa serbare nella propria coscienza e testimoniare, senza stancarsi, nelle piccole pieghe della quotidianità”.
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