venerdì 4 marzo 2011

MA GUARDA UN PO'! / LA BUCA? AMMORTIZZATORE SOCIALE PER LE FAMIGLIE. "SPESSO, PERO', SONO TRUFFE"

di Nicola Pepe
Tratto dal Sito Internet
www.lagazzettadelmezzogiorno.it
La buca? Un affare formato famiglia. Cade il papà, la mamma, il figlio e pure la figlia. Magari, si scambiano pure le testimonianze sottoscritte dallo stesso avvocato. Coincidenze e sospetti fanno da cornice a un fenomeno paragonabile a un vero e proprio «ammortizzatore sociale». Una verità scritta in migliaia di file che da alcuni anni a questa parte costituiscono un enorme data base che da qualche mese ha «attirato» persino l’attenzione della procura. Si tratta del contenzioso per cadute o danni da buche stradale più note come «insidie» che ogni anni divorano una significativa fetta del bilancio comunale. Non meno di 5 milioni di euro per la parte legale assicurativa a cui si agigungono i costi per la manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade affidate alle ditte aggiudicatarie di diversi lotti di lavori.
La Ripartizione contratti e appalti che gestisce il contenzioso, da tre anni a questa parte sta cercando di mettere ordine in una vicenda che coinvolge diverse pezzi di vita amministrativa: l’avvocatura, i Lavori pubblici e per finire agli uffici comunali che si occupano delle pratiche sei singoli sinistri. Una vera e proprio giungla di procedure che rendono davvero difficile fotografare la situazione con precisione millimetrica. Oggi, però, rispetto a un po’ di tempo fa il quadro sembra essere più chiaro.
Partiamo dai sinistri. Dal 2007, il Comune - stanco di pagare premi assicurativi da capogiro nei confrontid i Compagnie giunte persino a disertare le gare bandite dall’amministrazione ritenendo antieconomico l’appalto, ha deciso di cambiare orientamento e di spacchettare la gestione delle migliaia di cause (una media di 2.300/2500 l’anno): per quelle che sviluppano un risarcimento a 5mila euro, la gestione viene affidata alla «Chartis», assicurazione che liquida i sinistri tenendo conto di una franchigia di 5mila euro a carico di Palazzo di città. Per intenderci, se un sinistro viene indennizzato con 8mila euro, solo 3mila restano a carico della Compagnia mentre 5mila vengono poi restituiti dal Comune. Per i sinistri di importo inferiore a 5mila euro, invece, l’amministrazione ha deciso il «fai da te», cioè liquidando direttamente le varie richieste di risarcimento previa istruttoria affidata a una società, la «Up service» di Prato.
Tutti questi servizi, ovviamente, hanno un costo che si sommano alle somme scucite dal Comune per gli «indennizzi diretti».
Il direttore generale, Vito Leccese, ha chiesto agli uffici una relazione analitica per verificare l’andamento di tale procedura e per fare una proiezione degli eventuali costi in caso di soluzione «vecchia maniera», cioè affidando tutto a una compagnia di assicurazione. A conti fatti, sostengono i tecnici del Comune, a quest’ora i sinistri stradali sarebbero costati alle casse municipali 4 milioni in più.
Ecco perchè. Attualmente, i costi annuali si aggirano intorno ai 4,8 milioni di euro tra costi fissi (le gestione dei sinistri e il premio della polizza pagata alla Compagnia assicurativa) e gli importo liquidati direttamente dal Comune o rimborsati alla Compagnia assicuratrice quale «quota franchigia» di 5mila euro. Sulla base degli stessi dati, se non si fosse corso ai ripari, il potenziale costo per il Comune sarenne stato di non meno di 9 milioni di euro.
Il problema resta però l’alto indice di sinistrosità, in parte «dubbio» ma sul quale si possono nutrire solo sospetti. Grazie a tale nuova gestione, vengono incrociati i dati di danneggiati, testimoni, avvocati: in parecchi casi, le sorprese non sono mancate e la copiosa documentazione è finita in via Nazariantz. C’è solo un rischio: che «il tren dei sinistri - si legge in una relazione interna a Palazzo di città - potrebbe peggiorare, tenendo presente che le situazioni di congiuntura economica favoriscono il ricorso a forme di finanziamento surrettizio».

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